martedì 25 gennaio 2011

Crumble di broccolo romanesco con frutta secca e provolone

Crumble di broccolo romanesco, frutta secca e provolone

Devo ammettere che tornare a scrivere dopo il post scorso mi riesce particolarmente difficile. Non foss'altro perchè il vostro sostegno è stato così grande, bello e inaspettato da non avere parole sufficienti per ringraziarvi ad una a una come meritereste. Ho letto con estrema attenzione tutti i vostri commenti, le e-mail, i messaggi e sono rimasta più di una volta senza parole davanti a tanto affetto, stima ed interesse. Ogni parola mi sembra insufficiente e mi spiace sinceramente di non aver ancora trovato il tempo di rispondere alle tante e-mail, oltre che hai tanti commenti, quindi vi chiedo davvero scusa di questo. Non proseguo oltre, sono già sufficientemente in imbarazzo: insomma, si è capito vero che per me il vostro supporto e le vostre parole sono state quanto mai fondamentali, sì? Quindi grazie a tutte, di vero cuore!

Come potete notare, sto facendo fede agli accordi intercorsi con me stessa e la sto prendendo davvero serenamente. Stasera avevo finalmente voglia di scrivere e ho pensato bene di cavalcare l'onda prima che fosse troppo tardi. D'altronde l'abominevole programmazione del martedì sera non fa certo rimpiangere il fatto di estraniarsi per un po', visto che in questo momento il canale è sintonizzato su "Scusa ma ti chiamo amore", e qui mi autocensuro da me medesima. Raul Bova incarna forse l'unica esimente, ma anche qui potrebbe passare per una mera ripicca nei confronti di quell'essere (alias moroso) che mezz'ora fa sbavava copiosamente alla vista dello sculettamento delle Veline. Tsk! Che poi cos'avranno ste Veline più di me, visto che a conti fatti hanno persino qualcosa di meno...(i chili...).

E poi, a volerla dire tutta, sono sicurissima che quei due stuzzicadenti ancheggianti (sospiro di consapevolezza che sta a significare che so perfettamente che si tratta di due super-sgnacchere da competizione) non si concederebbero mai, chessò, il piatto qui sotto. Al massimo se magneranno il broccolo lesso...scondito. Ditemi se sbaglio!

Crumble di broccolo romanesco con frutta secca e provolone

ispirata dalla ricetta "Crumble di broccolo romanesco con fichi secchi e pinoli" di Sigrid Verbert

Ingredienti:
un broccolo romanesco (o broccolo, o cavolfiore, o tutti e tre)
100 gr di provolone DOP, preferibilmente piccante
olio extravergine d’oliva
sale & pepe

Dividete il broccolo in cimette, lavatele accuratamente e fatele cuocere al vapore: se utilizzate la pentola a pressione basteranno circa 7 minuti, devono essere tenere ma ancora sode. Versate le cimette in una ciotola, conditele con il provolone DOP grossolanamente grattugiato, un filo di olio, sale e abbondante pepe. Mescolate bene il tutto.

Per il crumble:
50 gr di burro
circa 4 cucchiai di farina (anche in tutto o in parte sostituita con farina di segale, integrale o, come nel mio caso, di grano saraceno)
[3 o 4 fichi secchi, io li ho sostituiti con 2 cucchiai di mandorle non pelate]
2 cucchiai di pinoli
1 cucchiaio abbondante di parmigiano grattugiato
sale & pepe

Fate sciogliere il burro nel microonde in un piatto fondo. Aggiungete la farina, il parmigiano ( i fichi tagliati a dadini molto piccoli, se li avete scelti), le mandorle e i pinoli. Sgranate l’impasto con le dita, aggiungendo ancora un po’ di farina se dovesse risultare troppo molle (per me circa altri 3 cucchiai) fino ad ottenere delle grosse briciole. Aggiustate con poco sale e pepe e, se siete in attesa che il broccolo si cuocia, riponete in frigo.

Disponete le cimette condite in pirofiline individuali o in una pirofila più grande da forno, cospargetele con le briciole senza schiacciarle e infornate a 190° per una quindicina di minuti o finché il crumble sarà leggermente dorato.


ps. qualche giorno fa il blog ha festeggiato il suo terzo compleanno. Come al solito sono riuscita a farlo passare in sordina, eppure il regalo più bello sono state le vostre parole, c'è poco da aggiungere! Quindi non mi resta che offrirvi, in ringraziamento per questi giorni trascorsi assieme, un mazzo di rose d'autunno: belle, variegate, inaspettate...

Rose d'autunno

domenica 16 gennaio 2011

Gli sformatini del ritorno

Sformatino di topinambour con salsa alle acciughe

Devo essere sincera con voi. Non ne avevo più voglia. Di cosa? Beh, semplicemente di portare avanti il blog. No, non era la solita crisi passeggera che mi prende ogni tanto, era un malessere più profondo, dato da ragionamenti che includevano il clima generale che percepisco intorno a questa realtà da un po' a questa parte, oltre che il tempo che mi porta via. Mi sono ritrovata a cucinare molto più volentieri senza avere l'ansia di dover fare in fretta per poter fotografare, senza il pensiero di come comporre lo scatto, senza il nervosismo di quando la foto non riesce, o perchè non c'è manco il tempo di farla (e non è questione di rallentare ulteriormente i tempi, già notevolmente rallentati negli ultimi mesi), o perchè non mi piace come è risultata, senza il pensiero di scrivere il post. Mi sono interrogata sulle ragioni di questo malessere che ci portiamo dietro noi autrici di blog di cucina, eteroimposte o autoimposte che siano. Mi sono chiesta a chi/che cosa veramente serva tutto questo sbattimento. Mi sono fatta domande su persone che sento solo quando hanno bisogno di aiuto in cucina, di una ricetta, di un'idea. Mi sono sentita "diversa" quando mi è stato fatto capire, neanche troppo velatamente, che la mia è una "fissazione". Avevo deciso di lasciare passare un po' di tempo, ma giorno dopo giorno, anzichè migliorare, sentivo sempre meno la mancanza del blog. Avevo deciso che forse era il caso di chiudere, una volta per tutte.

