venerdì 24 dicembre 2010

Merry 2010 Christmas!

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Merry Christmas! (2010)

Eh già, sembra proprio arrivato il momento degli auguri e dei saluti di rito. Io non avrò ferie, continuerò a lavorare, quindi queste festività le sto sentendo proprio poco-poco-poco. Ho dovuto ritagliarmi le preparazioni culinarie natalizie nei weekend scorsi e ho cercato, per quanto possibile, di darvi qualche piccolissimo spunto dolce da sfruttare non solo per piccoli pensierini ma anche per le colazioni dolci delle vostre festività. E' così bello coccolare sè stessi e i propri cari con dei biscotti fatti in casa o un dolcino speziato, specie in questo periodo!

Colgo l'occasione per chiudere i battenti per un pochino, non solo perchè durante queste festività sfrutterò indegnamente le mani sante delle mie parenti , dirette ed acquisite (inzomma, staremo sempre a cena de' qua e de' là!), ma anche perchè ho davvero bisogno di una pausa per potermi ritemprare, dedicandomi un po' a me stessa e a chi c'è intorno a me, per poi tornare, si spera, con carica ed entusiasmo rinnovati. Perchè, nonostante tutte le difficoltà e i ripensamenti, pare proprio che questo "esserino" virtuale sia in vita da quasi tre anni...

Allora tanti auguri a tutti voi che siete dall'altra parte dello schermo e mi seguite con affetto: che sia per voi un anno pieno di serenità, salute, entusiasmo, vitalità, sorrisi, risate, amore, soddisfazioni, gratificazioni e...beh... profumi e successi in cucina, no?

P.S. giusto per non farvi "raffreddare" in questo periodo di pausa, qui trovate ancora qualche ideuzza da mettere in atto: biscotti in prevalenza, ma non solo.

Abbracci copiosi & sparsi,

A.

mercoledì 22 dicembre 2010

Vanillakipferl (stavolta alle mandorle!)


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Vanillakipferl alle mandorle

Attenzione: post scritto ieri pomeriggio :)

Ascesso gengivale in zona dente del giudizio. Capite?!? Un ascesso dolorosissimo e grosso quanto una noce nei giorni prima di Natale...che io sia stata punita dalla giustizia divina, quasi un contrappasso per me, infima peccatrice del girone dei golosi? Fatto sta che ho fatto un giorno e mezzo a casa dal lavoro, masticazione azzerata, produzione industriale di pappine frullate a base di verdure & legumi, puree di frutta, yogurt e latte con sciolti dentro i biscotti (
quelli industriali, chè mi scoccia sprecare quelli homemade di questi ultimi giorni per delle abominevoli mappazze che finiscono per metà giù dallo scarico del lavandino). Antibiotici, antidolorifici, sciacqui col colluttorio antisettico e pannetto caldo sono i miei best friends di questi ultimi giorni...

Approfitto di un momento di grazia (
incredibilmente l'antibiotico comincia a fare effetto!) per scrivere questo post e bissare la ormai tradizionale unica ricetta settimanale di Muffins, cookies e altri pasticci. Dicevovi che mi sono data alla produzione natalizia: oltre agli Speculoos ho rifatto i Vanillekipferl, deliziosi cornetti alla vaniglia che tanto ci erano piaciuti due anni fa. Ho, però, voluto provare la versione a base di mandorle, al posto di quella già testata e stratestata alle nocciole, complice un sacco da un kg acquistato a ottimo prezzo in quel di Innsbruck (a dire il vero ho preso un kg di nocciole, anche, uhm...) Ottimi anche in questa veste, a voi l'ardua sentenza. Credits, come vi anticipavo, al Cavoletto di Bruxelles.

Io intanto vado a sorbirmi la mia vellutata di zucca e patate, in versione semplificata e debitamente raffeddata e mi rimetto a riposare sul divano, che domani ho tutta l'intenzione di tornare al lavoro, dente o non dente maledetto che pensa di poter pulsare a piacimento come le lucine dell'albero di Natale...

