venerdì 30 aprile 2010

Vellutata super-easy di piselli e menta

Vellutata di piselli e menta

Questo post avrebbe potuto intitolarsi "Elogio della ripetitività". Ma, si dice, "repetita iuvant", quindi: i piselli stanno bene con la menta. Avevo ancora mezza confezione di piselli surgelati (quella presa a piconate, sempre lei). Avevo ancora qualche rametto di menta. Ma io sono una che si annoia facilmente, anche in cucina; è molto raro che riesca a cucinare per due volte di fila la stessa cosa. E, solitamente, cosa si fa quando si vuole finire degli avanzi di natura vegetale? Ci si fa un'insalatona o si schiaffa il tutto in pentola per un salutare minestrone. O, come in questo caso, per una leggera vellutata senza pretese.

Questa vellutata è quanto di più semplice ci sia e ho voluto lasciarla in purezza per esaltare al massimo il sapore dei piselli e della menta. L'unica aggiunta è una puntina di acido data da un ingrediente a contrasto, che nel mio caso era yogurt greco 0%, ma potrebbe essere della panna acida o del caprino fresco. Insomma, non cerco di fregarvi: sono poi le polpette dell'altra volta, alleggerite di svariati ingredienti, destrutturate e ricomposte! Attenzione! Se come me detestate la pellicina dei legumi che vi rimane in bocca dopo averli frullati, vi consiglio di setacciare la crema prima di versarla nelle ciotoline.


VELLUTATA DI PISELLI E MENTA


Ingredienti per 4 persone:

500 gr di piselli, freschi o surgelati

1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
700 ml circa di brodo vegetale (oppure 700 ml di acqua con un dado di brodo vegetale senza glutammato)
1 cucchiaio di menta fresca (+ qualche fogliolina per la decorazione)
sale q.b.

yogurt greco (o caprino fresco, o panna acida) q.b.

In una capiente pentola, fate rinvenire i piselli con l'olio per qualche minuto, fin quando non sono scongelati. Versateci sopra il brodo vegetale e un po' di sale; portate a ebollizione, quindi coprite con un coperchio e lasciate sobbollire a fuoco dolce per 15 minuti o finché i piselli sono teneri.
Intanto lavate e asciugate le foglioline di menta e tritatene con la mezzaluna q.b. ad ottenerne un cucchiaio. Quando i piselli sono cotti, prelevatene un cucchiaio a porzione per la decorazione (se volete) quindi frullate i restanti insieme all'acqua di cottura e alla menta tritata, fino ad ottenere una consistenza cremosa. Se dovesse risultare troppo liquida, rimettete la vellutata sul fuoco fino ad ottenere la consistenza desiderata. Regolate di sale. Suddividete la crema nelle ciotoline ed aggiungete al centro una cucchiaiata di yogurt greco (o di panna acida, o del caprino fresco), i piselli tenuti da parte e qualche fogliolina di menta come decorazione.

Credits | la fonte d'ispirazione della ricetta è un vecchio Marie Claire Ideès ma l'ho ritrovata proposta anche da Adrenalina. Ho poi preso spunto anche da questa ricetta di L'Arabafelice.

martedì 27 aprile 2010

Polpette di piselli al sesamo con salsa di yogurt alla menta

Polpette di piselli al sesamo

E' pazzesco come si possa passare da una giornata di pieno sole, con 28 (no, dico, ventotto!!) gradi, a una giornata umida e grigia come quella di oggi. Come si fa a non essere metereopatici, con questo tempo che ci prende per i fondelli e neanche troppo velatamente? Questi sbalzi di temperatura che ci accompagnano da mesi non devono aver particolarmente giovato nemmeno all'agricoltura, quantomeno ai fornitori del mio supermercato, che presenta sui banchi delle asettiche confezioni di piselli "freschi" moscetti, sbiaditi e davvero poco allettanti. In attesa di procacciarli da qualche altra parte, ho riesumato una confezione di piselli surgelati che volevo togliermi dai piedi da tempo immemore, e che da tempo altrettanto immemore doveva giacere dimenticata nel freezer, dato che per prelevarne la quantità che mi occorreva ho dovuto praticamente prenderla a piconate, da blocco monolite quale era diventata. L'obiettivo era quello di fare questa ricetta qui.

