mercoledì 30 giugno 2010

Dip's party # 1: tzatziki

Tzatziki

L'idea per una serata a base di salsine mi ronzava in testa già da un po'. Io ho sempre avuto una passione insana per le cene a base di stuzzichini e di fingerfood vari ma una incentrata su sole salse e verdurine, crostini e pane di accompagnamento ancora mi mancava. E' stato molto divertente scegliere le salsine e portarle in tavola accompagnate da cruditè di verdure a bastoncino, tortilla chips e pitta da intingervi. Ovviamente potete scegliere le salse che preferite ed accompagnarle a queste e mille altre cose, come sfoglie di carasau spezzettate e tostate in forno, fettine di pane grigliato, crackers e sfogliatine etc.

Da oggi vi propongo, quindi, le scelte effettuate per il mio dip's party for two. Come prima salsa ho scelto il tzatziki, un'altra delle cose che preferisco in assoluto. Ho avuto modo di assaggiarlo alcuni anni fa a Mykonos, dove io e la mia amica, per tamponare le spese di quest'isola tutt'altro che economica, pranzavamo spesso a base di souvlakia, patatine fritte e tzatziki e cenavamo a sere alterne con gyros pita. Ricordo che là lo facevano agliosissimo e io lo adoravo, ma l'età avanza e la mia digestione non è più quella di 3 anni fa, quindi ho preferito stare scarsa di aglio, anche perchè qui di vampiri, in giro, non ne abbiamo :) Il voto è stato un bel 10 e lode!

La ricetta proviene da "Falling Cloudberries" di Tessa Kiros, un libro magnifico di cui non potrei mai più fare senza, anche solo per sfogliarne qualche pagina prima di andare a letto. Tessa è un vero meltin pot di razze e culture ed è greco-cipriota da parte di padre, quindi ho deciso di rimettermi alla sua tradizione in merito per le proporzioni ideali.

Tzatziki di Tessa Kiros

Lo tzatziki è la tipica salsa greca a base di yogurt, cetriolo, aglio e menta. E' perfetta da servire con agnello o altri tipi di carne alla griglia, souvlakia, pesce alla griglia o alla brace, un vassoio di meze misti, polpettine di carne, verdure grigliate o a pinzimonio, pitta o crostini di pane da intingere nella salsa.

Ingredienti x 6-8 persone (io ho dimezzato la dose):
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di succo di limone
1 cetriolo di piccole dimensioni
1 cucchiaino di sale
600 gr di yogurt greco
2 cucchiai di menta fresca, tritata, o secca, sbriciolata

Tritate molto finemente l'aglio (oppure schiacciatelo con lo spremiaglio) e mettetelo in una ciotolina con l'olio d'oliva e il succo di limone. Intanto pelate il cetriolo a strisce alternate nel senso della lunghezza, pelando una striscia e lasciando quella successiva; grattugiatelo con una grattugia a fori larghi e mettetelo in un colino a maglia fine disposto sopra ad una ciotola nel lavandino. Cospargetelo con il sale e lasciatelo così per mezz'ora affinchè perda completamente l'acqua, quindi schiacciatelo con le mani o con un cucchiaio di legno per far uscire tutto il liquido. In questo modo si eviterà che lo tzatziki risulti acquoso.

Mettete lo yogurt in una terrina e incorporate la menta tritata o sbriciolata. Unite la miscela d'olio, aglio e limone e i cetrioli e insaporite con una macinata di pepe nero. Amalgamate bene e assaggiate di sale prima di servire. Se non si serve subito in tavola, conservare lo tzatziki in un contenitore chiuso in frigorifero, dove il gusto si farà più intenso. Si conserva per un paio di giorni.