Vanillakipferl alle mandorle

 
Ingredienti x circa 60 biscotti:
200 gr di farina
175 gr di burro morbido

100 gr di farina di mandorle (o mandorle tritate finemente)
80 gr di zucchero
2 tuorli
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia


Inoltre:

zucchero semolato vanigliato per spolverizzare i biscotti


Inserite nella ciotola della planetaria la farina, le mandorle tritate, lo zucchero, il burro, i tuorli e l’estratto di vaniglia e impastate con il gancio a K fino ad ottenere una palla omogenea e compatta; se dovesse occorrere aggiungete poca farina. Prelevate l'impasto, lavoratelo velocemente a mano e formate con esso due salsicciotti che avvolgerete nella pellicola trasparente e riporrete in frigo per almeno un paio d'ore o, meglio ancora, per una notte intera.

Prendete il primo salsicciotto di pasta, disponetelo sulla spianatoia e con un coltello tagliate una fettina di impasto spessa circa un paio di centimetri. Fatela rotolare sul piano con le mani fino a ottenere un cilindretto grosso quanto un dito della lunghezza di circa 3 cm ed assottigliatene le estremità sempre facendole rotolare delicatamente. A questo punto incurvatelo in modo da conferirgli la forma di mezzaluna. Procedete in questo modo fino ad esaurimento dell'impasto.


Disponete i biscotti su una teglia rivestita di carta da forno e cuoceteli in forno caldo a 175° per 10-15 minuti. Attenzione perchè non devono dorarsi troppo! Fateli raffreddare un po' sulle teglie prima di toccarli perché appena usciti dal forno sono fragilissimi e rischiereste di romperli, quindi quando saranno tiepidi metteteli nello zucchero semolato vanigliato premendo delicatamente affinchè aderisca alla superficie del biscotto e girandoli su ambo i lati. Fate raffreddare i biscotti su una griglia e conservateli in una scatola di latta.

lunedì 20 dicembre 2010

Speculoos alla cannella

Speculoos alla cannella

Vi avverto subito che vi aspettano alcuni post che potrebbero del tutto sembrare un tributo (in vita eh!) alla cavolettiana memoria. Sotto Natale, infatti, mi trovo immancabilmente a provare tutta una serie di ricette internazionali e chi c'è di più internazionale di Sigrid Verbert, in fatto di robina mangereccia? Quindi caso vuole che nei giorni scorsi abbia prodotto ben tre sue ricette dolci (roba da denuncia di plagio, ne convengo...), vuoi tratte dai suoi libri, vuoi salvate in passato direttamente dal blog. Cosine da andare sul sicuro, insomma, perchè dovevano entrare a far parte delle famose ceste natalizie e non potevo certo rischiare di toppare miseramente, nevvero?

Oggi la faccio particolarmente breve, io non ho gran tempo di scrivere e sono certa che anche voi, in questi ultimi giorni pre-Natale non avrete tempo di leggere papiri di parole inutili, quindi veniamo al sodo della ricetta (dopo una brevissssima introduzioncina, non voglio mica lasciarvi completamente a bocca asciutta!), contenti/e?


Gli speculoos sono dei buonissimi biscottini speziati a base di cannella di origine belga e olandese. Vengono consumati durante tutte le festività natalizie, ma soprattutto durante il giorno di San Nicola (6 dicembre), quando se ne regalano ai bambini frementi alcuni dell'altezza di ben un metro. Durante gli altri giorni dell'anno, invece, vengono prodotti anche di dimensioni più abbordabili, utilizzando degli stampini di legno appositi con il disegno speculare del Santo o di altri personaggi vestiti con abiti della tradizione, da cui il loro nome :)
Noi li abbiamo apprezzati particolarmente per la loro favolosa croccantezza data dallo zucchero di canna e per il profumo delizioso di burro e cannella che per giorni ci ha coccolati al nostro rientro a casa :)

Come anticipavo, la ricetta proviene dal blog (e dal Libro del Cavolo) di Sigrid Verbert e le è stata data da un'amico di famiglia, tale Cristiaan il fornaio di cui, poveretto, nessuno conosceva il vero cognome (ecco perchè Cristiaan de Bakker).

De speculaas van Cristiaan de Bakker
ovverosia Speculoos alla cannella

Ingredienti:
550 gr di farina
400 gr di zucchero di canna, meglio se scuro
225 gr di burro
3 cucchiai di cannella
70 gr di latte
15 gr di bicarbonato di sodio

Versate in una capiente ciotola la farina, lo zucchero, la cannella ed il bicarbonato. Mescolate accuratamente con un cucchiaio per amalgamare il tutto, quindi aggiungete, nel centro, il burro morbido e il latte; impastate velocemente fino a ottenere un impasto omogeneo che non sia colloso (semmai aggiungete un altro goccio di latte o un po’ di farina; nel mio caso è occorso un goccio di latte in più): l'impasto dovrà avere la consistenza di una frolla. Dividete l’impasto in due, appiattitelo leggermente ed avvolgetelo nella pellicola trasparente. Riponete in frigo per circa un’ora.

