mercoledì 31 marzo 2010

Biscottucci al vinsanto

Biscottucci al Vin Santo

Dovreste aver capito che mi piacciono le ricette che hanno dietro una storia, un racconto da tramandare, una tradizione da perpetrare e rinnovare di volta in volta. Questo non vuol dire che ogni ricetta possa nascondere in sè una storia di altri che facciamo diventare nostra. Tipo questi potrebbero essere "quei biscotti toscani che Viola Mazzucco ricevette da un anziano e propose per il contest sui picnic di Sigrid, che la stessa Sigrid ripropose nel Libro del Cavolo e che la sottoscritta portò a cena da Sabrina, dove era invitata ad assaggiare il gnocco fritto delle Simili". O, più semplicemente (magari conviene, eh) "quei biscottucci al vinsanto che furono pronti in cinque-minuti-cinque e non arrivarono a fine giornata". Insomma, tutto dipende da quanto tempo ha il vostro (s)fortunato interlocutore di stare lì ad ascoltare i vostri racconti semideliranti di foodblogger convinta [e per lo più incompresa, diciamolo!] ;)

A proposito, avete fissato il menù di Pasqua? Noi saremo a casa da soli (cum felinum al seguito, ovviamente), perchè entrambe le coppie di genitori saranno in vacanza, come cambiano le cose eh? Ho quasi fissato il menù, che quest'anno non prevederà nemmeno la mia tanto amata pastiera, ma va detto che non sentendola affatto come festività religiosa, questo giorno sarà per me nulla più, nulla meno di un'occasione per provare cose nuove in omaggio ai nuovi prodotti di stagione :) Per Pasquetta, invece, dovremmo essere a Torino per una grigliata-raduno con i cugini del mio ragazzo: che dite, questi biscotti ci entrano nel cestino del picnic?! Io dico di sì...e vi suggerisco di ricavargli uno spazietto anche nel vostro! Come dite? Non lo farete? Fa niente, dovrete pur avere a che fare con colazione/merenda/dolcetto post-cena, no? ;)

BISCOTTUCCI AL VINSANTO

alias "I biscotti al vinsanto di Viola Mazzucco", ricetta tratta da "Il libro del cavolo" di Sigrid Verbert, ed. Cibele, pag. 170.

Ingredienti x 20-30 biscotti (a seconda delle dimensioni):
250 gr di farina 00
100 gr di zucchero
100 ml di olio d'oliva
100 ml di vinsanto di ottima qualità
70 gr di uvetta
30 gr di pinoli

Unite in una ciotola la farina e lo zucchero, versate l'olio e mescolate con un cucchiaio; aggiungete quindi il vinsanto e infine l'uvetta e i pinoli. Impastate bene il composto, che risulterà molto unto e appiccicoso, e formate con le mani delle palline di 3-4 cm di diametro: l'operazione sarà molto agevole, data l'untuosità dell'impasto. Disponete le palline un po' distanziate su delle placche rivestite di carta da forno, poi schiacciatele leggermente (io me ne sono dimentcata, infatti sono un po' più cicciotti di quelli del libro!). Infornatele a 180° (forno ventilato) per circa 30 minuti, fin quando saranno dorate. Dovranno uscire dei biscotti croccanti all'esterno e friabili e morbidi all'interno; non devono essere comunque troppo secchi. Potete conservarli all'interno di una scatola di latta: i giorni seguenti, se ci arrivano, sono ancora migliori!

lunedì 29 marzo 2010

Gnocchi di ricotta con salsiccia e puntarelle

Gnocchi di ricotta con salsiccia e puntarelle

Puntarelle, queste sconosciute? Ebbene sì, almeno fino a qualche giorno fa, dato che per chi non è romano di nascita non si possono certo definire una verdura "con cui siamo cresciuti", quella che trovavamo in tavola al nostro ritorno da scuola, quella che pulivano le amorevoli mani della nonna (anche perchè qui era forse più facile trovarla affettare del prosciutto o del salame nostrano che "a pulir dl'erba") e via dicendo. In verità ho scoperto che, abbandonando i supermercati e addentrandosi nei mercati, anche paesani, le puntarelle si trovano agevolmente anche fuori dal Lazio. In particolare il merito va alla solita Sabrina, che in occasione di un nostro incontro me le ha comperate per farmi un gentile omaggio (
altro che mazzi di fiori, meditate, uomini, meditate!). Dopo essermi adeguatamente informata su come si pulisse la catalogna cimata (o spigata che dir si voglia), il cui cuore svela proprio le tanto agognate puntarelle, ho pensato al modo migliore per rendere loro giustizia.