Queste polpettine di piselli ricordano mooolto alla lontana i falafel di tradizione araba per il fatto di essere a base di legumi. Qui però non ci sono i ceci o le fave ma i piselli e non sono speziate, ma soltanto ingentilite da ricotta e aromatizzate con menta fresca, un'erba che si sposa a meraviglia coi piselli. Menta fresca che, peraltro, ritroviamo anche nella semplicissima e fresca salsina di yogurt che li accompagna. Il fatto che non siano fritte bensì cotte al forno e senza alcuna presenza di olio le rende particolarmente adatte a un pasto leggero, oltre che ad un bell'aperitivo dal sapore orientaleggiante. Per un simpatico bicchierino da aperitivo, potete anche suddividere la salsa di yogurt in microbicchierini e inserire in ciascuno una o due polpettine infilzate in uno stecchino o in una forchettina di legno.


POLPETTE DI PISELLI AL SESAMO CON SALSA DI YOGURT ALLA MENTA

Ingredienti x 6 persone (circa 35 polpette):
500 gr di piselli surgelati (se li avete freschi, tanto meglio, regolatevi di conseguenza per la cottura)
150 gr di ricotta
un uovo
3-4 foglie di menta
uno spicchio d'aglio
50 gr di semi di sesamo
40/50 gr di pangrattato + q.b. per la panatura (circa altri 70 gr)
sale e pepe

Per la salsa:
200 gr di yogurt bianco magro
3-4 foglie di menta
sale e pepe

Portate a ebollizione abbondante acqua in una pentola, salatela e versateci i piselli ancora surgelati. Fate riprendere il bollore e cuoceteli per circa 12 minuti. Scolateli, conservando 2-3 cucchiai della loro acqua di cottura, lasciateli intiepidire, quindi frullateli nel mixer o con il frullatore a immersione unendo l'acqua di cottura e lo spicchio d'aglio spellato e tagliato a pezzettini. Non è indispensabile che il purè di piselli sia finissimo, quindi non preoccupatevi se ne rimane qualcuno intero :)

Mettete il purè di piselli in una ciotola e amalgamatelo con la ricotta, aggiungete 40-50 gr di pangrattato (la quantità dipenderà dall'umidità della purea e della ricotta), l'uovo e le foglie di menta tagliuzzate finemente con le forbici. Regolate di sale e pepe e mettete il composto in frigorifero per 30 minuti. Trascorso questo tempo, inumidendovi le mani, formate con il composto tante polpettine grandi come una noce; se il composto fosse ancora troppo morbido, unite un altro po' di pangrattato.

Mescolate in un piatto il pangrattato rimasto con i semi di sesamo. Rotolateci le polpettine di piselli e disponetele su di una placca foderata con carta forno. Cuocete le polpettine in forno già caldo a 200° per circa 15 minuti, girandole a metà cottura.

Nel frattempo, versate lo yogurt in una ciotola, insaporitelo con poco sale e pepe e spolverizzatelo con le foglie di menta rimaste spezzettate con le mani. Servite le polpettine con lo yogurt aromatizzato.

Nota: ora che è stagione si possono sostituire i piselli con la stessa quantità di fave, sgusciate e private della pellicina, quindi lessate in acqua salata e passate al setaccio.

Polpette di piselli al sesamo

venerdì 23 aprile 2010

Il pane toscano delle Simili con solo rinfresco di lievito madre

Pane toscano - secondo esperimento

Pur non avendo molto tempo per sperimentare, almeno una volta a settimana mi trovo a dover fare i conti con l'Affare, la Creatura, insomma, il lievito madre, sì. Finchè dopo un rinfresco non me ne sono ritrovata una quantità industriale e ho dovuto risolvermela in qualche maniera prima che finisse per inglobarsi anche le due carote solitarie che stazionavano in fondo al frigo, noncuranti del pericolo che incombeva sulle loro teste. Fortunatamente in rete circola da un po' questa ricetta miracolosa, a pronto uso dei disperati come me. Vi premetto soltanto che finora l'ho provato due volte, con due procedimenti di lievitazione e formatura diversi, ma che mi hanno dato un risultato sostanzialmente similare (leggasi: alveolatura fitta e regolare). Le foto sono quelle della seconda volta perchè sono venute decisamente meglio (la prima volta, in verità, non erano proprio previste :P) ma per i curiosi di vedere la forma originaria vi rimando a Flickr, qui e qui. Ma bando alle ciance, vi lascio subito in compagnia della ricetta.

