venerdì 29 gennaio 2010

Rotolini di pollo aromatici alla piastra

Rotolini di pollo alla piastra

Oggi sarò di pochissime parole qui, ma di tanti pensieri per una persona che mi sta enormemente a cuore, una preziosa amica che so che sta attraversando un momento difficile. Ho preparato questi rotolini, adocchiati parecchio tempo fa su un numero di Cucina Moderna Oro, per un pranzo veloce, che si è rivelato leggero ma proprio gustoso. Sono stati davvero una sorpresa, perchè il petto di pollo, che solitamente rimane un po' stopposetto, è risultato molto tenero e saporito (a patto di servirlo immediatamente dopo la cottura, mi raccomando!).

Credo che questi profumati spiedini verrebbero altrettanto bene cambiando il tipo di carne (ad esempio, scegliendo sottili fettine di vitello o di manzo), sostituendo il prosciutto cotto con fettine di prosciutto crudo o di pancetta o, ancora, giocando con altre erbe aromatiche, come timo, rosmarino, salvia o maggiorana. E poi, oltre che facilissimi, sono estremamente coreografici: non sfigurerebbero di certo ad un vostro invito a cena di amici o parenti :) Buon weekend a tutti!


ROTOLINI DI POLLO AROMATICI ALLA PIASTRA


ricetta ispirata da "
Grandi piatti a piccoli prezzi" - Cucina Moderna Oro
Ingredienti x 2-4 persone:
4 fettine di petto di pollo (circa 400 gr)
4 fette di prosciutto cotto
uno spicchio d'aglio
un mazzettino di prezzemolo
una manciata di foglie di basilico
olio extravergine d'oliva q.b.
sale e pepe

Mettete a bagno in acqua fredda quattro stecchini di legno per spiedini. Sbucciate lo spicchio d'aglio e tritatelo con il prezzemolo e il basilico lavati e asciugati. Mettete le fettine di pollo tra due fogli di carta da forno o di pellicola alimentare e battetele con un batticarne in modo da assottigliarle il più possibile.

Cospargete abbondantemente la carne con il trito aromatico, coprite ciascuna fettina con una fetta di prosciutto cotto e arrotolatele strettamente, compattando gli involtini con le mani. Tagliate eventualmente le estremità degli involtini in modo da ottenere tanti cilindri regolari (cosa che non ho fatto perchè lo trovo uno spreco inutile! Basterà servire gli spiedini con il lato del ripieno rivolto verso l'alto) e tagliate ciascuno in tre fette o, comunque, in fette di circa 3 cm di spessore.

Infilzate i rotolini di pollo con gli stecchini, mettendone 3 per ogni spiedino, spennellateli con un poco d'olio e cuoceteli sulla piastra ben calda (!), girandoli su ogni lato finchè non risulteranno essere ben cotti e rosolati. Salate, pepate a piacere e servite ancora caldo.

mercoledì 27 gennaio 2010

Rumbledethumps...

Rumbledethumps

... o quel chell'è. Fatto sta che questo è diventato in assoluto uno dei miei piatti preferiti dell'ultimo periodo, nonchè (modestamente per una cippa!) uno dei migliori che io abbia mai cucinato! Da quando l'ho scoperto, tra noi è nato un amore folle. Il profumo che si sprigiona in cottura è catartico! E tutto ciò a dispetto del nome, così ridicolo che sembra richiamare un ballo da sala sul genere del fox-trot: vi dico solo che mio padre, che qualche giorno prima, alla vista della verza che stazionava in frigo, ha storto il naso con un eloquente "bleah!", se ne è servito quattro porzioni...

Si tratta di un piatto (impronunciabile, ma se volete provarci ascoltate qui ;)) tipico della tradizione scozzese, una sorta di purè grossolano a base di patate, verza e cipolle. Semplicissimo, relativamente veloce ed economico, può essere servito come contorno a un secondo di carne ma anche, perchè no, come piatto unico. Spero di non dire un'eresia, ma somiglia molto allo stoemp belga (solitamente a base di patate, carote, pancetta e l'immancabile panna). Della serie, tutto il mondo è paese

[Edit ore 9.45: Terry mi segnala un altro parente strettissimo, il colcannon irlandese! Il nome (non è buffo?) non si riferisce al fatto che ci voglion poi le bombe a digerirlo, perchè, al contrario, devo dire che il rumbledethumps non è nemmeno particolarmente pesante ;)]

Rumbledethumps

RUMBLEDETHUMPS (PURE' DI PATATE CON VERZA E CIPOLLE)


Ingredienti per 4 persone:
500 gr di patate
400 gr di verza (o cavolo cappuccio)
1 grossa cipolla bionda (non avendola in casa, ho usato 4 scalogni)
50 gr di burro + una noce per ungere la pirofila
80 gr di formaggio cheddar (oppure groviera, emmenthal o altro formaggio similare) grattugiato
sale e pepe q.b.