Ci tenevo a segnalare, a seguito delle tantissime richieste di amicizia ricevute su Facebook da lettori silenti del blog e che mi trovo purtroppo a dover rifiutare per questioni di mia riservatezza, che ho creato una pagina apposita per il blog, dove potremo interagire in maniera più diretta e potrete rivolgermi domande, osservazioni o quello che volete ^_^. La trovate digitando nella ricerca Muffins, cookies e altri pasticci. Spero che sia tutto chiaro e sia filato tutto liscio, altrimenti non esitate a contattarmi: vi aspetto eh!


lunedì 28 giugno 2010

Crostata di sfoglia con erbette, uvetta e ricotta

Crostata di sfoglia con erbette, uvetta e ricotta

I regali mangerecci sono tra quelli che preferisco. Oddio, non disdegno nemmeno della bella oggettistica da casa e da cucina, o dei libri, sempre preferibilmente di cucina, o tante altre cose, ma è così difficile rispecchiare e accontentare i miei gusti che un sacco di bietole, e parlo letteralmente poichè di vero e proprio sacco si trattava, può farmi davvero felice (questo non vuol dire che per la mia laurea io desideri un sacco di bietole, eh, sia chiaro :D) Ultimamente, poi, mi trovo sempre più spesso ad invidiare chi può disporre di frutta e verdura fresca dal proprio orto e di qui il passo a fantasticare di vivere in una casetta di campagna con giardino e orticello annesso è molto, molto breve. In verità, come è noto, spinaci, bietole & co. sono tra le verdure più voluminose in frigo e più risicate in padella, visto che diminuiscono in maniera incredibile una volta cotte, quindi mi sono bastate un paio di ricette per ultimarle, oltre ad una velocissima pasta alle bietole con sughetto al pomodoro e aglio, ma di questo non penso ci voglia spiegazione alcuna, vero?

Questa torta, specifichiamolo subito a scanso di equivoci, non è una torta salata bensì un dolce tratto da uno speciale di Sale & Pepe che mi ricorda tanto l'erbazzone dolce tipico della mia zona. E vi assicuro che farà ricredere anche coloro notoriamente diffidenti nei confronti delle verdure, da sole ma anche come ingrediente di torte e cake. A me invece piace molto inserire un po' di verdura nei dolci e credo che in futuro sarà uno dei modi in cui cercherò di farla apprezzare ai miei bambini.

Un'unica accortezza: io avevo fatto la mia bella griglia con le strisce di sfoglia, come previsto dalla ricetta, ma non appena infornata la torta queste sono immediatamente affondate, come potete notare dalla foto, con imprecazioni in quindici lingue della sottoscritta. Per questo motivo vi consiglio assolutamente di non farle, non vale davvero la pena di perdere tempo inutilmente. Mi continuo a chiedere come poi, le riviste, riescano a fare foto come questa di una ricetta che, seguita alla lettera, non dà affatto il medesimo risultato estetico, ma vabbè.

Crostata di sfoglia con erbette, uvetta e ricotta

Ingredienti:
un rotolo di pasta sfoglia
200 gr di erbette (per me bietole tenere)
1 stecca di cannella
250 gr di ricotta
50 gr di mandorle pelate
1 bacca di vaniglia o 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
100 ml di panna fresca
1 cucchiaino di cannella in polvere
140 gr di zucchero semolato
4 uova
60 gr di uvetta

Inoltre:
[1 tuorlo]
10 gr di zucchero semolato

Mettete in ammollo l'uvetta in una ciotolina di acqua tiepida. Lavate le erbette, privatele delle coste e lessatele per 10 minuti in acqua bollente aromatizzata con la stecca di cannella; scolatele, raffreddandole sotto l'acqua fredda corrente, strizzatele benissimo e tritatele finemente al coltello o con il mixer.

In una terrina capiente, amalgamate le erbette e la ricotta, aggiungete le mandorle tritate finemente, i semi grattati della vaniglia (o l'essenza di vaniglia), la panna, la cannella in polvere, lo zucchero, le uova e infine l'uvetta ben strizzata. Amalgamate bene il tutto.

Foderate uno stampo del diametro di 22-24 cm con la pasta sfoglia, bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta, ritagliate l'eccedenza di pasta con un coltello e versate sulla sfoglia il composto preparato. [Questa parte del procedimento è meglio non farla, perchè non riesce bene, le strisce affondano in cottura -> Reimpastate velocemente la pasta avanzata, tagliatela a striscioline di 3 cm di larghezza e disponetele sulla farcia formando un reticolo. Spennellate la superficie della torta con il tuorlo sbattuto diluito con poca acqua]. Spolverizzate la superficie della torta con lo zucchero semolato rimasto e cuocete in forno già caldo a 190° per circa 40 minuti. Lasciate raffreddare prima di servire.