PANE TOSCANO DELLE SIMILI CON SOLO RINFRESCO DI LM

Quando, pur rinfrescando regolarmente il nostro lievito madre, non lo utilizziamo altrettanto spesso per panificare, può presentarsi l'esigenza di smaltire il lm in esubero, che ad ogni rinfresco cresce in modo spropositato. Questa è una versione veloce del pane toscano ideata dalle Simili, utilissima per smaltire il troppo lm, visto che la quantità di lm utilizzata è in pari dose con la quantità di farina e non al 25% come al solito: insomma, si tratta di un pane fatto con il solo rinfresco della pm! E' un pane casereccio, semplice, naturale e completamente privo di sale, per questo motivo ottimo servito con salumi, formaggi e pietanze saporite: oltretutto, è proprio il pane che le arzille sorelle mettono sulla loro tavola tutti i giorni.

Ingredienti:
250 gr di pasta madre
250 gr di farina 0
125 gr di acqua
[in pratica è un rinfresco]

Inoltre: farina di semola rimacinata per spolverizzare

A mano: sulla spianatoia di legno, fate la fontana con la farina e nel centro spezzettate la pasta madre, aggiungete l'acqua tiepida e sciogliete la pasta madre strizzandola con le dita, ottenendo una specie di poltiglia ben amalgamata. A questo punto iniziate ad impastare inserendo via via la farina, fino ad ottenere un composto ben omogeneo.

Nell'impastatrice: sciogliete la pasta madre con l'acqua a vel. 2 per pochi minuti, quindi aggiungete la farina e impastate sempre a vel. 2 per qualche minuto.

Trasferite l'impasto ottenuto su un foglio di carta da forno, posizionato su di un canovaccio e spolverizzato di farina di semola rimacinata; dategli la forma a filone, se preferite incidete leggermente la superficie con dei tagli trasversali, rispolverate di semola e chiudete a pacchetto con la carta forno e col canovaccio, non troppo strettamente.

Lasciate lievitare per almeno 4 ore (o comunque fino al raddoppio) in un luogo riparato (anche in forno spento). Il pane sarà pronto,quando la superficie si sarà coperta di crepe. Con delicatezza, trasferite il pane con la carta forno sulla teglia e infornate in forno già caldo a 200/220°. Dopo 5/10 minuti abbassate la temperatura a 180° e proseguite la cottura per 35/40 minuti, avendo l'accortezza di trasferire il pane direttamente sulla griglia del forno per gli ultimi 15 minuti, in modo che si cuocia e si asciughi bene anche nella parte inferiore.

Nota. Con questa ricetta si possono anche fare pani più grandi, l'importante è mantenere sempre la proporzione tra l.m., farina e acqua come per il rinfresco: stessa quantità di l.m. e farina, metà di acqua, adattando eventualmente i tempi di lievitazione e cottura. E', comunque, un pane che va fatto a filone: la pezzatura ideale consigliata è sui 500/600 gr totali (ma vedi sotto a riprova del fatto che viene bene anche in dimensioni maggiori).


Pane toscano - secondo esperimento

Pur essendo rimasta da subito molto soddisfatta della resa di questo pane, ero ancora un po' titubante sull'alveolatura, risultata molto fitta e regolare e ho voluto provare a fare di testa mia, modificando la lievitazione e dandogli un paio di giri di pieghe anzichè formare direttamente il filone: il risultato non è stato di molto differente, l'alveolatura è risultata comunque fitta. Oltre al fatto che - mi dicono - il pane con lm ha un'alveolatura più piccola di quello fatto con il lievito di birra, immagino sia più che altro un problema di idratazione del pane, più che di formatura: qualcuno più esperto potrebbe confermare o smentire? Dopo questo esperimento posso, però, dirvi con certezza che questo pane viene benissimo anche in pezzature più grandi: quello che vedete nelle foto è, infatti, composto da ben un kg di rinfresco! Giusto per completezza, vi lascio anche il...

SECONDO PROCEDIMENTO:

Ho rinfrescato il lm come da ricetta base, l'ho riposto in una ciotola coperta con pellicola e l'ho messo a riposare 2 ore e mezza nel forno spento, in modo che si riattivasse. Poi l'ho ripreso, ho messo il foglio di carta forno sul burazzo, l'ho cosparso di semola, ci ho versato sopra l'impasto (che a questo punto sarà bello morbido) e l'ho schiacciato delicatamente con le mani per far uscire l'aria; gli dato quindi una forma rettangolare, ho fatto le pieghe del primo tipo (come per le pieghe a 3 della pasta sfoglia, per intenderci), ho spolverizzato di semola anche sopra, avvolto infine a pacchetto nella carta forno e nel burazzo e fatto lievitare per poco più di un'ora.