Puntarelle

[dall'alto: la catalogna cimata; gli "scarti"; le puntarelle; le puntarelle affettate e messe in acqua, ghiaccio e limone]

Qualcuno potrebbe giustamente obiettarmi che come primo approccio avrei potuto, o forse dovuto, provarle crude condite con una salsina a base di acciughe, "alla romana" insomma, ma la voglia di sperimentare era troppa. Sono così arrivata alla ricetta di Antonella e ho deciso di farla mia, con una piccola variazione. Ho infatti sostituito gli gnocchi di patate con quelli di ricotta (per la cui ricetta mi sono affidata ad Alex ex-cuocadell'altromondo...visto che ha un nuovo blog?!), che da anni mi ripromettevo di provare (tralasciamo il fatto vergognoso che fosse la prima volta che facevo gli gnocchi, che dite? :)) e ne è uscito un piattino davvero succulento, saporito e sorprendente. Dovete assolutamente provarlo! Ovviamente, se non avete voglia di fare gli gnocchi, potete condirci anche la pasta, vedrete che non sfigurerà affatto ;)
Making gnocchi!

GNOCCHI DI RICOTTA CON SALSICCIA E PUNTARELLE


Ingredienti:


Per gli gnocchi di ricotta:

500 gr di ricotta

200 gr di farina*

4 cucchiai di pangrattato

sale

noce moscata

Con queste dosi sono usciti poco più di 700 gr di gnocchi. Io ne ho poi cotti 150 gr a testa e la parte restante l'ho congelata come spiego sotto in nota.

*la quantità di farina è puramente indicativa, dipenderà dal grado di umidità della ricotta che utilizzate: se la vostra ricotta è molto asciutta dovrebbero bastare; nel mio caso, pur avendola scolata, era piuttosto umida, quindi ho dovuto aggiungere altra farina, che non ho quantificato. Ho semplicemente tenuto vicino il sacchetto aggiungendone poco alla volta, man mano che impastavo; dovrete ottenere un composto liscio, omogeneo e non troppo appiccicoso.Sarà inoltre necessaria altra farina all'atto della formatura degli gnocchi, altrimenti si attaccheranno alla spianatoia.

Per il sugo (x 3/4 persone):
160 gr di puntatelle ottenute da un cespo di catalogna cimata
(come si puliscono è spiegato benissimo qui)
3 salsicce

uno spicchio d'aglio

vino bianco q.b.

mezzo bicchiere di panna fresca

Per gli gnocchi:
Scolate bene la ricotta dal suo liquido e ponetela in una ciotola capiente; unite, mescolando con un cucchiaio, la farina e il pangrattato, una spolverizzata di sale e noce moscata grattugiata a piacere. Iniziate ad impastare con le mani, quindi trasferite il composto sulla spianatoia ben infarinata ed impastate fino ad ottenere un impasto liscio, sodo e non troppo appiccicoso, eventualmente aggiungendo, poca per volta, la farina necessaria ad ottenere la giusta consistenza. Staccate un pezzetto di pasta e, avendo cura di infarinare sempre bene la spianatoia, formate un rotolino dello spessore di un dito. Con l'aiuto di una spatola o di un coltello a lama liscia riducetelo a tocchetti, che potrete, volendo, passare sui rebbi di una forchetta o sul grattagnocchi. Disponete gli gnocchi così ottenuti su vassoi di cartone abbondantemente cosparsi di farina e continuate così fino ad esaurimento dell'impasto.

Nota: nel caso vogliate conservare gli gnocchi, mettete i vassoi in freezer fino a quando gli gnocchi non si saranno induriti, quindi riponeteli negli appositi sacchetti di plastica. Al momento di cuocerli, versateli, ancora congelati, nell'acqua bollente.

Per il sugo:
Dopo aver ottenuto le puntarelle dalla catalogna cimata, lavatele e fatele sbollentare per due minuti in acqua bollente leggermente salata, quindi scolatele, raffreddandole sotto l'acqua fredda corrente. In una padella capiente, fate rosolare le salsicce spellate e sbriciolate insieme allo spicchio d'aglio (non occorrerà altro olio), sgranandole bene con l'aiuto di una paletta di legno; sfumate con il vino bianco e, quando sarà evaporato, unite le puntarelle, aggiustate di sale (a seconda della sapidità della salsiccia, io non ne ho aggiunto perchè era già saporita di suo) e finite di cuocere, coperto e a fuoco lento, fino a quando le puntarelle non saranno appassite. A cottura ultimata unite la panna e fate addensare ancora qualche minuto. Intanto cuocete gli gnocchi in abbondante acqua bollente salata e man mano che verranno a galla scolateli con un mestolo forato e trasferiteli nella padella con il condimento caldo, facendo mantecare il tutto qualche istante, quindi servite.