Review - Qualche altra ricetta di dolci con verdure:
- Cake di zucca e chiodi di garofano
- Cake profumato di zucchine
- Le camille
- Torta di zucca

giovedì 24 giugno 2010

Olive in crosta

Olive in crosta

Stanca, apatica, svogliata: questa sono io nell'ultima settimana. Ci vorrebbe una bella vacanza di quelle prendo su tutto e stacco completamente per un centinaio di giorni, ma non solo ci sono alcune cose da concludere relativamente a breve, ma chissà se anche quest'anno dovremo rinunciare alle vacanze o riusciremo a farci una settimanina-ina-ina dopo la mia discussione e il trasloco. Intanto vorrei solo dormire sul divano, avvolta nel pannetto di plaid (oh, qui in casa, specie di sera, fa freddo eh!), un bel libro in mano, una ciotola di olive in crosta da spiluccare al posto delle patatine e nessun timore che a forza di rimpinzarmi il vestito di laurea non mi entri più :)


Comunque sia, queste olive in crosta di brisèe al parmigiano sono davvero speciali, le ho fatte ormai un mese fa dopo averle riviste da Comida, che ringrazio per avermele rammentate dopo essermele appuntate da Paoletta. E l'apatia (blog annesso e connesso, sì) non mi vincerà, devo proporvele assolutamente ora, perchè credo siano davvero perfette per qualche gradevole aperitivo, magari davanti alla partita dell'Italia, fintanto che gioca ancora (!!). Il fatto che io abbia prenotato due settimane fa una panoramica alle arcate dentarie alle ore 16 esatte, farà forse presagire che 'sta partita non s'ha da vedere?! ;) E vabbè, per chi vuole qualcosa da sbocconcellare, ecco qui la ricetta da me sistemata (solo per quanto concerne il procedimento, le dosi sono perfette).


Olive in crosta di Nadia Ambrogio (del forum della Cucina Italiana)

Ingredienti:

54-60 olive verdi snocciolate (su suggerimento di Comida ho comprato due confezioni di olive verdi snocciolate da 185 gr con la salamoia e 85 gr sgocciolate. Ne trovate di diverse marche: Saclà, Coop, Conad. Ve ne avanzeranno un pochino. Ovviamente potete usare delle olive più grandi o di altri tipi, purchè snocciolate, regolandovi con la quantità di impasto da utilizzare per ciascuna oliva)

150 gr di farina

90 gr di parmigiano grattugiato (preferibilmente di media stagionatura)
90 gr di burro morbido

3 cucchiai di acqua fredda


Versate nel mixer la farina, il parmigiano, il burro morbido e l'acqua fredda e azionatelo fino a che si forma una palla liscia e omogenea. Se non dovesse formarsi, aggiungete un altro cucchiaio di acqua fredda (personalmente non ne ho avuto bisogno). Prelevate l'impasto, compattatelo velocemente a mano, avvolgetelo nella pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero per 30 minuti.
Intanto sgocciolate le olive e fatele asciugare bene bene su dei fogli di carta da cucina.


Staccate dall'impasto un pezzettino alla volta, grande poco più di un'oliva (di quelle che state utilizzando), rotolatelo leggermente tra le mani, quindi appiattitelo sul palmo di una mano aiutandovi con le dita o il palmo dell'altra. (Nel procedimento indicato da Paoletta veniva indicato di appiattirlo con le dita sulla tavola leggermente infarinata, ma trovo che così sia molto più pratico e veloce). Disponete un oliva sull'impasto appiattito, avvolgetela nell'impasto sigillando tutti i bordi, quindi rotolate il tutto tra i palmi delle mani come per formare una polpettina. Proseguite così fino ad esaurimento dell'impasto.


Man mano che preparate le olive, disponetele distanziate in una teglia rivestita di carta da forno e, alla fine, riponetele in frigo a riposare per almeno 2 ore, anche mezza giornata: il riposo in frigo è importantissimo in quanto aiuta a mantenere la forma durante la cottura, poichè l'impasto non è altro che una brisèe al parmigiano.
Infornate le teglie in forno preriscaldato a 170° (ventilato) per circa 10/12 minuti o fino a completa doratura (a me sono occorsi circa 17-20 minuti). E' importante non fare brunire troppo le olive, quindi controllate attentamente la cottura.