E allora perchè sono qui a scrivere, direte?

Perchè nonostante sia quasi un mese che manco e quest'assenza sia forse passata inosservata, mi rendo conto che questo posto mi serve un po' come sfogo e come confronto. Non è sempre così, ahimè, spesso il confronto è veramente limitato rispetto allo sbattimento di fare un post, diciamocelo. Eppure questa sono io. Voglia di conoscere cose nuove, curiosità, semplice passione: chiamatela come volete. E non sono diversa: è solo che questo è il mio interesse principale, questa è la cosa che mi piace di più fare, questa la cosa che mi riesce meglio e per cui mi diverto di più a mettermi in gioco. I miei pensieri della giornata, le chiacchiere fatte più volentieri, i momenti più belli ruotano tutti intorno al cibo, alla cucina. Tutto qui.

Non m'importa di questa mia "stranezza", nè di fare la ricetta che nessuno ha mai fatto, nè la foto più figa della blogosfera, nè di essere "nel giro". Questa è la mia cucina, questi i miei pensieri, questi i miei ricordi. Possono piacere o meno, possono essere capiti o meno. Non devo renderne conto a nessuno se saranno interessanti o faranno addormentare, se scrivo una volta al mese o dieci, se faccio la ricetta presa dalla rivista o me la invento di sana pianta, se la foto è curata nei minimi dettagli o l'ho rubata nei cinque minuti che avevo alla luce artificiale delle sei di sera. Basta dogmi! Questi i miei propositi per il 2011: spontaneità e sostanza. Al diavolo tutto il resto.

p.s. ricetta strepitosa, buonissima, con i miei amati topinambour, scoperta recente (provati la prima volta negli spaghetti, con un accenno, anche lì, di aglio e acciughe) ma di cui non posso più fare a meno. L'abbinamento di questo morbidissimo e delicato sformatino con la salsa di acciughe, mooolto saporita e robusta, quasi immangiabile da sola, è azzeccatissimo. Da rifare, e rifare, e rifare! La foto, come noterete, è stata "rubata" a tavola senza troppe pippe.

A proposito di sostanza, veniamo alla ricetta, che vi riporto con le mie annotazioni (per l'originale, vedete il link qui sotto)

Sformatini di topinambour con salsa all'acciuga

ricetta di Giuliana - Coquinaria

Ingredienti per 4 pirofiline individuali:

Per gli sformatini:
500 gr topinambour da pulire
3 uova
90 gr panna liquida fresca
3 cucchiai colmi di parmigiano grattugiato
un limone
olio extravergine d'oliva
poco brodo vegetale
sale & pepe

Per la salsa:
1 vasetto scarso di acciughe sottolio sgocciolate
110 gr panna liquida fresca
1 spicchio d'aglio
un cucchiaio d'olio

Sbucciate accuratamente con un pelapatate i topinambour, lavateli bene e immergeteli man mano in acqua acidulata con succo di limone per non farli annerire. Sgocciolateli e tagliateli a tocchetti. In un tegame riscaldate un filo d'olio e unite i topinambour, aggiungete un po' di brodo vegetale e un pizzico di sale e cuocete a tegame coperto e a fiamma dolce per circa 20 minuti o finchè saranno molto morbidi, aggiungendo un altro pochino di brodo qualora dovessero asciugarsi troppo. Quando saranno cotti, prelevateli dal liquido residuo e frullateli bene col frullatore, anche a immersione; lasciate intiepidire la purea ottenuta. A parte, in una terrina, sbattete leggermente le uova con la forchetta, unite la panna ed il parmigiano, quindi aggiungete la purea di topinambour e regolate di sale e pepe.

Imburrate abbondantemente uno stampo a piacere o degli stampini individuali (di ceramica o di alluminio), cospargeteli di pangrattato e versatevi il composto utilizzando un mestolino. Riponete lo stampo/gli stampini in una teglia in cui verserete due/tre dita di acqua calda, ma non bollente. Ponete la teglia in forno a 180° per circa 30/35 minuti (saranno pronti quando risulteranno resistenti al tatto); trascorso questo tempo, togliete lo stampo/gli stampini dal bagnomaria e proseguite la cottura in forno per altri 5 minuti. Lasciate riposare qualche minuto, sformateli e serviteli con la salsa all'acciuga.

Per la salsa all'acciuga: in un pentolino versate il cucchiaio di olio, unite lo spicchio d'aglio intero, versate le acciughe e lasciatele disfare dolcemente. Unite la panna fresca e lasciate sobbollire a fuoco basso, facendo ridurre un po'. Quando il composto si sarà un po' addensato, togliete l'aglio e servite la salsa insieme allo sformato/agli sformatini.