L'idea in più: non buttate gli "scarti" della catalogna cimata! Potete ripassarli in padella, dopo averli lavati, con un filo d'olio, uno spicchio d'aglio, un paio di acciughine sott'olio e un pizzico di peperoncino. Oppure, perchè no, con uvetta e pinoli. A voi la scelta ;)

mercoledì 24 marzo 2010

Crema di carote all'anice stellato

Crema di carote e anice stellato

E' tornato il sole e con lui delle temperature davvero miti. Si viaggia su una media di 18 gradi e io, che mi sono un filino ingrassata (bugia: sono diventata una botte, e qui chiudo per decenza) continuo a girare avvolta nel mio piumino invernale perchè non mi entra più niente e di andarmi a comprare qualcosa di nuovo non ho nè la voglia nè la disponibilità. Nel tentativo di dare una regolata alla mia alimentazione, tralasciando il fatto che prima e dopo questa parentesi di pochi minuti posso anche essermi sparata un milione di calorie a giornata (stressata dite? Nooooo), ho avvistato questa cremina su un piccolo ricettario di una panna di nota marca, trovato credo su Cucina Moderna, mi sono fiondata al super e l'ho subito preparata. L'idea era di farla per me soltanto, sicura che in casa non sarebbe stata apprezzata, invece mio padre ha chiesto di farla anche per lui e devo dire che è andata molto più che bene. Per quanto mi riguarda mi è piaciuta moltissimo.

Di base è ovviamente dolciastra, visto le carote, ma l'aggiunta dello yogurt magro (che ho sostituito alla panna allo yogurt [...] prevista ovviamente dal ricettario, un attimino "di parte" ;)) ha spezzato il tutto con la sua leggera acidulità. L'anice stellato è una spezia che ho scoperto amare moltissimo nelle preparazioni salate (vi ricordate il pollo di Alex?) e ha dato un profumino davvero niente male; per completare, giusto perchè ce l'avevo sotto il naso, ho dato una spolverizzatina di un meraviglioso fleur de sel aromatico che mi ha regalato ieri la mia amica Sabrina, sempre molto attenta all'avanguardia del mio blog (ps. grazie!) :)

Le dosi sarebbero per 4 ma secondo me dipende da quanta fame avete e da cosa ci abbinate, se la fate come piatto unico possono tranquillamente andar bene per 2. Cosa aspettate ad affondare il cucchiaio anche voi?

Crema di carote e anice stellato


CREMA DI CAROTE ALL'ANICE STELLATO


Ingredienti x 2-4 persone:
500 gr di carote
2 cipolle bianche (o 4 scalogni)
800 ml di brodo vegetale
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
2-4 cucchiai di yogurt bianco al naturale, anche magro
2-3 bacche di anice stellato
un pizzico di sale
fleur de sel aux épices grillées (facoltativo)

Pelate le carote, lavatele, asciugatele, quindi tagliatele a tocchetti. Affettate sottilmente le cipolle (o gli scalogni) e fatele appassire dolcemente in una casseruola con l'olio. Unite le carote, salate appena e lasciate insaporire qualche istante. Aggiungete l'anice stellato, coprite con il brodo caldo e lasciate cuocere a fuoco lento, coprendo con un coperchio, fino a quando le carote non saranno tenere. Eliminate l'anice stellato, che conserverete per la decorazione, e frullate il composto con un frullatore a immersione. Versate la crema nelle fondine, decorate ciascun piatto mettendo al centro un cucchiaio di yogurt e, se volete, la bacca di anice stellato e un pizzico di fleur de sel aromatizzato. Servite con una ciabattina di pane affettata, se volete anche tostata leggermente in forno.

lunedì 22 marzo 2010

Crostata di ricotta (di montagna) e confettura di visciole (piemontese via Abruzzo)