Note:


  • la ricetta originale prevede un terzo delle dosi che vi propongo (18-20 olive verdi, 50 gr di farina, 50 gr di parmigiano, 30 gr di burro, 1 cucchiaio di acqua fredda), ma sono talmente buone che vi conviene farle in dose massiccia, anche perchè potete tranquillamente congelarle sia crude che cotte. Nel caso le congeliate crude, fatele scongelare in frigo in modo che si mantengano fredde prima di infornarle e mantengano, così, la loro forma.
  • Sono buone anche il giorno dopo, sia fredde che appena riscaldate in forno.
  • Con la ricetta della brisèe al parmigiano si potrebbero anche avvolgere pezzetti di wurstel o cubetti di mortadella.

giovedì 17 giugno 2010

Ciliegie spiritose, ma non troppo

Ciliegie

Avere un'amica con alcuni alberi di ciliegie e duroni in campagna non ha veramente prezzo. Considerato soprattutto che pochi giorni fa sono tornata a casa con un sacchetto della spesa pieno e oggi il mio super le metteva a cifre da gioielleria (6-8 euro al chilo?! Pronto?! E a Vignola i magnifici duroni grandi quattro volte tanto a solo 4 euro al chilo?! Vorrei che mi presentassero il demente che fissa i prezzi!). Per quanto in famiglia siamo dei veri golosi di duroni era impossibile spazzolarli via tutti e così ho attivato la premiata industria conserviera Alessia&Alessia (...non la conoscete?! Tsk!) per fare queste ciliegie spiritose, ma non troppo. La ricetta è banalissima.

Prendete 1 kg di amarene o di ciliegie che avrete lavate e snocciolate con l'apposita caccavella, mettetele in una ciotola e mescolatele con 500 gr di zucchero. Suddividetele in vasetti sterilizzati da mezzo kg o un kg, aggiungete 100 gr di alcool 95° in proporzione tra i vari vasetti (es. 4 vasetti, 25 gr di alcool l'uno), chiudeteli con il tappo e sbatteteli forsennatamente, come se foste in preda a una crisi isterico-convulsiva. Sbattacchiate di tanto in tanto, quando ve lo ricordate o avete bisogno di sfogarvi un attimino prima di arrivare a lanciare il vaso finto-Ming di vostra madre dalla finestra. Lo zucchero dovrebbe sciogliersi in un paio di giorni e formare un bel po' di succo. Al momento dell'utilizzo sgocciolate le ciliegie e usatele, ad esempio su una base di semplice frolla per fare una crostata. Io con mezza dose (500 gr di duroni snocciolati, 250 gr di zucchero e 50 gr di alcool) ho ottenuto due vasetti da mezzo kg.

Ciliegie spiritose, ma non troppo

lunedì 14 giugno 2010

Torta doppia

Torta doppia

Ci voleva giustappunto una rinfrescatina. Che poi sia giunta ieri, sottoforma di acquazzone estivo, con tasso di umidità del 200%, chicchi di grandine e pioggia a spruzzo contro i vetri lavati in mattinata e sulle lenzuola appena stese ad asciugare all'aria aperta, beh, quelli sono piccoli dettagli del tutto trascurabili, ne converrete. Anche il fatto che oggi io stia di nuovo boccheggiando, ovvio. Vi lascio come promesso una bella torta. Forse non sarà il massimo della vostra aspirazione accendere il forno con sta calura, ma figuramose se nel corso del mese venturo non avrete qualche uomo aggirarsi per casa bottiglia di birra alla mano, sacchetto di patatine nell'altra e rutto libero :P , desideroso di qualcosa a base di cioccolato con cui spezzare la monotonia del salato e sporcarsi di ditate la canottiera dell'Italia, suvvia! Questa torta, visto il suo elevato tasso calorico e il suo gusto delizioso, è un ottimo ricostituente naturale anche nel caso di infauste sconfitte. Ah perchè, ve lo dico subito a scanso di equivoci, io sono una di quelle poche donne che, rutto libero tralasciando (che proprio non mi pertiene!), appartiene alla categoria che seguirà i mondiali urlando come una forsennata e rimpinzandosi di schifezze ;)


Torta doppia

Ingredienti:


Per la base:
2 uova
85 gr di zucchero

85 gr di burro morbido
150 gr di farina

1 cucchiaio di lievito

Per il composto sopra:

100/150 gr di cioccolato al latte
100 gr di cioccolato fondente

2 cucchiai di zucchero

1 uovo
un brik da 200 ml di panna da cucina a lunga conservazione


Per la base:
Utilizzando le fruste elettriche, montate le uova con lo zucchero fin quando non diventano gonfie e chiare, quindi aggiungete il burro a pezzetti, amalgamando ancora, e la farina setacciata con il lievito, poca alla volta, mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo simile ad una frolla montata. Imburrate e infarinate una tortiera di 22 cm di diametro e, con il composto ottenuto, ricopritene la base, livellando il più possibile con il dorso di un cucchiaio inumidito in acqua fredda.