Trascorso questo tempo, sul tagliere spolverato con della farina, stendete un pezzo d’impasto alla volta con il mattarello a 3-4 mm di spessore. Ritagliate dei biscotti rettangolari (o della forma che preferite) e disponeteli su una placca rivestita con della carta da forno, lasciando abbastanza spazio fra i biscotti che si allargheranno parecchio nelle prime fasi della cottura.

Cuocete a 150° per circa 25 minuti o finché i biscotti non siano cotti e leggermente duri (per il mio forno 20 minuti sono perfetti). Lasciate raffreddare su una griglia e conservate gli speculoos in una scatola di latta.

lunedì 13 dicembre 2010

Piccoli pani di Natale


piccoli Pani di Natale

Siccome Dicembre chiama a gran voce tutta una serie di piccoli cadeaux mangerecci da presentare come regali natalizi (
cadeaux mangerecci ai quali gli anni scorsi iniziavo già a pensare da, uhm, ottobre?) mi sono ritagliata alcune ore, in questi weekend di fuoco, per realizzarne alcuni da inserire nelle ceste per i nostri genitori, che vorrei tanto che fossero -ma sicuramente non saranno esclusivamente per ovvie ragioni di tempo- all'insegna dell'home-made. Quindi, dopo aver prodotto un chilo e mezzo di tortellini (che per altrettanto ovvie ragioni di congelamento verranno presentati a parte) vi rientreranno senz'altro alcuni dolcetti: una selezione di biscotti, innanzitutto, forse qualche confettura, ma anche questi piccoli Pani di Natale che vi propongo oggi.

Dovete sapere che il Pane di Natale (Pan ed Nadèl), detto da alcuni anche Panone (Panoùn) è un dolce tipico della tradizione natalizia modenese; beh, io l'ho sempre detestato senza mezzi termini. Ogni Natale di cui abbia memoria mi ritrovavo davanti una selezione di fette dalle sembianze di mattoncini e dal peso specifico del piombo, intervallate da pezzi di altrettanto odiata spongata. Il passo da lì a tuffarsi sulle fette di panettone industriale o, meglio ancora, sui tortelli fritti (tipo quelli della zia) era assai breve. Da alcuni anni, però, devo ammettere di avere fortemente rivalutato questo dolce, da quando, cioè, ho avuto modo di assaggiarne un paio di versioni di mio gradimento, alleggerite quantomeno dai canditi, dai fichi secchi e da tutta una serie di ingredienti che fanno di questo dolce, del tutto plausibilmente, il dolce più calorico del mondo.

Questo, quantomeno, alle origini, poichè durante il periodo della guerra (e quello immediatamente successivo) la povertà non permetteva certo di arricchirlo con tutti questi ingredienti. Le rezdòre, poco prima di Natale, si dedicavano alla sua preparazione in vista delle feste: ci infilavano dentro castagne lessate per fare volume, la frutta secca proveniente dai campi dietro casa e il savòr appositamente preparato allo scopo. Usavano il lievito madre, impastando i pani la sera e lasciandoli lievitare tutta notte per poi infornarli la mattina seguente. Una volta cotti, li spennellavano con la saba dell'ultima vendemmia e così facevano, ogni 2-3 giorni, per mantenerli morbidi fino al Natale.