Crostata di ricotta e visciole

Il 13 marzo, in occasione del di lui compleanno, siamo stati a pranzare a base di funghi porcini e tartufo in montagna, sull'Appennino modenese, in un ristorante che ci piace tanto. Ma quello che mi piace di questa scampagnata montanara che ogni tanto ci concediamo è il fatto che, scendendo di nuovo a casa, posso fermarmi in qualche caseificio di fiducia ad acquistare un po' di ottima ricotta e qualche altra chicca casearia, tipo il migliore stracchino che conosca e il cremino di parmigiano (perfetti per una bella tigellata in compagnia!). Anche stavolta sono tornata a casa con mezzo kg di ricotta freschissima e come sfruttarla al meglio se non con l'ennesima torta che la prevede? A questo punto non potevo non mettere in ballo anche il barattolino di Visciolata, ossia di confettura di
visciole (un frutto selvatico dimenticato simile all'amarena e dal gusto particolarmente asprigno), che avevo comprato, con gli occhi a cuore, la scorsa estate in Abruzzo, in una piccola gastronomia di qualità.
Questa crostata appartiene alla tradizione ebraica capitolina, tanto che a Roma si può trovare prettamente nelle pasticcerie del ghetto ebraico (per dirne uno fra tanti, da Boccione, che la fa in versione chiusa). Si tratta di un dolce davvero speciale, in cui l'asprezza della confettura di visciole viene temperata dalla morbida dolcezza della crema di ricotta.

CROSTATA DI RICOTTA E VISCIOLE

Ingredienti:Per la base:
una dose della vostra pasta frolla di fiducia (fatta con circa 300 gr di farina. Io utilizzo questa, a cui aggiungo per le crostate mezzo cucchiaino di lievito per dolci)


Per il ripieno:
350 gr di marmellata di visciole (la mia, proveniente da un negozietto abruzzese, è di Agrimontana ma la trovate anche al super della marca Rigoni; è sostituibile con altra marmellata asprigna, tipo amarene o more)

500 gr di ricotta romana di pecora (o altra ricotta ben asciutta)
200 gr di zucchero [a mio gusto si può tranquillamente dimezzare, esce molto dolce]

1 uovo
2 cucchiai di rhum

Inoltre:

zucchero a velo
(facoltativo)

Preparate la frolla secondo la vostra solita ricetta, ponetela a riposare almeno mezz'ora in frigorifero, quindi prelevatela, prendetene due terzi e stendeteli col mattarello su un foglio di carta da forno, che poi ribalterete a foderare uno stampo a cerniera di 24-26 cm di diametro, tenendo i bordi alti.

Spalmate il fondo con la marmellata di visciole. Sbattete con le fruste elettriche la ricotta, lo zucchero, l'uovo e il rhum fino ad ottenere un composto cremoso, quindi stendete omogeneamente la crema di ricotta sulla marmellata. Completate con delle strisce fatte con la pasta frolla avanzata e disposte a griglia.


Cuocete la torta in forno preriscaldato a 170-180° per circa un'ora (eventualmente coprendola con la stagnola qualora tendesse a scurirsi troppo). Fate raffreddare del tutto la crostata prima di sformarla e di tagliarla e servitela spolverizzata di zucchero a velo.


Nota: si possono fare anche delle crostatine monoporzione, nel qual caso basteranno 30 minuti di cottura.

giovedì 18 marzo 2010

Il mio uovo per Caffarel

Il mio uovo Caffarel

Ieri mattina mi sono finalmente dedicata alla decorazione del mio uovo Caffarel, (non mi dite che speravate di scamparvela?! ;)) Consapevole dei miei limiti in questo campo in cui mi sono cimentata ancora troppo poco, ho scelto una decorazione abbastanza semplice, utilizzando soltanto glassa reale bianca, alcuni degli oggetti in zucchero contenuti nella confezione, cioccolato fuso, polvere di pistacchi di Bronte e zuccherini colorati. Non ci ho messo nemmeno tanto, in un paio d'ore l'uovo era confezionato e le foto erano state scattate. Sicuramente avrei potuto fare meglio, essere più creativa e precisa, ma mi è mancato il tempo per lanciarmi in sperimentazioni su campi a me ignoti, come il marshmallow fondant, la pasta di zucchero o il cioccolato plastico. Spero comunque che il soggetto vi piaccia e che apprezziate il mio sforzo a riguardo ;) Io, dal canto mio, non potevo pretendere di più dalla pasticciona che sono [leggasi titolo del blog] e non posso che ringraziare Caffarel per la possibilità che mi ha dato di mettermi alla prova e di farmi passare due ore a pasticciare in serenità :)

Vi riassumo brevemente qui di seguito gli step seguiti:


STEP 1. Ho scartato l'uovo: purtroppo era graffiato in più punti dalla stagnola che lo rivestiva, quindi la base di partenza non era esteticamente ottimale. Per decorarlo l'ho posto su di una tazza grande e profonda abbastanza da consentirgli una buona stabilità. In certi momenti ho comunque dovuto appoggiarmelo sulle gambe, protette da un canovaccio pulito.