Per il composto al cioccolato:
Sciogliete insieme, in un pentolino posto a bagnomaria, i due cioccolati. Quando il cioccolato è sciolto, aggiungete, fuori dal fuoco, lo zucchero, l'uovo e la panna da cucina. Versate il composto sulla base e cuocete a 180° per 30 minuti.

Non vi preoccupate se ad un certo punto della cottura vedrete scendere il composto al cioccolato e rimanere parzialmente inglobato dalla base lievitata, assumendo così un aspetto variegato: può capitare, a seconda della densità del composto al cioccolato. Diciamo che è un po' la caratteristica di questa torta l'essere variabile, e poi anche così non è carina?!

venerdì 11 giugno 2010

Zuppa tiepida bicolore di pomodori e peperoni

Zuppa tiepida bicolore di pomodori e peperoni

In verità oggi avevo in mente di proporvi un dolce ma l'afa terribile che mi sta straziando mi ha fatto mettere da parte la torta per una più gustosa e rigenerante zuppetta da proporre a temperatura ambiente o appena appena tiepida (magari nei giorni un po' meno caldi o la sera). Va detto che la preparazione vi farà comunque sudare copiosamente, non per la sua difficoltà ma piuttosto per la necessità di mettere sul fuoco due pentole per farci le due cremine. I
o l'ho fatta proprio stamattina e c'è stato un momento in cui credevo davvero di morire per la calura, con conseguente appannamento mentale che mi ha fatto dubitare seriamente della mia intelligenza o, quantomeno, della mia proverbiale furbizia :P

Trattasi, come potete vedere, di zuppa bicolore e bigusto, composta da una zuppetta a base di cipolla di Tropea e pomodori e da un'altra zuppetta di peperoni gialli e porri. Quello che posso assicurarvi è la squisitezza che ne risulta, un concentrato di sapori, profumi e colori estivi, oltre che di vitamine :) Così, nel caso qualcuno (come la sottoscritta) stesse cercando di fare un po' di dieta ("un po'" sta ad indicare la mia scarsa convinzione, dato lo stress del momento, ma la necessità di mangiare un po' più leggero e salutare per evitare l'esplosione imminente), ecco qui cosa deve fare:


Zuppa tiepida bicolore di pomodori e peperoni


ricetta tratta da Sale & Pepe - Giugno 2008

Ingredienti per 6 persone:

Per la zuppa di pomodori:

600 gr di pomodori ramati a grappolo

una cipolla rossa di Tropea
uno spicchio d'aglio
una fetta di pane morbido (solo la mollica)

un cucchiaino di concentrato di pomodoro
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva

sale e pepe q.b.

Per la zuppa di peperoni:

3 peperoni gialli

2 porri

2 cucchiai di olio extravergine d'oliva

sale q.b.

un goccio di tabasco


Per guarnire:

creme fraiche (ma potete usare, come ho preferito io, anche dello yogurt naturale magro o dello yogurt greco)

qualche fogliolina di basilico
olio extravergine d'oliva

pepe

Per la zuppa di pomodori. Scottate i pomodori in acqua bollente per pochi istanti, quindi scolateli e sciacquateli sotto l'acqua fredda corrente, eliminate la pelle ed i semi e riduceteli a pezzetti. Sbucciate la cipolla e l'aglio, affettateli e soffriggeteli nell'olio, unite poi il concentrato di pomodoro, la mollica di pane sbriciolata e 2 mestoli di acqua tiepida. Salate, pepate, coprite con un coperchio e cuocete per 20 minuti.


Per la zuppa di peperoni. Lavate i porri e affettateli nella loro parte chiara, quindi soffriggeteli con l'olio. Lavate i peperoni, eliminate il picciolo, i semi e i filamenti bianchi e tagliateli a pezzetti. Unite i peperoni ai porri, salate, coprite con un coperchio e cuocete le verdure finchè sono tenere, infine insaporite con poco tabasco.