Così lo descrive Sandro Bellei, celebre cultore della cultura gastronomica modenese di cui vi avevo già accennato in passato: "Il pane di Natale è un altro dolce d'antichissima tradizione che si prepara anche oggi esclusivamente in prossimità delle feste, per consumarlo il 25 dicembre. La ricetta consiste in un ricco impasto di farina, uova, zucchero, burro, noci, pinoli, pezzi di cedro e ciliegie canditi, mandorle, uvetta passa, cioccolato e cacao in polvere, arachidi e scorza di limone. Per mantenerlo morbido a lungo, si usa ancora spennellarlo quasi tutti i giorni con la "saba", a mano a mano che si avvicina il giorno di Natale. Questo dolce trova ascendenze nel "Pan di Natale", ricordato nel 1644 da Vincenzo Tanara nel suo "L'economia del cittadino in villa" (farina, lievito, sale, acqua, uva secca, zucca condita col miele e pepe), e analogie molto strette col "Pan speziale" (pasta, mele, zucca, scorza d'arance candite e pepe) e il "Pan pepato" di Ferrara e Arezzo (pasta, miele, pepe e arance candite) e i moderni "Panforte" di Siena e "Certosino" di Bologna".
Dopo questo popò di inciso storico, ecco invece come nasce la ricetta che trovate qui sotto: avevo tre ricette diverse, una di una collega di mia mamma, una della nonna di una sua ex-alunna e l'ultima della mia amica e lettrice Sabrina. Seguirne una e basta? Tzè, troppo semplice...a me piacciono i collage, se non si fosse capito (la ragione rimane oscura anche alla sottoscritta, credetemi!). Armata di carta e penna ho fatto un confronto annotandomi, a sentimento, cosa ci avrei visto meglio: è così che ho ottenuto la *mia* ricetta del Pane di Natale ideale, che potrebbe essere, come non essere, la vostra. Spazio alla fantasia, quindi, potete assemblare gli ingredienti come preferite, in base al vostro personalissimo gusto. D'altronde, come ogni ricetta della tradizione che si rispetti, cambia di famiglia in famiglia, ognuno ha la sua alla quale è abituato e che, quindi, cascasse il mondo, ritiene la migliore sulla faccia della terra :)

Ah, stavo quasi per dimenticarmi del motivo per cui ho pensato di fare il pane di Natale. Vi ricordate dell'iniziativa Caffarel di cui vi parlavo la scorsa volta? Ecco...questa è la ricetta della mia tradizione natalizia con il cioccolato: spero sarà di vostro gradimento!

Pane di Natale

Ingredienti per 4 piccole tegliette da forno:
500 gr di farina 00
200 gr di zucchero
1/2 cucchiaio di miele
25 gr di cacao amaro
2 bicchieri di latte
1/2 bicchiere di vino bianco dolce
100 gr di marmellata tipo "sapore" (savòr) o di prugne, ciliege etc.
100 gr di cioccolato fondente
200 gr di uvetta
250 gr circa di frutta secca tra noci, mandorle, pinoli e arachidi
(fichi secchi e canditi: facoltativi)
la scorza di un'arancia bio
una bustina di lievito per dolci

Inoltre: saba/mosto cotto per spennellare

In un'ampia ciotola versate la farina, lo zucchero, il miele e il cacao amaro setacciato; unite il latte, il vino bianco e la marmellata ed impastate il tutto con un robusto cucchiaio di legno fin quando la farina non risulterà completamente assorbita. Aggiungete il cioccolato fondente tritato grossolanamente al coltello, l'uvetta (precedentemente ammollata per 10 minuti in acqua tiepida e poi scolata e strizzata) e la frutta secca intera (al limite spezzettate solo le noci qualora dovessero essere troppo grosse). Prelevate la scorza dell'arancia con un pelapatate e riducetela a cubettini, che unirete all'impasto. Mescolate ancora per distribuire bene gli ingredienti nell'impasto, che dovrà essere sodo, denso e colloso, quindi ultimate aggiungendo il lievito.

Imburrate e infarinate delle tegliette di alluminio usa e getta e distribuitevi l'impasto, battendole delicatamente sul piano di lavoro per farlo uniformare: non è assolutamente necessario che la superficie risulti liscia. Cuocete in forno preriscaldato a 170° per 40-45 minuti o fin quando, inserendo uno stecchino di legno nei pani, questo uscirà asciutto. Appena tolti dal forno, spennellate abbondantemente i pani con la saba e fateli raffreddare. Si conservano un mesetto, ben chiusi dentro a dei sacchettini di plastica per alimenti e riposti in un luogo fresco (non in frigo).

Home-Xmas 2010

Home-Xmas 2010

mercoledì 8 dicembre 2010

Cheesecake alla zucca, Natale & Caffarel

Cheesecake alla zucca

8 dicembre. Forse l'unico giorno di "festa" vera e propria, dal momento che Natale e Santo Stefano quest'anno cadranno, caso sfortunato vuole, proprio di sabato e domenica, così che ci giochiamo anche quell'unica, sospirata possibilità di avere qualche giorno in più di ferie oltre a quelle (classiche e dovute) del weekend. Sigh!