STEP 2. Ho tracciato con uno stuzzicadente il disegno guida del coniglio (che avevo precedentemente abbozzato su un foglio), degli steli e delle foglie dei fiori e dell'erba. Li ho poi ricalcati con glassa reale bianca, utilizzando un conetto di carta da forno. E' importante tenere appoggiato il gomito per avere un tratto più preciso possibile (cosa estremamente difficile, almeno per la sottoscritta!). Sempre con una punta di glassa ho applicato i fiori, la farfalla e le coccinelle, tenendoli pressati sull'uovo posto in orizzontale fino a quando non risultavano saldati. Ho riempito il cuoricino del coniglio di glassa e vi ho pressato sopra degli zuccherini colorati.


STEP 3. Ho fuso un cubotto di cioccolato fondente a bagnomaria e ho spennellato con il cioccolato fuso le zone dove avrei dovuto applicare l'erba; ho poi pressato su di esso la polvere di pistacchi, aiutandomi con lo stuzzicadente per spingerla nelle zone ostiche. Ho applicato con una punta di glassa i fiori e i pulcini sull'erba.


STEP 4. Ho posto l'uovo su un sostegno adeguato, nel mio caso una scatolina a fantasia primaverile, ma sarebbe andato benissimo anche un cartoncino ritagliato e graffettato ad anello e l'ho messo in posa per il servizio fotografico ;))) Siete soddisfatti?


collage uovo Caffarel

martedì 16 marzo 2010

In the mood for...girella!

Girandole sfiziose con pancetta e parmigiano

Il blog è piuttosto spento, è vero. Mi dispiace, ma il tempo da dedicargli, nonchè di pensare a cosa preparare e da dedicare alla cucina/foto/ritocco/postaggio (postaggio?!?) è sempre meno. Sono parecchi mesi, ormai, che non riesco a passare da moltissimi di voi che mi leggete e da chi ho sempre seguito con affetto ed interesse se non in modo assolutamente casuale e sporadico. Inutile scusarsi e inutile anche dire che, parallelamente a queste condizioni, tornano fuori i soliti, vecchi pensieri sul senso del blog, sull'impegno che comporta, sul tenerlo aperto o meno, ma abbiamo già appurato in passato che sono paranoie che ciclicamente riemergono per poi tornarsene, a tempo debito, da dove sono venute: quindi lasciamole a decantare lì dove sono...
ha da passà la nuttata! ;)
Quasi a voler suggellare questo post di una noia mortale, vi consiglio un'ideuzza niente male ma di una velocità supersonica e di una semplicità imbarazzante, che però sono certa vi risolverà con gusto tanti aperitivi al volo che vi troverete a dover preparare in 10 minuti scarsi. Ehm...sì, lo ammetto, mi sono fatta un po' prendere la mano....dall'arrotolamento! Prima con la carne, passando poi per lo sfizietto da aperitivo e, se vogliamo, per lo strudel salato, che poi non è altro che un grande rotolo, no? Insomma, pare proprio che tutto ciò che si arrotola e che diventa poi rotolino, girandola o girella che dir si voglia mi sia incredibilmente simpatico, in questo periodo. Arrotolando, arrotolando sono arrivata alla semplicissima ricetta stupid-proof di queste girelle, per la cui idea mi sono ispirata qui, caricando soltanto un po' la farcia. Pochi ingredienti, pochissime mosse e ancor meno tempo da sprecarci e l'aperitivo è servito! E con lui, anche il post con i minuti contati, ovvio ;)

Girandole sfiziose con pancetta e parmigiano

GIRANDOLE SFIZIOSE CON PANCETTA E PARMIGIANO

Ingredienti, per una ventina di girelle:
un rotolo di pasta sfoglia stesa, preferibilmente rettangolare
150 gr di pancetta arrotolata
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
pepe macinato fresco q.b.
peperoncino in polvere q.b.

Aprite il rotolo di pasta sfoglia e stendetela bene con le mani. Ricopritela uniformemente, avendo cura di arrivare fino ai bordi, con le fettine di pancetta, spolverizzate con il parmigiano grattugiato, quindi insaporite con una macinata di pepe fresco e qualche generoso pizzico di peperoncino. Arrotolate il tutto strettamente dalla parte del lato lungo e tagliate il rotolo ottenuto a fette di circa un centimetro. Disponete le girandole su una placca rivestita di carta da forno e infornate in forno preriscaldato a 190° per 10-15 minuti o, comunque, fino a che non saranno ben gonfie e dorate.

Nota: queste girandole sono perfette da servire per l'aperitivo; sono ottime sia appena sfornate che servite fredde.