Frullate le zuppe fino a ottenere due creme fluide. Servitele tiepide versandole nelle fondine (prima quella gialla e sopra, soltanto in una metà, quella rossa) e guarnendo con un cucchiaio di creme fraiche o di yogurt al centro, qualche fogliolina di basilico, un filo d'olio e una macinata di pepe, accompagnandole, se volete, con dei crostini di pane tostato, magari alle olive.

Zuppa tiepida bicolore di pomodori e peperoni

mercoledì 9 giugno 2010

Maccheroncini di Campofilone con zucchine fritte e ricotta salata

Maccheroncini di Campofilone con zucchine fritte e ricotta salata

Finalmente da qualche settimana sono tornati sui banchi dell'ortofrutta le mie beneamate zucchine! O meglio, diciamo che non se n'erano mai andate, la zucchina è la classica verdura che troviamo tutto l'anno, a mò di schiaffo alla stagionalità. Insomma, sono tornate le "vere" zucchine, ecco. Io le zucchine le mangio volentierissimo in tutte le salse: grigliate, trifolate, alla parmigiana, con la pasta... Ho provato di recente questa versione sicula della pasta alle zucchine, che in loco viene chiamata pasta co' la cocuzza fritta (il che mi ha fatto molto sorridere, essendomi immaginata Michele Cucuzza con la testa allungata e verdognola a forma di zucchina! Le allucinazioni fanno parte della sintomatologia da stress acuto, sì?!). E l'ho trovata buonerrima.
Come tutte le ricette della tradizione povera, è di una semplicità disarmante. Vi occorreranno solo: 1. un po' di pazienza (per friggere le zucchine a rondelle) e 2. ingredienti di primissima qualità, quindi olio eccellente, zucchine piccole e turgide, un'ottima ricotta salata e della buona pasta. Che non sia leggerissima ve lo sarete già immaginato da soli dato che si è parlato di zucchine fritte, ma vi assicuro che una volta ogni tanto questo condimento non può che essere un toccasana per l'umore, oltre che per il palato! Si presta benissimo con qualsiasi formato di pasta, preferibilmente lunga: io ho scelto dei maccheroncini di Campofilone, i famosi tagliolini all'uovo sottilissimi e dalla cottura ultrarapida tipici delle Marche, che mi ero procurata l'estate scorsa.

Maccheroncini di Campofilone

Pasta con zucchine fritte e ricotta salata

Ingredienti x 3 persone:

pasta, preferibilmente lunga (io ho utilizzato 190 gr di maccheroncini di Campofilone, che gonfiano moltissimo, ma vanno bene anche spaghetti, linguine, bavette oppure tagliolini, stringozzi...: consideratene 70-80 gr a testa)
olio extravergine d'oliva di ottima qualità q.b.
2-3 zucchine di piccola dimensione

ricotta salata q.b.

sale e pepe q.b.

Lavate le zucchine, asciugatele e tagliatele a rondelle non troppo sottili. Friggetele in una padella con abbondante olio bollente (ne devono essere ricoperte) finchè non risultano belle dorate. Se vi piace, potete aggiungere nell'olio anche uno spicchio di aglio. Prelevatele dall'olio di cottura, senza sgocciolarle troppo poichè esso fungerà da condimento per la pasta e riponetele in un piatto, quindi salatele leggermente. Conservate da parte l'olio di frittura perchè vi potrebbe servire al momento di condire la pasta.


Intanto cuocete la pasta al dente in abbondante acqua bollente salata, scolatela conservando un po' di acqua di cottura e versatela in una zuppiera, unite le zucchine e mescolate bene: se dovesse essere troppo asciutta, unite qualche cucchiaiata di acqua di cottura e dell'olio in cui avete fritto le zucchine. Suddividete la pasta nei piatti, grattugiateci sopra, come se piovesse, la ricotta salata (utilizzando la grattugia a fori larghi) e insaporite con una macinata di pepe nero.