Ho ripreso in mano l'impasto, schiacciandolo delicatamente con le mani per fare uscire l'aria e ridargli una forma rettangolare, poi ho fatto un altro giro di pieghe del primo tipo, spennellando via la farina in eccesso sull'impasto. Ho compattato un po' l'impasto con le mani per dargli una forma a filone largo e rettangolare, l'ho rispolverizzato di semola e riavvolto nella carta forno e nel burazzo, non troppo stretto per consentirgli di lievitare. Ho lasciato lievitare per un'altra ora [quindi circa 5 ore totali], quindi, senza inciderlo (ma potete anche farlo) ho proceduto alla cottura come da procedimento originario. Pur avendo utilizzato un kg di impasto non ho riscontrato problemi e il pane si è cotto bene mantenendo gli stessi tempi di cottura.

Pane toscano - secondo esperimento

[Credits per la ricetta: Cindystar e Antonella, dove trovate anche un utile passo passo]

martedì 20 aprile 2010

The best muffins ever: muffins con cioccolato al latte, carote e mandorle

Muffin al cioccolato al latte, carote e mandorle

Quando la lunaticità e le paranoie della sottoscritta tornano prepotentemente fuori (il che, ve ne sarete accorti, succede piuttosto di frequente, che dobbiamo fà :P) ci sono sempre delle persone care che ti fanno ritrovare il giusto metro di misura delle cose. Ed è bello, in quei momenti, tornare a cucinare, fotografare o anche solo postare col sorriso sulle labbra e non col ghigno nervoso di chi sta facendo una cosa e intanto ne sta pensando altre cinquanta più importanti a cui sta rubando tempo prezioso. Grazie a voi che avete speso qualche parola per me e mi avete portato il vostro punto di vista su Facebook (senza fare nomi eh, che non vorrei imbarazzarvi: Elvira, Diletta, Genny, Edda e FrancescaV :)

Per addolcire un po' gli animi, il mio almeno, oggi muffins. Tornando agli albori del titolo, ecco. Quel titolo che così poco è rappresentato sul blog, perchè caso vuole che quella per i muffins fosse un'insana passione pre-blog, che poi è si è evoluta nella passione per il "di tutto un po', basta che sia da magnà". Questi muffins portano con sè un bel ricordo, perchè oltre ad essere strabuoni, forse i migliori che io abbia mai provato ("per il gusto dolce e il profumo intenso di miele e caramello del cioccolato al latte che si fonde a perfezione con le carote dell'impasto" dice la rivista, e io concordo), sono legati ad un paio di splendide ore passate con due persone deliziose che ho avuto modo di conoscere al Vinitaly e con cui ho chiacchierato, riso e scambiato impressioni ...non posso dire assaggiato vino perchè c'era qualcuno fortemente astemio, vero Lydia? Insomma, questi sono i muffins di cui ho fatto omaggio a Lydia e Diletta, sperando che abbiano lasciato loro un piccolo ma "dolce" ricordo di quella giornata.

Muffin al cioccolato al latte, carote e mandorle

MUFFINS CON CIOCCOLATO AL LATTE, CAROTE E MANDORLE


ricetta tratta da Sale & Pepe - aprile 2010

Ingredienti, x 9 muffins:

120 gr di farina
125 gr di zucchero

60 gr di burro fuso

2 uova
una carota media
80 gr di mandorle tritate finemente
100 gr di cioccolato al latte
un cucchiaino di bicarbonato

un pizzico di sale


Inoltre:

una tavoletta di cioccolato al latte, per la decorazione (facoltativo)
Mescolate in una ciotola capiente la farina con il bicarbonato e il sale. A parte, sbattete con una frusta a mano le uova con il burro fuso e lo zucchero. Unite le uova alla farina, mescolate brevemente con un cucchiaio di legno, quindi aggiungete la carota pelata e grattugiata, le mandorle tritate e il cioccolato al latte, che avrete spezzettato grossolanamente al coltello, lasciando dei pezzi più grossi. Versate l'impasto in 9 stampini da muffins foderati con altrettanti pirottini di carta, riempiendoli per 3/4, e cuocete a 180° per 30-35 minuti (verificando sempre la cottura con uno stecchino di legno). Sfornate i muffins, fateli raffreddare e, se volete, incideteli al centro e inserite in ciascuno un quadretto di cioccolato al latte.