Comunicazione di servizio:
Sono state aperte le votazioni per il blog dell'anno di Squisito 2010. Muffins, cookies e altri pasticci partecipa nelle categorie cucina (ricette) e fotografia: se vi va, potete votarmi qui. Grazie a tutti per il sostegno! :)

giovedì 11 marzo 2010

99 colombe per "Sorelle Nurzia" e l'Abruzzo


Ci sono delle cose che richiedono le parole giuste e troppo spesso, io, di quelle parole non sono capace. Ci sono blog che descrivono stati d'animo, argomenti d'attualità e moti di sensibilità cento, mille volte meglio di me. Eppure due parole le voglio lasciare. Perchè quando ho visto, qualche settimana fa, lo speciale di "Presa diretta" sulla ricostruzione edilizia e sulla lenta ripresa economica di L'Aquila ho avuto un groppo alla gola, quel groppo di chi sa di non poter poi fare un granchè. Ma ci sono persone che non pensano, agiscono, e di queste persone io sono estremamente orgogliosa, perchè permettono anche ad altri di fare qualcosa di utile e di migliore.



C'è una storica azienda dolciaria aquilana, Sorelle Nurzia, che nasce nel 1835 e che non ha mai chiuso fino al 6 aprile 2009, giorno del terremoto. Questa felice realtà imprenditoriale, conosciutissima in Abruzzo per la sua produzione di torrone, sta attraversando ora una fase di difficile recupero dato che il centro storico, cuore pulsante di L'Aquila, è chiuso e alla deriva. Ci sono poi due persone sensibili, Lydia e Artemisia, che amano il mondo della gastronomia e che hanno deciso di fare qualcosa di reale e tangibile. Da qui nasce l'iniziativa 99 colombe (99 come le fontane, le "cannelle" di L'Aquila), volta a coinvolgere 99 blog (ma anche di meno o di più o non-blog, non importa, il numero è meramente simbolico) per diffondere il nome di Sorelle Nurzia, la loro sapiente tradizione dolciaria ed i loro prodotti.


Nasce così un blog apposito, 99 colombe, e viene fissata una data, il 6 aprile 2010, data in cui ciascun partecipante dovrà postare una ricetta realizzata con i prodotti Sorelle Nurzia o di accompagnamento ad essi. Per ogni informazione sull'iniziativa e per tutte le dritte su come acquistare i prodotti Sorelle Nurzia ordinandoli tramite e-mail vi rimando al blog e lascio anche qui il contatto della gentilissima responsabile, Mara: mara.sorellenurzia@gmail.com. Vi invito a leggere sul blog la sua lettera, perchè credo che possa essere d'insegnamento a ciascuno di noi su argomenti quali la forza e la tenacia, l'umiltà, la dignità e la voglia di restare saldamente aggrappati alla propria realtà e alle proprie tradizioni.

mercoledì 10 marzo 2010

Let is snow, let is snow, let is snow!



White Moonboot

A chi mi dice che fra 2 settimane è Primavera.
A chi mi ricorda che tra poco è Pasqua e pensa già al pic-nic di Pasquetta.
A chi mi dice "beata te che puoi vedere la neve" e rischia ogni volta di subire le mie imprecazioni.
A chi (io per prima) si lamenterà dei 40 gradi all'ombra quest'estate.
A chi già da ieri sera pensa di ritirare fuori l'albero di Natale e le decorazioni, convinto che quest'anno sia volato più del solito.
A chi più che fare a palle di neve ne ha le palle piene della neve.
A chi ha lavato i vetri di casa due giorni fa.
Alla mia povera erba cipollina, rinata come la fenice dalle sue ceneri qualche giorno fa e già ri-defunta (r.i.p.).

Questa è Modena oggi. Più precisamente, questi sono gli stradelli intorno casa mia questa mattina [45 cm di neve].


Alberi e rami

Feeling down

Rami

Working in the snow

Tunnel nella neve

Cuccia e panchine


Panchine con tavolo



lunedì 8 marzo 2010

Bicchierini al quark con pere al vin brulè e crumble di nocciole

Bicchierini con quark, pere al vin brulè e crumble di nocciole

Non so come sia il tempo lì da voi, qui ormai alterniamo un giorno di sole a uno di neve, un giorno con 17 gradi e il successivo con 3. Francamente sarei un po' stufa, glielo vorrei dire a chi lassù si sta divertendo a giocare a "Gira la stagione" che la mia pazienza sarebbe poi anche al limite...oh ecco! Prova eloquente del mio sfasamento climatico sono questi bicchierini di mia invenzione (sempre se vogliamo chiamarla invenzione associare alcuni ingredienti e assemblarli alla meno peggio in un bicchiere ;)).