Mettete le patate, con la buccia, in una casseruola di acqua fredda e salata e ponetela sul fuoco. Portate a ebollizione, abbassate la fiamma e fatele cuocere per 20 minuti o fino a quando risulteranno tenere, infilzandole con i rebbi di una forchetta. Scolate quindi le patate, lasciatele intiepidire e pelatele. In alternativa, pelatele e cuocetele a vapore, ponendole sul cestello in una pentola a pressione, a seconda dei tempi richiesti dalla vostra (la mia è piuttosto datata, ci mette di più). Mettete le patate in una ciotola, schiacciatele grossolanamente con una forchetta e tenetele da parte, coperte.

Pulite la verza (o il cavolo cappuccio) eliminando le prime foglie, lavatela, privatela del torsolo centrale e tagliatela a striscioline. Affettate la cipolla sottilmente (oppure tritatela, a piacere). Fate sciogliere il burro in una larga padella e rosolatevi la cipolla a fuoco molto dolce per dieci minuti. Aggiungete la verza, salate e fate stufare coperto per cinque minuti, mescolando di frequente. Unite anche le patate schiacciate, mescolate bene e togliete dal fuoco. Incorporate due terzi del formaggio, precedentemente grattugiato con una grattugia a fori larghi, pepate, aggiustate di sale e mescolate ancora.

Imburrate una pirofila da forno, sistematevi il composto, cospargete con il restante formaggio e fate gratinare in forno già caldo, a 180°, per 20 minuti.

Note:
- Potete sostituire la cipolla con la parte bianca di un grosso porro (secondo me deve venire ancora migliore, visto che la dolcezza del porro si presta meravigliosamente a questo tipo di cotture!)
- Potete anche aggiungere mezzo bicchiere di latte quando unirete le patate schiacciate alla cipolla e alla verza, prima di passare il tutto al forno: il piatto dovrebbe risultare, così, bello cremoso.

lunedì 25 gennaio 2010

Cake allo yoghurt, pistacchi e cardamomo

Cake yoghurt, pistacchi e cardamomo

Per non farci mancare niente, qualche giorno fa ho fatto l'estratto di vaniglia di Paoletta. Sì, perchè, ormai ad Ottobre, mi ero fatta accarezzare dall'idea di avere in casa una bella scorta di Vaniglia (la maiuscola è d'obbligo!) freschissima e profumata a un prezzo pressochè irrisorio e avevo fatto un bell'ordine, comprensivo di qualche altra spezietta (suvvia, giacchè c'erano le spese di spedizione da ammortizzare...) sul negozio Ebay.de di Madavanilla. Fatto sta che di vaniglia in dispensa ce n'era (e ce n'è, non che la cosa mi dispiaccia...) ancora tanta, quindi da lì a decidere di farne l'estratto il passo è stato mooolto breve. Sperando di riuscire a risolvere qualche problemino che ho riscontrato con lo zucchero - che non doveva cristallizzarsi e invece mi si è cristallizzato nel barattolo- (ma Paoletta mi sta aiutando in questo) dovrebbe essere pronto...d'oh! tra 3-6 mesi. Inutile dire che una boccettina da 120 ml mi sembra già poca e che penso proprio di provare anche la ricetta di Tuki, giusto per amor di scienza, ecco ;)

Cosa c'entra tutto questo, direte? C'entra, marginalmente, perchè con la vaniglia avevo comprato anche del
cardamomo, che qui sembra raro come la mosca bianca. E che, come spesso accade con qualsiasi acquisto che bramo per mesi una volta giunto in mio possesso, non l'avevo ancora usato. Il perchè è sempre quello: le ricette si sommano, si moltiplicano, si dimenticano, tornano alla mente, si scavalcano di posizione nella famigerata lista: vige un'anarchia di ricette, qui, insomma ;) But now, finally, is cardamomo-time, oh yes! Sennonchè...