8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione, dicevamo. E così ci si alza alle 9.30, si fa colazione con caffè latte e fette biscottate + Nutella (!!!), poi si porta giù dalla mansarda e si addobba l'alberino (tale è il nostro, per dimensioni, ed è pieno di pupazzetti, ed è tanto carino. Se avrò tempo ve lo farò vedere in foto :)), si riempie la casa con le altre decorazioni, si preparano scaloppine al timo e marsala e il rumbledethumps per pranzo, si riordina un po' in giro, che dopo il weekend a Innsbruck sembrava di vivere in un bazar magrebino, si fa una profumata torta di mele perchè a momenti ce le ritroviamo anche sotto al letto e si prova una nuova ricetta, la farinata aromatizzata con funghi e rosmarino e arricchita con anelli di cipolla. E, come potete vedere da voi, è già sera, e non sapete quanto mi piange il cuore a non poter fare le foto a quanto ho preparato, per proporle a voi insieme alle rispettive ricette. Per non parlare delle mille cose che vorrei preparare per il Natale e che so benissimo che non riuscirò a fare...Ah, come rimpiango i ritmi universitari, in questo periodo, quando la mattina potevo cucinare e fotografare in tutta calma tra una pagina di diritto e l'altra...


Ecco, questo per dirvi che oggi avrei tanto voluto proporvi la prima ricetta natalizia, invece no, non sono riuscita a fare nulla di tutto questo. Spero, tuttavia, che vi possiate accontentare di questa buonissima cheesecake alla zucca (inspired from GialloZafferano), in attesa che vengano tempi migliori: in fondo è speziata quel tanto che basta per andare benone anche per il periodo natalizio! Intanto io vado a cuocere la mia farinata che la pancia reclama, và.


Cheesecake alla zucca


Ingredienti:

Per la base:

250 gr di biscotti Digestive McVitie's

150 gr di burro

2 cucchiai di zucchero di canna

Per il ripieno:
500 gr di Philadelphia
200 gr di zucchero

250 gr di polpa di zucca
3 cucchiai di succo di limone
1/2 cucchiaino di zenzero
1 cucchiaino di cannella

200 ml di panna liquida
2 uova + 2 tuorli

due pizzichi di sale

Per prima cosa preparate la zucca: lavatela, riducetela a falde sottili e sbucciatele; pesate la quantità di polpa richiesta dalla ricetta e fatela cuocere in pentola a pressione con un pizzico di sale e un dito di acqua per 10 minuti dal fischio. Una volta cotta frullatela con un mixer o un frullatore ad immersione fino a ridurla in purea.


Nel frattempo, mettete nella ciotola del mixer i biscotti e lo zucchero di canna, quindi frullate il tutto fino ad ottenere un composto farinoso. Versate la polvere di biscotti in una ciotola ed aggiungetevi il burro precedentemente fuso in un pentolino o al microonde, mescolando bene con un cucchiaio per amalgamarli.
Versate, quindi, il composto in una teglia a cerniera apribile di 24 cm di diametro, imburrata e foderata di carta forno (un disco per il fondo e delle strisce alte quanto la teglia per i bordi; in alternativa potete incastrare un foglio di carta da forno tra il fondo e i bordi e imburrare e foderare con le strisce soltanto i bordi); utilizzando il dorso di un cucchiaio, pressate il composto sul fondo, se vi piace alzandolo anche sui lati fino a formare un guscio (personalmente preferisco le cheesecake con la base di biscotto solo sul fondo!). Ponete la teglia in frigo per almeno 30 minuti e nel frattempo preparate la farcia del cheesecake.

Mettete nel mixer il philadelphia, lo zucchero e la polpa di zucca e fate amalgamare il tutto. Aggiungete quindi il succo di limone, lo zenzero, la cannella, il sale, la panna e, una alla volta, le uova.

Quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati ed il composto risulterà liscio e omogeneo spegnete il mixer e versatelo nella teglia. Infornate la vostra cheesecake in forno preriscaldato a 190° (questa è la temperatura consigliata dal sito ma credo che sia meglio abbassarla a 160/170 altrimenti si scurisce troppo) per 50 minuti e, una volta pronta, lasciatela intiepidire in forno per far sì che non si abbassi. Conservate il dolce in frigo per almeno 3 ore prima di consumarlo.


Note:
potete decorare questa torta, a piacere, con una ganache al cioccolato o granella di noci.