Per questo dessert al cucchiaio freddo, che sarebbe perfetto per temperature più miti di quella odierna, ho scelto degli ingredienti che richiamano ancora il fall-winter dei prodotti che ci offre la natura. Infatti, ho pensato di associare il quark, un formaggio tedesco dal gusto molto simile allo yogurt greco ma ancora più compatto come consistenza, a dei dadini di pera cotti nel vino rosso speziato quasi come fosse un vin brulè. Ho poi completato il tutto con del crumble alle nocciole, rivedendo la ricetta di Santin che prevede le mandorle (l'avevo usato qui): ve lo devo ricordare che le nocciole si sposano meravigliosamente con le pere, no vero?

BICCHIERINI AL QUARK CON PERE AL VIN BRULÈ E CRUMBLE DI NOCCIOLE

Ingredienti x 2 bicchierini:
250 gr di quark
50 ml di latte (o panna)
2 cucchiai rasi di zucchero vanigliato
2 piccole pere (circa 350 gr)
vino rosso q.b.
un pezzetto di stecca di cannella
3 chiodi di garofano
una scorzetta di limone
1 cucchiaio raso di zucchero semolato

Per il crumble alle nocciole (dalla ricetta di Maurizio Santin):
55 gr di farina
55 gr di zucchero di canna
45 gr di burro
45 gr di nocciole tritate finemente

In una ciotola mescolate con un cucchiaio il quark con il latte e lo zucchero vanigliato, fino ad ottenere un composto morbido e cremoso.

Lavate e sbucciate le pere, quindi riducetele a dadini. Mettetele in una casseruolina con la cannella, i chiodi di garofano, la scorza di limone e lo zucchero, quindi versate tanto vino rosso quanto basta a coprirle a filo. Mettete la casseruolina sul fuoco e fate cuocere le pere, mescolando di tanto in tanto, finchè non risultano tenere ma ancora sode. Una volta cotte, scolatele e fatele raffreddare.

Preparate il crumble mescolando in una ciotola, con la punta delle dita, il burro morbido, lo zucchero, la farina e le nocciole tritate fino ad ottenere delle grosse briciole. Mettete il composto a riposare in frigo per mezz'ora, quindi distribuite il crumble su una placca rivestita di carta da forno e cuocete a forno preriscaldato a 180° per 20-25 minuti o finchè non risulti dorato. Sfornate e fate raffreddare.

Componete i bicchierini alternando strati di crema di quark e pere al vin brulè. Cospargete l'ultimo strato con abbondante crumble, servendo quello restante in una ciotolina in modo che i commensali possano servirsene ancora, qualora lo gradissero.

Note:
- il quark lo trovate facilmente al Naturasì; con esso potete fare mille altri tipi di bicchierini, associando frutta fresca, frutta secca e spezie. Volete qualche idea? Guardate i bicchierini con ciliegie e mandorle oppure quelli con albicocche e lavanda di Alex!
- lo zucchero vanigliato, come spiegavo qui, è zucchero semolato aromatizzato alla vaniglia: attenzione a non confonderlo con lo zucchero a velo vanigliato!
- il crumble alle nocciole risulterà leggermente più scuro di quello alle mandorle; il mio è particolarmente scuro sia perchè ho usato dello zucchero di canna integrale, sia perchè mi è sfuggita un po' la cottura ;)

Pere al vin brulè (preparazione)

sabato 6 marzo 2010

Decora la tua Pasqua con Caffarel!

Caffarel


Oggi facciamo uno strappo alla regola, niente ricetta. Ma assettatevi, perchè ho da raccontarvi qualcosa di mooolto interessante, anche se ormai avrete già letto di questa iniziativa in numerosi altri blog. Qualche settimana fa, insieme ad altre foodblogger, sono stata contattata dalla storica casa di cioccolato piemontese Caffarel per prendere parte all'iniziativa "Decora la tua Pasqua con Caffarel". Caffarel ha messo a nostra disposizione un kit speciale, appositamente realizzato per noi, chiedendoci di decorare, secondo il nostro gusto e la nostra creatività, un uovo di cioccolato Caffarel, utilizzando quanto contenuto nel kit e tutto ciò che volessimo (glassa, granella di nocciole o di mandorle e via dicendo). Il kit ricevuto, deliziosamente assemblato, conteneva:
- un uovo di cioccolato fondente Caffarel del peso di 450 gr.
- una selezione di materiali di pasticceria per decorarlo (spray alimentare e figurine di zucchero a tema primaverile)
- una tavoletta dello stesso cioccolato fondente per assaggiarlo
- un simpatico grembiule griffato con il marchio della casa