Sennonchè, curiosa come una scimmia, due giorni prima di impiegare il cardamomo, leggendo che c'è anche chi se lo mangia così com'è, al posto delle mentine, per rinfrescarsi la bocca, ne apro una bacca, mi infilo in bocca i semini e ....glom. Ecco...diciamo che....bleah! In quel momento ho vissuto il dramma esistenziale: non mi piace il cardamomo. Tutti lo osannano. E a me non piace. E ne ho una bustina piena in dispensa. Occappero.

Che fare?! Esclusa immediatamente la malsana idea di nasconderlo in fondo al pattume, per allontanarlo dalla mia vista e dalla mia coscienza, ci ho provato lo stesso, ho fatto il dolce che mi ero prefissata. Beh, che dire...mai fidarsi delle prime impressioni: il cardamomo, che tanto mi aveva disgustata da solo, si è rivelato eccezionalmente buono, profumato e delicato in questo cake! La ricetta? Si tratta, probabilmente, di
una delle prime postate da Sigrid nella blogosfera, una golosa torta da colazione o da servire per il tea-time. Eccovi, quindi, le dosi, ho solo apportato qualche piccola modifica.

CAKE ALLO YOGHURT, PISTACCHI E CARDAMOMO

Ingredienti:
180 gr di zucchero
180 gr di farina 00
150 gr di pistacchi decorticati (
preferibilmente di Bronte* e comunque non salati!)
150 gr di burro

150 gr di yoghurt bianco
3 uova

1/2 bustina di lievito per dolci

1 cucchiaino di cardamomo macinato**

Preriscaldate il forno a 180°. Tritate finemente i pistacchi, unitevi, mescolando con un cucchiaio di legno, il cardamomo, il burro fuso e intiepidito, la farina setacciata e lo zucchero, poi aggiungete le uova intere a temperatura ambiente, una alla volta, lo yoghurt e, per ultimo, il lievito setacciato. Mescolate bene. Imburrate e infarinate uno stampo da plumcake (o una teglia da forno da 21 cm di diametro) e versateci il composto. Livellate la superficie e infornate per 45 minuti finché la superficie non diventi dorata, facendo comunque la prova stecchino per verificare il grado di cottura e coprendo con un foglio di stagnola, qualora tendesse a scurirsi troppo (a me sono occorsi 55-60 minuti).


Note:

* Io ho la fortuna di aver ricevuto dalla mia più cara amica, che è di Catania, alcune scatoline che conservo gelosamente, come fossero d'oro: si tratta di
polvere di pistacchi di Bronte, ossia pistacchi macinati talmente finemente da sembrare farina. Un risultato simile sarebbe ottenibile, in casa, solo con l'ausilio di un macinino, ma in mancanza potete tritare il più finemente possibile i pistacchi (mi raccomando, decorticati!) con un piccolo mixer da cucina.

** Il
cardamomo è considerato la terza spezia più cara al mondo, dopo lo zafferano e la vaniglia (non quella della nota marca eh...e aggiungerei il the matcha, anche se di spezia non si tratta ;)). Originario dell'India, fa parte della stessa famiglia dello zenzero e ha un sapore avvolgente, delicatamente amarognolo, fresco e balsamico e leggermente pepato. Lo si può comprare già macinato ma è preferibile utilizzare quello in bacche (dette anche capsule), verdi o nere, dall'odore più persistente. Basterà aprire le bacche e prelevarne i semini, pestandoli in un mortaio fino a polverizzarli. I suoi utilizzi sono i più disparati: ci si possono fare dolci e biscotti, ma anche usarlo per pietanze salate (come riso o carne) o, semplicemente, aromatizzarci il caffè ;) Il cardamomo nero è molto più forte di quello verde e potrebbe non incontrare tutti i gusti: viene usato prevalentemente con le carni.

venerdì 22 gennaio 2010

Happy birthday to my blog!

Happy Birthday blog!

Ebbene sì. Il giorno 20 Gennaio scorso, Muffins, cookies e altri pasticci compieva due anni di vita. E io me ne sono scordata!! Se ci ripenso, sembra ieri che ho iniziato questa avventura, senza pretese e senza troppa convinzione, con la grande voglia di condividere la mia passione con persone altrettanto appassionate di ciò che fanno, ma con la piena consapevolezza che la mia incostanza connaturata non gli avrebbe garantito lunga vita.