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Natale Caffarel

Approfitto di questo post per anticiparvi che, con mio grande piacere, sono stata ricontattata da Caffarel per prendere parte all'iniziativa "Natale con il cioccolato Caffarel", che prevede di preparare un dolce (a base di cioccolata, ovviamente!) della nostra tradizione natalizia con quel popò di roba che vedete qui sotto. Se vi interessano le decorazioni natalizie della Caffarel, alcune delle quali ritratte nella foto, fatevi un giretto qui; ovviamente potete prendere parte anche voi alla raccolta di dolci natalizi con il cioccolato Caffarel, pubblicandoli sui vostri blog o sulla pagina Facebook della nota azienda. Qui, invece, trovate gli altri blog partecipanti.
A presto (relativamente, eh! conoscete le mie tempistiche attuali ;)) per la mia ciocco-proposta!

Natale con Caffarel

lunedì 29 novembre 2010

Alessia legge...


...la lista delle cose che avrebbe tanto voluto fare nell'ultima settimana (e anche prima) e che invece, manco a dirlo, non ha fatto:


"- sistemare le foto di Venezia e produrre altrettanti post da presentare ai suoi lettori;
- organizzare il prossimo weekend in quel dei mercatini di Innsbruck (consigli?);
- iniziare a pensare ai regalini mangerecci di Natale ed alle altre cose da preparare (biscotti et similia) per le imminenti festività natalizie;
- pensare a come decorare la casa per il suddetto Natale e magari creare anche qualcosa home-made, sul genere dei decori di carta de Il gatto goloso o la ghirlanda dell'avvento di Virginia;
- leggersi in santa pace, senza abbioccarsi regolarmente alla pagina 93, "Regali golosi" di Sigrid Verbert (non per noiosità del libro, anzi, ma per sonno irrefrenabile della sottoscritta che pare essere caduta in sempiterno letargo);
- cucinare-cucinare-cucinare-sperimentare-sperimentare-sperimentare-fotografare-fotografare-fotografare;

-a-ehm...fare un post apposito per non rendere del tutto inutile il giorno del suo compleanno (ormai il 23 novembre scorso), magari con qualche sorpresina per i lettori;
- preparare il post del lunedì con una delle ricette di ormai un mese fa - roba che di sto passo st'estate vi si presenterà ancora con biscotti allo zenzero, paste al forno e arrosti da 250mila calorie."

Aspettate. Forse per quest'ultimo punto si può fare qualcosa ora, dice...
Dice anche che l'ispirazione per questo piatto le è venuta durante il pranzo post-discussione di laurea in un ristorante di Modena dove, in piena estate (ricordiamoci che era il 15 luglio!), tra le altre pietanze tipiche, lei e i suoi cari hanno degustato un assaggio di costine al lambrusco talmente da urlo da far dimenticare che fuori ci fossero 40 gradi buoni. Tenerissime e profumate. Tagliate di traverso, quindi corte (non come quelle della di lei ricetta), da prenderle tra indice e pollice ed aspirarle garbatamente in un sol boccone. Burro allo stato puro, e ancora più godibili se servite con un buon purè di patate o della polentina morbida e pronta ad accoglierne il godurioso sughetto...
Costine di maiale brasate al lambrusco

Costine di maiale brasate al Lambrusco


Ingredienti x 4 persone:

8 costine di maiale
una carota
una piccola cipolla

una costa di sedano
uno spicchietto d'aglio
una bottiglia di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro o Campanone reggiano secco

farina q.b.

qualche foglia di salvia e rosmarino

olio e burro q.b.

sale e pepe


Tritate finemente la cipolla, la carota, il sedano, il rosmarino e la salvia e fateli soffriggere dolcemente unitamente allo spicchio d'aglio intero in olio e burro. Lavate le costine, asciugatele e infarinatele, quindi mettetele a rosolare nel soffritto rigirandole su tutti i lati. Quando saranno ben sigillate, aggiungete il lambrusco, salate e pepate, coprite con un coperchio e fate cuocere per circa 3 ore a fiamma bassa, girandole di tanto in tanto ed eventualmente allungando il sugo con un po' di acqua calda o di brodo qualora dovesse restringersi troppo. Servite con polenta morbida o purè di patate.

domenica 21 novembre 2010

Venezia - atto primo: i simboli

Venezia...