Una volta che avremo decorato il nostro uovo, ciascuna di noi partecipanti provvederà a pubblicarne la foto finale e/o alcuni scatti del work in progress, quindi...stay tuned! :) [forse è anche il caso di avvertirvi che non sono ferrata con le decorazioni...non mi sono mai cimentata! Non vorrei mai che qualcuno nutrisse aspettative troppo elevate ;)))]


Caffarel


Ma non è finita qui! Caffarel, infatti, premierà chiunque voglia cimentarsi in una sorta di “gara di decorazioni” di uova di cioccolato. Per partecipare potete iscrivervi e pubblicare una foto della vostra decorazione nel canale di Made In Kitchen creato appositamente per questa attività, ossia Golosità di Pasqua con Caffarel. Tutti coloro che pubblicheranno su Made In Kitchen, previa registrazione, una foto dell’uovo decorato, riceveranno un simpatico omaggio da Caffarel. Cosa state aspettando? Non è un'iniziativa deliziosa? Quindi, mi raccomando, partecipate numerosi!


Caffarel

mercoledì 3 marzo 2010

Brutto ma buono: non il biscotto, lo strudel (salato)

Strudel di cavoletti di Bruxelles e patate

Avete qualcosa che vi riesce buono, ma brutto, brutto, brutto (aiutatemi a dirlo: BRUTTO!)? Io sì, ed è lo strudel. Non lo strudel classico, nossignore, trattasi dello strudel salato. Mi riescono orrendissimi. Sia perchè la farcia è solitamente troppa, e troppo pesante, sia perchè le ricette si scordano sempre di evidenziare in cinque colori diversi e con sirena d'allarme a tripla tonalità che gli ingredienti del ripieno van fatti raffreddare prima di metterli sulla pasta sfoglia e io, che di pazienza ne ho risaputamente poca, solitamente li sbatto sull'impasto appena intiepiditi, col risultato, tragico of course, che questo si scioglie inesorabilmente sotto il calore e mi tocca arrotolarlo alla meno peggio, pregando che qualche ortaggio (nella specie, qualche cavoletto di Bruxelles), non schizzi via come una pallottola impazzita. (Aspettate che ripiglio fiato!). E poi finisce che i formaggi mi rilasciano sempre l'untuosità in cottura, e la teglia mi si allaga di robaccia unticcia. Non ce la posso fare. E allora perchè persevero? Perchè solitamente, se ho la prudenza di farli con calma e in anticipo per non mangiarli appena sfornati e quindi spatasciati a mò di mappazza informe sul piatto, mi riescono poi anche piuttosto buonini. Come questo, per intenderci!

N.d.r.: la foto è ovviamente quella di una fetta avanzata; vi evito per decenza l'immagine di come l'abbiamo in verità mangiato noi, già è bruttino anche così... :)))

STRUDEL CON CAVOLETTI DI BRUXELLES E PATATE

ricetta tratta da Sale & Pepe - Febbraio 2010

Ingredienti x 6 persone:
1 rotolo di pasta sfoglia
300 gr di cavoletti di Bruxelles
250 gr di patate
80 gr di scamorza affumicata
200 gr di robiola
mezza cipolla
50 gr di burro
2 cucchiai di latte
un cucchiaio di semi di finocchio
sale e pepe

Lavate e pulite i cavoletti di Bruxelles. Lavate le patate e pelatele. Lessate le due verdure separatamente in acqua bollente salata e scolatele al dente. Affettate le patate e tagliate i cavoletti a metà. Fate appassire la cipolla tritata in un tegame con 30 gr di burro; aggiungete le verdure, i semi di finocchio, salate, pepate e rosolate il tutto per 2-3 minuti.

Srotolate la pasta sfoglia mantenendo il suo foglio di carta da forno. Copritela con la scamorza grattugiata con una grattugia a fori larghi e assotigliatela con il mattarello, facendo aderire bene il formaggio. Rovesciate quindi la sfoglia, in modo che la scamorza resti sotto.

Stemperate la robiola con il latte e unitela al composto di verdure lasciato raffreddare. Distribuite il composto sulla pasta, che richiuderete ai lati sulla farcia, e avvolgetela a rotolo, sigillando bene i bordi. Trasferite lo strudel con la sua carta da forno su una teglia, spennellatelo con il restante burro fuso [io ho utilizzato dell'uovo sbattuto che mi era avanzato da un'altra preparazione, ecco perchè è così dorato] e cuocetelo in forno caldo a 180° per 30 minuti. Servite appena tiepido.