Guardo indietro, al 20 Gennaio 2008, e mi ricordo una notte insonne, come tante altre. E mi ricordo i primi commenti di altri blogger, che mi davano il benvenuto in questa realtà. Quanti di loro ho perso per strada, quante persone nuove ho incontrato sul mio percorso mese dopo mese, quanti post scritti e letti, quanti commenti ricevuti, quante cose. Una sorta di vita parallela, che a volte ha messo in crisi anche quella reale, ma che tante altre volte mi ha riempito di bellissime soddisfazioni.

Non farò bilanci, anche perchè per mia natura tendo sempre a volere qualcosa di più, a non accontentarmi mai. Spero solo, in questi due anni, di avervi lasciato qualcosa. Di avervi trasmesso qualche emozione, di avervi aiutato a risolvere qualche cena, di avervi fatto sorridere e riflettere, di avervi fatto sentire a vostro agio, come di fronte a una tazza di the con un'amica (con gli immancabili biscottini!), di avervi aperto un pezzetto di me, nel bene e nel male.

Ora basta, che sto diventando malinconica come mio solito ;) Prendete una fettina di cake a testa, le ho già preparate ciascuna col suo tovagliolino, una tazza di buon thè caldo, accomodatevi sul mio divano (forse starete un po' strette, ma visto il freddo che c'è staremo più calde) e festeggiamo insieme!

mercoledì 20 gennaio 2010

Crackerini al sesamo, timo e limone

Crackerini al sesamo, timo e limone

Quando passi tre giorni a rammaricarti della tua incapacità e disorganizzazione e a piangerti addosso perchè hai sottovalutato la lunghezza e la difficoltà di una tesi con materiale tutto in inglese
(eh già, perchè ti servono altri due mesi densi di lavoro e ti han chiesto la consegna tra due settimane, quindi devi saltare la sessione) beh, la dieta può aspettare. E non è una scusa per indulgere, è che la testa proprio sta dappertutto tranne che sintonizzata su calorie, chili da perdere, piatti light e via dicendo. Quindi la decisione è: contenersi, cucinare prevalentemente light, ma non disdegnare qualcosa di più quando ne sento il bisogno, almeno per ora. E finire comunque la tesi in 'sti due mesi, così da cercare un lavoro fisso, anche se temporaneo, e dedicarmi al completamento della casa. Insomma, siete avvertiti: chiunque mi chiederà come procede la tesi, rischia grosso ;), un po' come dire a una persona (sempre una a caso eh...)che ti sembra che si sia ingrassata (già, anche questo è un recente quanto drammatico episodio).

Cambiando discorso. Ma un raggio di sole tornerà mai fuori? Ormai sarà un mese che l'Emilia è avvolta da un grigiore sonnolento e da una nebbia umida e fredda...io comincerei anche a rompermi un pochetto gli zebedei, eh?! Direi che la foto di oggi fa capire le condizioni disperate di luce in cui versiamo: abbiate pazienza, quell'ombra è sgradevolissima, ma meglio di così non potevo davvero fare. I crackerini, così soprannominati da me medesima per la loro dimensione mignon, però, sono buonerrimi: consigliatimi da un'amica a dieta (che li ha trovati qui), sono profumatissimi di timo fresco e di scorza di limone, belli rustici grazie al sesamo e anche abbastanza leggeri (se non ve li sparate tutti e condividerete generosamente il cestino con i vostri commensali!). Personalmente li ho preferiti a temperatura ambiente che appena sfornati, trovo che i profumi e la fragranza ne traggano giovamento.
A proposito, lo sapete come si fa a pulire facilmente i rametti di timo, vero? Basta staccare singolarmente i ramettini e, stringendone uno alla volta tra le dita, fare un movimento dall'alto verso il basso, strappando poi le puntine che rimangono attaccate ;) Un po' lunghino, forse, ma facile, e non c'è proprio paragone con il timo secco.
CRACKERINI AL SESAMO, TIMO E LIMONE

Ingredienti per 30/40 crackers:

170 gr di farina 0
la scorza grattugiata di un piccolo limone bio
15 gr di rametti di timo fresco

2 cucchiai di semi di sesamo
20 gr di burro

20 ml di olio extravergine d'oliva

60 ml di acqua raffreddata con un cubetto di ghiaccio
sale e pepe q.b.