giovedì 15 aprile 2010

Lasagne al pesto d'erbe, fagiolini e squacquerone

Lasagne al pesto d'erbe, fagiolini e squacquerone

Ci sono pochi piatti che facciano festa, almeno nella mia concezione di festa, come un piatto di pasta al forno. Potrebbe giusto competere con della pasta ripiena o un bell'arrosto succulento. In generale amo moltissimo i primi, anche se di rado preparo qualcosa di più particolare e degno di apparire su queste pagine. Tra le mie passioni ci sono le lasagne da declinare in mille modi diversi, quindi quando trovo qualche accostamento goloso non posso farmelo sfuggire. Queste lasagne, ad esempio, racchiudono tutto il profumo delle erbette aromatiche che in questo periodo dell'anno, complici le temperature non ancora proibitive e le giornate di sole non bruciante (quando c'è!) vivono i loro giorni migliori.

Un mesetto fa, in occasione dell'iniziativa che si tiene ogni anno nella mia città, Modenainfiore, ne avevo approfittato per rifarmi il parco-erbe (eh oh, c'è chi ha il parco-macchine e c'è chi ha il parco-erbe, embè?!?) e sono tornata carica di aneto, finocchietto selvatico, maggiorana, timo, timo limone e salvia all'ananas, che sono andati ad aggiungersi ai già presenti nonchè sopravvissuti rosmarino, salvia, erba cipollina e menta. In attesa del basilico, che invece abbiamo provato a seminare, beccatevi intanto questa prelibatezza tutta di stagione, profumatissima grazie al pesto di erbe, fresca grazie ai teneri fagiolini e resa più delicata e fondente dallo squacquerone (che se non trovate potete anche sostituire con dello stracchino o della crescenza, ovvio). Io l'ho presentata sulla tavola di Pasqua nella mia pirofilina nuova, che amo da impazzire e che volevo farmi un po' invidiare, essì!!! ;)))

LASAGNE AL PESTO DI ERBE, FAGIOLINI E SQUACQUERONE

ricetta tratta da Cucina Moderna - aprile 2010

Ingredienti per 4 persone:

200/250 gr di lasagne fresche all'uovo

10 gr tra finocchietto selvatico, prezzemolo, maggiorana e timo

40 gr di gherigli di noci
uno spicchio di aglio

30 gr di parmigiano reggiano e di pecorino romano grattugiati, in parti uguali

200/250 gr di squacquerone
(o stracchino, o crescenza)
200 gr di fagiolini

olio extravergine d'oliva
sale

Cuocete i fagiolini, puliti e lavati, per 5-6 minuti in acqua bollente salata; passateli sotto l'acqua fredda corrente per bloccarne la cottura e scolateli bene.
Frullate nel mixer le erbe (che avrete ottenuto staccando le foglioline dai gambi) con lo spicchio d'aglio, un pizzico di sale, i gherigli di noce, il parmigiano e il pecorino grattugiati e 6-7 cucchiai di di olio extravergine d'oliva, fino ad ottenere un pesto fluido.

Scottate le lasagne (una o due sfoglie per volta) in acqua bollente salata a cui avrete aggiunto un filo d'olio, scolatele prelevandole con delle pinze da cucina e disponetele ad asciugare su dei canovacci puliti.
Ungete una pirofila d'olio, stendete uno strato di lasagne, quindi nappatele con un velo di pesto, distribuitevi sopra un po' di fagiolini e dello squacquerone a fiocchetti. Continuate così, a strati, fino ad esaurimento degli ingredienti. Coprite la pirofila con un foglio di alluminio e passatela in forno a 180° per circa 20 minuti.

L'idea in più:
Non avete tempo di preparare le lasagne, neanche il giorno prima (cosa peraltro preferibile per far amalgamare tra di loro i sapori alla perfezione)? Niente paura, con il pesto di erbe potreste anche condirci una profumatissima pasta, meglio se fresca e magari all'uovo, eventualmente recuperando anche gli altri ingredienti di questa pasta al forno, ossia fagiolini e squacquerone!