Nota:
si può aggiungere, a piatto pronto, anche del basilico o della menta spezzettati con le mani.

lunedì 7 giugno 2010

Rotolini di pane con emmenthal e aneto

Rotolini di pane all'emmenthal e aneto

Non lo nego. In questi giorni il mio nervosismo è alle stelle. Mi sento stanca, suscettibile, basta davvero un nonnulla per farmi scoppiare, rispondo male senza tanti complimenti (ma, qui lo dico e qui lo nego, essendo donna orgogliosa, con tanti sensi di colpa) e altre amenità simili. Pensavo che una volta conclusa la tesi avrei potuto godermi qualche giorno di rigenerante riposo prima del gran finale, invece mi è impossibile fermarmi. Il corpo vorrebbe seguire la mente, che pensa, rimugina, macina riflessioni e produce le immancabili paranoie sul futuro. La voglia di cucinare è ridotta all'osso da questo status mentis avverso e dal caldo che qui ha deciso di scoppiare da una settimana abbondante. Quando ne ho voglia, però, mi metto volentieri ai fornelli e, almeno sotto quest'aspetto, tutto quanto fatto per l'ultima cena con lui e i miei genitori è stato molto apprezzato, quindi non posso che gioirne e godere di questo piccolo successo. Non oso, ovviamente, pensare al susseguirsi di paranoie catastrofiste che ne sarebbero seguite se qualcosa, come temevo, fosse andato contro i piani, non propriamente buono o non propriamente apprezzato :)

Tra le scelte del menu, avevo selezionato questi deliziosi paninetti visti sulla rivista La Cucina del Corriere della Sera, numero di Giugno, che da un paio di mesi mi ha irretito nella sua trappola infernale, portandomi a sganciare altri 5 sonori euro al mese per questa mania che sono per me le riviste e i libri di cucina (
e va beh, ne compravo solo due oltre questa, chessarà mai...Lasciate perdere Casa Facile e Marie Claire Idees: mica son di cucina, no? :)) Insomma, vi dicevo di questi paninetti, che mi hanno permesso di sfoltire un po' l'aneto acquistato qualche mese fa (più che altro perchè, crescendo in altezza, si stava tutto spezzando, come il mio cuore a vederlo così!) e di ottenerne un delizioso antipastino. Io non ho una grande stima per il salmone affumicato, anzi, diciamo pure che ci stiamo reciprocamente antipatici, quindi, pur vedendoli eccezionalmente farciti di burro e salmone (o gravlax, per dire), mi sono buttata su una farcitura di velodiburro e prosciutto di Praga, che sapevo avrebbe riscosso un consenso ben più unanime nella mia famiglia anti-salmonista. La ricetta, devo dire, non mi convinceva più di tanto, quindi ho deciso di apportare qualche piccolissima modifica negli ingredienti e di fare di testa mia per quanto concerne la lievitazione, ottenendo un risultato che ha stupito tutti (mentre io ritenevo ragionevolmente di poterli impiegare con profitto per il prossimo torneo di bocce da spiaggia al Bagno Toni).
Rotolini di pane all'emmenthal e aneto - da infornare

Rotolini di pane con emmenthal e aneto

Ingredienti x 4 persone (una decina di paninetti):
300 gr di farina
100 gr di emmenthal grattugiato100 ml di acqua (io ne ho dovuto aggiungere appena un goccio)
20 gr di lievito (io ho messo l'intero cubetto, ma a seconda dei tempi di lievitazione a vostra disposizione potete dimezzarlo)
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
una presa di zucchero

6 gr di sale (per me un cucchiaino colmo)


Inoltre:

sale q.b.

aneto tritato a piacere


Riunite in una ciotola la farina, lo zucchero, l'acqua tiepida e il lievito spezzettato, quindi aggiungete l'emmenthal, l'olio e il sale. Iniziate ad impastare con la forchetta o un cucchiaio e poi con le mani fino ad ottenere una palla soda e omogenea (nel mio caso l'acqua non era sufficiente ad assorbire tutti gli ingredienti secchi e ne ho aggiunta appena un goccio per ottenere un composto lavorabile) quindi lasciate riposare il composto per 20 minuti, coprendo la ciotola con un piatto.

Prelevate il composto e impastatelo a piene mani sulla spianatoia leggermente infarinata. Suddividete l'impasto in 10-11 parti e modellatene una alla volta in modo tale da formare un filoncino del diametro di circa 1 cm, quindi arrotolatelo a spirale in modo da ottenere delle pagnottelle a chiocciola. Vi suggerisco di sigillare bene la parte finale del filoncino utilizzando un goccio d'acqua.