Inoltre:

1 albume (o latte q.b.)

1 cucchiaio di semi di sesamo

Preriscaldate il forno a 200°. Mettete in una ciotola la farina, la scorza di limone grattugiata finemente, le foglioline del timo tritate, i semi di sesamo, il sale (per la quantità regolatevi a vostro gusto: io ho dato una spolverata con due pizzichi generosi) e una macinata di pepe e mescolateli tra loro. Aggiungete l'olio extravergine d'oliva ed il burro ed iniziate a lavorare con le mani tutti gli ingredienti. Una volta ottenuto un impasto di consistenza simile al pangrattato, unite anche l'acqua. Trasferite quindi, il composto sulla spianatoia ed impastate fino a quando il tutto non sarà omogeneo e sodo.


Stendete l'impasto con il mattarello sulla spianatoia leggermente infarinata ottenendo una sfoglia molto sottile, quindi ricavate i crackers, tagliandoli con una rotella dentata in quadrati o rettangoli, o ancora in cerchi del diametro di circa 5 cm o delle forme che preferite (utilizzando in questo caso dei tagliabiscotti). Disponeteli su una teglia rivestita di carta da forno, spennellateli con l'albume d' uovo leggermente sbattuto (o il latte) e spolverizzateli con il sesamo. Infornate, quindi, i crackers e lasciateli cuocere fino a che non saranno dorati: dipenderà dal forno, a me sono occorsi 20-25 minuti. Una volta cotti, toglieteli dal forno e fateli raffreddare su di una gratella.

venerdì 15 gennaio 2010

Le far breton

Far breton

No, no, fermi: il periodo detox non è già miseramente finito, anzi *fallito*. In realtà questa foto ce l'ho in stand by da quasi due mesi, perchè non è che mi convincesse poi più di tanto, boh. La foto intendo, ma anche il dolce, che seppur buono, non è propriamente il tipo di dolce che mi fa strappare i capelli, ecco: però è celebre, e tanto decantato (ne parla anche Sigrid nel Libro del cavolo, per dire), insomma s'aveva da provare e sono certa che qualcuno lo apprezzerà molto più di me, che sono notoriamente amante di sapori un po' più rustici. Per una volta, almeno, ho scongiurato l'effetto frittata che ottenni un decennio fa, novellina in cucina, con un raccapricciante clafoutis alle pesche e cioccolato (bleah) trovato sul retro della scatola delle gocce di cioccolata.

La (il?) far breton è un dolce, come dice il termine stesso, della Bretagna: sostanzialmente un flan di crema pasticcera cotta al forno, densa e compatta; rapido e di semplice esecuzione, è perfetto per la colazione o per il the pomeridiano. Il più tradizionale è quello realizzato con le prugne secche, il far breton aux pruneaux, ma potete anche utilizzare albicocche secche o uvetta, a piacere, difatti io l'ho provato associando prugne ed albicocche secche.

Leggo da FrancescaV che la far può essere servita spolverizzata con un po’ di cannella o gustandola tiepida in accompagnamento ad una pallina di gelato alla vaniglia o alla crema, mentre Il libro del Cavolo (che francamente adoro e che non smetterei mai di sfogliare anche solo per riempirmi di profumi e di atmosfere) mi illumina sul fatto che vada preparato col burro salato, burro che nella ricetta da me provata manca completamente. Ma ormai sarà per la prossima volta!

La ricetta è di Sabrina, che mi ha detto di averla carpita durante un viaggio in loco ;)
Fate solo attenzione perchè questa dose è moooolto abbondante.

Far breton


FAR BRETON

[Version française]*

Ingredients:
250 gr de farine
1 litre de lait

4 oeufs
250 gr de sucre

1 petite cuillere d'huile

1 pincèe de sel

pruneaux ou raisins secs

Pour cette recette comme pour beaucoup d'antres, la qualité des matières premières est importante. Mettre la farine dans un plat creux. Former un puits pour incorporer les oeufs battus en omelette, l'huile et le sel, et sucre, puis ajonter progressivement le lait et mélanger jiuson à l'obtention une pàte homogène. Gjouter les fruits preàlablement roulés dans la farine afin d'eviter ou'ils ne tombent au fond du moule. Cuire au foue à 200° pendant l h environ: la surface du far doit étre dorèe.