Alcune settimane fa, in occasione del terzo anniversario con la persona che condivide con me ogni giorno, siamo stati a Venezia. E' stata una sua sorpresa smascherata (giusto per rimanere in tema veneziano), ma comunque apprezzata visto che l'unica volta che vi ero stata risale ai miei 4 anni, nel lontano 1986, quando ero troppo piccola per poter ricordare altro oltre alle vetrerie di Murano e ai cagnolini di vetro che mi erano stati regalati all'uscita di una di esse. Sono stati due giorni molto tirati e intensi, con la macchina fotografica rovente per i tanti scatti e i piedi gonfi dal tanto camminare. A proposito di foto, senz'altro ricorderete quest'estate, quando i miei buoni propositi di mostrarvi i miei scatti croati si sono tragicamente infranti di fronte alla mancanza di tempo per sistemarli e realizzare dei post ad hoc, ragione per cui mi sono arenata dopo il primo reportage sulla bellissima Trogir. Ecco, a proposito di Venezia non ho voluto anticipare nulla perchè non ero sicura di riuscire a fare un post apposito, anzi, a dirla tutta, tutt'ora che sto scrivendo non so se ce la farò, quindi se leggerete queste parole vuol dire che tutto è finito per il meglio, ecco :)

Venezia è di una bellezza struggente, ma questo già lo sapete tutti, senz'altro. Abbiamo deciso di viverla senza andare a infognarci, perdonate il termine poco aulico, in musei o luoghi di interesse artistico, ci siamo fatti trasportare dalle emozioni e ci siamo lasciati guidare dai nostri piedi, dai nostri occhi, dalle nostre pance... e da una cartina che ci impedisse di perderci, quella sì. Quello che segue è il mio personalissimo ricordo di Venezia. Per oggi vi porto a spasso tra i simboli di Venezia, poi seguirà una panoramica di palazzi, ponti e canali tra le calli cittadine, quindi un giro tra le bancarelle del mercato ortofrutticolo e del pesce di Rialto; infine, per non farsi mancare niente, qualche dritta utile su dove fermarvi a sbocconcellare qualcosa e una sbirciatina dalle vetrine dei negozi che mi hanno maggiormente colpito. Nulla di pretenzioso, solo qualche nota utile da appuntarsi. Enjoy!

Venezia è....

...Gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

...l'isola di San Giorgio Maggiore

Venezia e...l'isolotto di San Giorgio Maggiore

...il Ponte dei Sospiri

Venezia e.. il ponte dei sospiri

...la Biennale

Venezia e...la Biennale

... il teatro La Fenice

Venezia e...il teatro La Fenice

...la torre pendente della Chiesa di Santo Stefano

Venezia e...la torre pendente

Venezia e...la torre pendente

...l'Arsenale

Venezia e... la darsena

...i leoni

Venezia e...leoni

Venezia e...leoni

...i gabbiani

Venezia e...gabbiani

Venezia e...gabbiani

Venezia e...gabbiani

...le maschere

Venezia e...maschere

mercoledì 17 novembre 2010

Zwiebelkuchen (per gli amici italiani torta di cipolle tedesca)

Zwiebelkuchen - torta tedesca di cipolle

A volte penso di non essere propriamente una brava foodblogger. Mi piacerebbe partecipare più attivamente a determinate iniziative, essere presente e recettiva verso le novità, provare cose nuove che mi riprometto di fare da millenni (a quanto pare ho avuto una serie di vite precedenti in epoca egiziana, greca, romana e via in avanti, altrimenti non si spiegherebbe la quantità di cose che vorrei provare che sto accumulando da soli 5 anni a questa parte), reperire e sperimentare con ingredienti di qualità ma più di nicchia, organizzare il mio primo contest o creare una raccolta di ricette presenti sul mio blog e via dicendo. La realtà è, come vi accennavo, che arrivo a sera che ho voglia sì e no di mettere su un brodino. C'è di fondo che mi piace informarmi e conoscere ricette nuove, tradizioni gastronomiche regionali italiane ma anche straniere, mi incuriosiscono le storie che ci stanno dietro; in teoria cucinerei non appena ho un attimino libero, in pratica mi ritrovo a guardare ricette su web e/o sfogliare libri e riviste senza concludere poi niente. Vivo sommersa di foglietti volanti con appuntati i miei programmi di cucina per il weekend a venire, resta il fatto che ogni tanto ne riesumo persino di risalenti ad annate passate.