Disponete i rotolini di pane su una teglia rivestita di carta da forno e lasciateli lievitare, coperti con un canovaccio pulito, per circa 30 minuti (io li ho fatti lievitare fino al raddoppio, cioè un'oretta) quindi spennellateli con un po' d'acqua e spolverizzateli con un poco di sale e di aneto tritato, premendo leggermente per farli aderire.

Preriscaldate il forno a 220° e cuocete i panini per circa 20 minuti o fino a quando risulteranno cotti e dorati. Sfornateli e trasferiteli su di una griglia per farli raffreddare. Io ho scelto di farcirli con un velo di burro e prosciutto di Praga, ma credo starebbero benissimo con un burro alle erbe o del formaggio spalmabile e salmone.

Rotolini di pane all'emmenthal e aneto

mercoledì 2 giugno 2010

Millefoglie di carasau con zucchine, pomodori e scamorza

Millefoglie di carasau con pomodori, zucchine e scamorza

Della serie "mai più senza": la carta da musica, alias pane carasau. Non avevo mai avuto l'occasione di provarlo, non avendo mai avuto la fortuna di andare in Sardegna. L'avevo però guardato con occhio curioso in varie ricette che mi sono capitate sotto mano nel corso degli anni, senza mai andare oltre. Finchè da Mikki non ho rivisto proposta una ricetta della favolosa Serena (quanto mi piace quello che fa quella donna!), che avevo segnato e dimenticato nei meandri del mio cookingbook, che ogni giorno che passa sembra sempre più inghiottire nell'oblio centinaia, ma che dico, migliaia di ricette.


Questa favolosa e freschissima millefoglie di carasau, verdure e scamorza è un piatto perfetto per l'estate, per quelle belle tavolate in balcone o in giardino, ed è davvero facile e veloce. L'unica pecca, se vogliamo proprio trovargliene una, è che deve essere assemblato all'ultimo minuto ma le verdure vanno preparate in anticipo e la cottura è velocissima perchè si mette in forno giusto il tempo di far sciogliere il formaggio e amalgamare i sapori, quindi si sforna, si lascia intiepidire ed è pronto da servire in tavola. La ricetta, ci dice Serena, è tratta dal libro di Viviana Lapertosa. Fate attenzione: crea dipendenza, io lo sto facendo a ripetizione.

Millefoglie di carasau con zucchine, pomodori e scamorza

Ingredienti
(dipenderanno ovviamente da quanti siete, io ci ho fatto la teglia che vedete che andava bene x 4 persone):

pane carasau

pomodori rossi belli maturi e sugosi (per me 3)
zucchine piccole (per me 3 medie)
scamorza (per me una da 250 gr)
provolone a lamelle (facoltativo - non l'ho messo)
qualche foglia di basilico

una spruzzata di origano

olio extravergine d'oliva q.b.

sale e pepe


Grattugiate le zucchine con una grattugia a fori larghi direttamente in una ciotola capiente e conditele con basilico spezzettato a mano, sale, una macinata di pepe e olio. In un'altra ciotola, tagliate i pomodori privati dei semi a pezzetti e conditeli con olio, sale e origano. Lasciate riposare e insaporire le due verdure per un pò, almeno mezzora.


Prendete una teglia da forno, ungetela con un filo d'olio, poi fate uno strato di pane carasau spezzettato (Serena dice "senza bagnarlo se si vuole più croccante, altrimenti passandolo da un solo lato velocemente sotto l'acqua per averlo più morbido. Io preferisco più croccante quindi non lo bagno". Io vi suggerisco assolutissimamente di non bagnarlo, perchè le verdure rilasciano già la loro acqua e così facendo rimane morbido ma senza sfarsi e con qualche punto gradevolmente croccantino), quindi cospargetelo [usate le mani che viene più omogeneo!] con i pomodori, le zucchine, la scamorza tritata grossolanamente al coltello, (le scaglie di provolone) e un filo d'olio. Schiacciate delicatamente con le mani per compattare il tutto e continuate formando strati di questo tipo fino ad esaurimento degli ingredienti, concludendo con le verdure, i formaggi e l'olio (io ho ottenuto 3 strati). Infornate la millefoglie a 180/200° per una decina di minuti e servitela tiepida.