[Versione italiana]

Ingredienti:

250 gr di farina
1 litro di latte
4 uova

250 gr di zucchero
1 cucchiaino d'olio d'oliva
un pizzico di sale

250 gr di prugne secche, uvetta, albicocche secche (a scelta)

Per questa ricetta come per tante altre la qualità delle materie prime è importante. Setacciate la farina in una terrina, formate una fontana e incorporate le uova sbattute con una frustina come per fare l'omelette, aggiungete l'olio, il sale, lo zucchero e diluite progressivamente con il latte, sempre mescolando bene, fino ad ottenere un impasto omogeneo. Rotolate la frutta nella farina (se usate le albicocche secche ammollatele precedentemente per una decina di minuti in acqua tiepida, quindi strizzatele) per evitare che vada a finire sul fondo e aggiungetela al composto. Imburrate bene una pirofila dai bordi alti, versatevi il composto e infornate a 200° per un'ora, fino a quando sarà dorato.

*della cui correttezza lessicale e grammaticale non rispondo, essendo digiuna di francese, ma la ricetta mi è stata data in entrambe le lingue e così ve la riporto ;)

E ora come la classifichiamo questa qui? Torta? Dolce al cucchiaio? Mettiamo entrambi i tag, và... (ma solo io mi faccio di sti problemi esistenziali da sfig***? ) ;P

martedì 12 gennaio 2010

[Detox #1] Crema di finocchio e spinaci all'uvetta

Crema di finocchio e spinaci all'uvetta

Mi davate già per dispersa - ne sono sicura! - ed in effetti ci sono andata molto vicina. Mi ci è voluto qualche giorno di assestamento per realizzare, come ogni volta, che non posso fare una dieta campando solo di materie prime o di preparazioni ultrabasilari e noiosamente ripetitive (il minestrone, la bistecchina ai ferri, i legumi al pomodoro...), ma che c'è un modo, o almeno bisogna trovarlo, per realizzare, tempo permettendo, qualche cosa
di più. Sempre rimanendo nell'ottica di leggerezza, ovvio. Mica così facile, eh. Non è che siano poi tante le ricette appetitose che non abbiano dentro almeno due ingredienti che in una dieta sarebbe meglio non associare tra loro!

Da tempo, però, occhieggiavo questa zuppettina verde intenso da una pagina strappata non-so-quando-non-so-dove, e oggi me la sono preparata per pranzo, accompagnata da 50 grammi di pane integrale e da un'insalatina verde poco condita. L'ho fatta per me soltanto, dubbiosa sul risultato: beh, che dire...è ottima! Se non vi piace l'uvetta potete ometterla, ma dà davvero un tocco in più, dolciastro, a questa vellutata, che non fa assolutamente rimpiangere, quanto a cremosità, le più caloriche versioni con le patate. E il finocchio è anche detox, cosa volete di più?


CREMA DI FINOCCHIO E SPINACI ALL'UVETTA

Ingredienti per 1 persona allegramente* a dieta:

60 gr di spinaci freschi (o 1 cubetto di quelli surgelati)
200 gr di finocchi
1/2 cipolla bionda di piccole dimensioni (o 1/2 scalogno grandino)
1 spicchietto d'aglio
1/2 cucchiaio di uvetta sultanina

un filo d'olio extravergine d'oliva

300 ml di brodo vegetale

origano fresco o secco

10 gr di grana a scagliette

sale q.b.

Ammollate l'uvetta in una ciotolina di acqua tiepida per 15 minuti. Nel frattempo, mondate gli spinaci e lavateli con cura. Sbucciate e affettate la cipolla (o lo scalogno) e schiacciate lo spicchietto d'aglio, eliminando la pellicina che lo riveste. Lavate anche i finocchi, privateli delle parti legnose o scure (avendo cura di conservare qualche barbina per la decorazione) e riduceteli a spicchietti.
In una piccola casseruola, appassite dolcemente la cipolla e l'aglio con un filo d'olio per 7-8 minuti, mescolando di frequente e bagnando con qualche cucchiaio di brodo bollente per evitare che si attacchino al fondo. Aggiungete gli spinaci spezzettati e i finocchi a spicchietti, lasciateli insaporire qualche istante, quindi versatevi il restante brodo, portate a ebollizione, coprite con un coperchio e cuocete per 15 minuti.