Comunque sia, ora la finisco di autocommiserarmi - del tutto scherzosamente, sia chiaro!- e vi dimostro che a volte riesco anche a essere bravina, dai. Prima però ne approfitto per scusarmi con tutte le persone che mi mandano delle e-mail con richieste e proposte varie a cui riesco a rispondere spesso dopo tanto, troppo tempo e, a volte, persino perdendole per strada. Vorrei confortarle che prima o poi arrivo, purtroppo ora non ho più i ritmi di un tempo! Non sono incluse nel discorso, invece, le e-mail che propongono scambi di link e partecipazione ad aggregatori vari di cui, francamente, scusate la schiettezza, ho un po' piene le scatole, ecco :)

Venendo a noi, sapete cos'è la Zwiebelkuchen? Sì? No? Beh, ve lo dico io, guardate come sono buona oggi :) Si tratta di una torta salata tedesca (ma và?) a base di cipolle, in particolare tipica della zona di Stoccarda. Nello specifico, è una torta di pasta lievitata, farcita con cipolle cotte a vapore o soffritte dolcemente, uova, panna acida, dadini di speck o di pancetta affumicata e semi di cumino. Si mangia principalmente in autunno per accompagnare il Federweißer, un vino novello in cui il mosto d’uva ha appena iniziato la fermentazione, quindi piuttosto acidulo.

A noi è piaciuta moltissimo e si è conservata benone per un paio di giorni. Unico inconveniente, beh, indovinate un po'...cipolle...cipolle...cipolle...vi dice niente "alito che resusciterebbe i morti" per un paio giorni? Non mi resta che augurarvi buon appetito e...che le mentine siano con voi!

Zwiebelkuchen - torta tedesca di cipolle

Zwiebelkuchen - Torta di cipolle tedesca

Ingredienti:

Per la pasta:
250 gr di farina
mezzo cubetto di lievito di birra
110-120 ml di latte tiepido
25 ml di olio d'oliva
1 pizzico di zucchero
un cucchiaino di sale

Per il ripieno:
400 gr di cipolle bionde o bianche
130-150 gr di speck o pancetta affumicata a dadini
2 uova
100 ml di panna acida
150 gr di emmenthal o edamer grattugiati grossi
olio extravergine d'oliva q.b.
sale e pepe
un cucchiaino di cumino* (facoltativo)

* il cumino non è da confondere con il kummel o carvi (da Carum Carvi, cumino dei prati), dall'aroma completamente differente.

Sciogliete il lievito di birra e lo zucchero nel latte tiepido. Versate la farina e l'olio nella ciotola dell'impastatrice o del mixer, aggiungete il latte con il lievito disciolto e azionate la macchina; quando sará tutto ben amalgamato, aggiungete il sale e continuate ad impastare finché non risulterà una palla omogenea. Prelevate l'impasto dall'impastatrice, lavoratelo ancora brevemente a mano, raccoglietelo a palla e mettetelo a riposare in una ciotola coperta con pellicola alimentare per un'ora e mezza/due, fino al raddoppio.

Nel frattempo pulite e tagliate le cipolle come preferite, a fette oppure tritate (io le ho tritate con il mixer). Mettete un filo di olio in una padella e fate stufare lentamente lo speck/la pancetta affumicata a dadini e la cipolla fin quando non risulta lucida e trasparente. Se vi piace, aggiungete un po' di cumino a piacere, tenendo conto che si tratta di una spezia piuttosto forte che potrebbe non piacere a tutti: un cucchiaino mi pare un buon compromesso.
Nel frattempo sbattete le uova con un pizzico di sale, una macinata di pepe e la panna acida.

Quando l'impasto sará lievitato fino al raddoppio, foderatevi una teglia di 26 cm di diametro leggermente unta, tenendo i bordi alti: potete utilizzare tranquillamente le mani perchè l'impasto è morbido e l'operazione vi risulterà abbastanza agevole. Se tendesse a ritirarsi, fate riposare la pasta una decina di minuti e riprendete a tirarla dentro lo stampo. Distribuite omogeneamente sulla pasta il soffritto di cipolla e speck/pancetta affumicata, versatevi sopra il composto di uova e panna, cercando di farlo arrivare in tutti i punti ruotando e battendo delicatamente la teglia e ultimate ricoprendo il tutto con il formaggio grattugiato. Infornate in forno statico preriscaldato a 180/200 gradi per 30- 35 minuti o, comunque, fino a doratura.

Nota:
se preferite un risultato più delicato, potete usare i porri al posto delle cipolle.