Quando le verdure sono cotte (devono risultare tenere infilzandole con una forchetta), frullatele con il minipimer: se il tutto dovesse risultare ancora brodoso, mettetelo sul fuoco e fatelo restringere finchè non si addenserà; se invece dovesse risultare un po' troppo asciutto, allungate con un po' di acqua calda e fate amalgamare, sempre sul fuoco. Regolate infine di sale. Versate la crema in una ciotola, cospargetela con l'uvetta ammollata e ben asciugata, una spruzzata di origano (che io mi sono scordata!) e il grana a scagliette. Decorate con le barbine del finocchio tenute da parte e servite.


* Il "tristemente" è stato sostituito da "allegramente" per menzione speciale alla mia dolcissima Sweetcook, che quando passa di qui sa sempre dire la parola giusta ;)
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Se avete delle ricette con i finocchi da condividere, vi segnalo la raccolta, ormai al termine, di Antonella "
Non lasciamoci infinocchiare!": avete tempo fino al 15 gennaio...e tutto il tempo a disposizione per consultare il già fornitissimo elenco di ricette finocchiose! ;)

giovedì 7 gennaio 2010

Chocolate crinkles

Chocolate crinkles

Mi piaccio perchè sono una persona coerente. Nemmeno il tempo di affermare fieramente che "io non sono affatto una da propositi" ed ecco che mi riscopro a recitare religiosamente il tanto familiare "mantra dei dovrei": del tipo "dovrei mettermi a dieta e perdere 5 chili"
(anzi no, facciamo 10), "dovrei organizzare meglio il mio tempo e riuscire a fare tutto -casa-tesi-lavoro-blog- senza stress" (depennato nel giro di 5 secondi scarsi, utopistico in modo vergognoso), "dovrei dimostrare di più quanto voglio bene a certe persone" e via dicendo. Tra questi, "dovrei ancora postare quei biscotti preparati per le compagne di swap (ma tanto chi non li conosce i Chocolate Crinkles?)".

E sia. Fuori dalle scatole le foto vecchie
(specie se si tratta di golosissimi dolci, categoria che dovrei per il momento cancellare dal mio vocabolario alimentare!), spazio alle nuove. Non ve l'ho detto che questo era uno dei miei propositi per il 2010?! ;)

Ah, dimenticavo! Se non si fosse capito, da oggi questo blog, foto arretrate permettendo, entra in detox & diet time: chi deve dimagrire e purgare i peccati festivi mi segua, almeno fin quando riuscirò a seguire i miei morigerati intenti...

La ricetta è from Spilucchino, a sua volta from Croce & delizia. Enjoy it!

CHOCOLATE CRINKLES

Ingredienti (x 40-50 biscotti):
225 gr di cioccolato fondente di ottima qualità
60 gr di burro
100 gr di zucchero
2 uova grandi
225 gr di farina 00
2 cucchiaini di estratto naturale di vaniglia
1 cucchiaino raso di lievito per dolci
un pizzico di sale

Per la copertura:
zucchero a velo e zucchero semolato

Spezzettate al coltello il cioccolato, ponetelo in una casseruolina insieme al burro e fateli sciogliere a bagnomaria. In una ciotola, setacciate la farina con il lievito e il sale.
In un'altra capiente ciotola, sbattete con le fruste elettriche le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso, quindi unite l'estratto di vaniglia, il cioccolato fuso intiepidito ed, infine, la farina setacciata, mescolando velocemente con un cucchiaio di legno solo il tempo necessario affinché il tutto venga assorbito, non oltre. Coprite la ciotola con pellicola per alimenti e mettetela in frigorifero per almeno 3 ore, meglio se tutta la notte.

Al momento di realizzare i biscotti, preriscaldate il forno a 170°.
Versate lo zucchero a velo e quello semolato in due ciotoline.
Estraete l’impasto dal frigo (magari un po' prima perchè sarà bello duro), prelevatene con un cucchiaio dei pezzetti e formate con le mani delle palline di circa 3 cm di diametro. Durante questa operazione badate a non far surriscaldare troppo l'impasto: se ciò dovesse accadere, riponetelo in frigorifero tra una sfornata e l'altra.

Passate le palline prima nello zucchero semolato, pressando leggermente per farlo aderire bene, e poi nello zucchero a velo, ricoprendole con uno strato abbondante (si deve notare un buon ispessimento) prima di disporle, ben distanziate, su una teglia rivestita con carta da forno. Se preferite dei biscottini più bassi, schiacciateli leggermente con la mano dopo averli disposti sulla teglia.

Infornate per circa 8-9 minuti: non superate il tempo indicato poiché i bordi dovranno essere fermi ma il cuore ancora morbido. Lasciate intiepidire i biscottini sulla teglia, quindi trasferiteli su di una griglia e lasciateli asciugare bene prima di riporli in una scatola di latta, dove si conserveranno a lungo.

lunedì 4 gennaio 2010

Cake alla feta ed erbe

Cake feta ed erbe

Per definire l'ultimo mese del 2009 mi viene in mente una parola sola: disontissicazione. Non certo alimentare, suvvia, chi ci crederebbe? ;-) Trattasi piuttosto di chiaro esempio di disintossicazione da blog, ossia quello status mentale per cui:

1. cucini e non ti passa manco per l'anticamera del cervello di sbatterti per fotografare il risultato;
2. non ti senti in colpa con te stessa per cucinare qualcosa dopo le 14, ergo "non fotografabile";
3. ti rifiuti di sottrarre il piatto ai tuoi commensali (familiari) per evitare che lo finiscano e in modo tale da poter scattare qualche foto l'indomani, sempre che il tempo ti faccia la grazia di essere clemente (ovvero, mai)
4. provi ricette a ispirazione, senza pensare al fatto che qualcuno le abbia già proposte o che non rispettino il turn-over delle categorie e altre (diciamolo!) menate simili;
5. fai tutt'altro che seguire il tuo blog ed altri foodblog che ti facciano sentire in colpa per come stai bistrattando il tuo ;-) (vedi i 4 punti precedenti).

Insomma, anno nuovo, solita vita. Riprendiamo le buone, vecchie abitudini e chissene se questa è una ricetta che già gironzola per la rete, se la foto è abominevole (nonostante mi sia procacciata, su consiglio di Fiordilatte, Photoscape, e le abbia provato a dare una sistematina), se l'ho fatta...uhm...diciamo più di un mese fa, se le erbette sul davanzale sopravvissute alla fine dell'estate sono tutte defunte sotto la coltre di neve pre-natalizia (erba cipollina, menta e prezzemolo, R.I.P.)...esistono pur sempre i supermercati, no?

Non sono stata convincente, lo so, ma diciamo che ci ho provato ;-) Comunque sia, date una possibilità a questo fantastico cake salato, che mi ha consentito di rivalutare a pieno la feta nelle preparazioni cotte, dopo una sola esperienza con uno strudel a dir poco abominevole: è davvero profumatissimo, delicato, sapido senza risultare invadente, con la crosticina friabile e l'interno bello umido. In una parola, perfetto!

CAKE ALLA FETA ED ERBE

ricetta tratta "Cakes dolci e salati" di Ilona Chovancova - Guido Tommasi Editore

Ingredienti:
180 gr di farina
3 uova
10 cl di latte parzialmente scremato
10 cl di olio d'oliva
100 gr di gruyère
200 gr di feta
2 o 3 manciate di erbe aromatiche fresche (basilico, menta, prezzemolo, erba cipollina)
1 bustina di lievito per torte salate
sale e pepe

Scaldate il forno a 180°. Tagliate la feta a dadini, grattugiate il gruyère con una grattugia a fori larghi e tritate grossolanamente le erbe. Imburrate e infarinate uno stampo da plumcake.
In una ciotola, sbattete leggermente con una frustina le uova con l’olio e il latte. Aggiungete la farina, il gruyère grattugiato, la feta a dadini e le erbe tritate. Salate e pepate. Mescolate e incorporate delicatamente il lievito.
Versate l'impasto nello stampo e infornate subito. Fate cuocere per 50 minuti (a me ne sono bastati 35). Lasciate raffreddare il cake prima di sformarlo.

Varianti:
- potete aggiungere anche una bella manciata di olive nere denocciolate al composto
- potete sostituire il gruyère con emmenthal, oppure variare utilizzando al suo posto 60 gr di parmigiano grattugiato.