martedì 13 aprile 2010

I grissini stirati delle Simili, con lievito madre

Grissini stirati con lievito madre

Vi dicevo che sono diventata mamma. Sì, di un pezzetto di lievito madre, che sta crescendo forte e vigoroso e, a volerla dire tutta, anche un po' troppo abbondante, perchè dopo averlo curato mi si strugge il cuore all'idea di buttarne via la metà e così rinfresco, ogni tanto impasto pane ed affini e quando rinfresco senza impastare...beh...lì sì che son problemi! L'esserino, infatti, ha la peculiarità di moltiplicarsi a dismisura, se non utilizzato con regolarità, e al tempo stesso ha bisogno di amorevoli cure e di nutrimento. Questo era sostanzialmente il motivo del timore reverenziale che nutrivo nei suoi confronti e la ragione predominante per cui non lo volevo, nossignore. Però mi è stato regalato, dopo un po' di dai e dai, e ora che sono in ballo devo ammettere che non è poi così vincolante come credevo. Insomma, la creatura funge bene anche se trascurata qualche giorno di troppo e non coccolata con scrupolosa precisione, come credevo fosse necessario per evitare il morto sulla coscienza. Invece no, lui dopo qualche giorno abbassa la cresta, ma poi basta un rinfreschino e la rialza con determinazione e fierezza, tipo adesso è lì che mi guarda ammiccante dal forno spento e sembra dirmi: "io sarei lì lì per esplodere e inondarti il forno per dispetto, donna di malafede!" ;)


Quanto ai miei esperimenti con il lievito madre, che sono tuttora in corso, per il momento mi sono limitata a qualche preparazione semplice semplice, del tipo pane casereccio super base che più base non si può e, beh, a questi grissini stirati delle Simili. Che a voler essere onesti son già stati ripetuti due volte e credo non siamo molto lontani dalla terza ripetizione (a smentita del fatto che "Alessia non ripete") perchè sono favolosamente buoni, facili, veloci, divertenti e versatili.


In attesa della sistemazione di alcune dritte sul lievito madre che vorrei lasciare a quei pochi che ancora non ne masticano (di nozioni, mica di lievito madre. Detta così sembra che voglia lasciarvi un vademecum sulle foglie di tabacco ecuadoregne) e non ne hanno ancora subito il fascino, vi suggerisco di provare questa ricetta, con o senza lievito madre a seconda della vostra disponibilità perchè entrerà tra le vostre preferite, garantito!
Questa ricetta, dicevamo, è un classico delle Simili. Sono molto semplici e divertenti da fare; l'impasto, reso elastico dalla presenza dell'olio, permette di tirare dei grissini molto lunghi (anche quanto la larghezza del forno) favolosi da legare con un nastro di stoffa o di rafia e da presentare, così, sulla tavola della domenica (ma anche di tutti i giorni, perchè no?). La loro peculiarità è l’irregolarità: essendo tirati a mano avranno, infatti, delle parti sottili e croccanti e altre parti più grosse e morbide. Volendo è possibile aromatizzarli a piacere e sono perfetti per riutilizzare gli scarti di un lievito madre troppo sovrabbondante (a riguardo ringrazio Cindystar per la conversione pronto uso ;))

Grissini stirati con lievito madre

GRISSINI STIRATI TORINESI delle Sorelle Simili

ricetta tratta dal libro "Pane e roba dolce"

Ingredienti:
500 gr di farina 00

250/280 gr di acqua [io la uso sempre tiepida]

15 g lievito di birra*

8 gr di sale (un cucchiaino colmo)
50 gr di olio extravergine d'oliva + q.b. per spennellare

1 cucchiaino raso di malto d'orzo

farina di semola di grano duro q.b. per spolverare i grissini

semi di sesamo, di papavero etc. (facoltativi)

* CON IL LIEVITO MADRE.
Si può sostituire il lievito di birra con il lievito madre aggiustando le dosi come segue: 250 gr di lievito madre (prelevato dal frigo una mezz'ora prima di impastare), 350 gr di farina 00, 50 gr di olio extravergine d'oliva, 1 cucchiaino di malto d'orzo, 1 cucchiaino colmo di sale, 150 gr di acqua. In questo caso, lasciate lievitare per almeno 2/3 ore. Con queste dosi ho ottenuto 45 grissini.


Procedimento a mano: fate la fontana sulla spianatoia, mettete al centro il lievito, il malto, l'olio e l'acqua e amalgamateli tra loro. Prendendo un pò di farina dal bordo, iniziate a impastare. Aggiungete quindi il sale e la farina restante e impastate bene, battendo di tanto in tanto, per 8-10 minuti. L'impasto deve risultare non troppo morbido.

Procedimento nel mixer/impastatrice: sciogliete il lievito nell'acqua; mettete la farina nella ciotola e, dopo aver azionato la macchina, aggiungete l'acqua con il lievito, quindi l'olio e il malto e, per finire, il sale. Impastate fino ad ottenere una palla omogenea (se avete l'impastatrice anche 5-8 minuti), quindi lavorate un po' l'impasto a mano sulla spianatoia, battendolo di tanto in tanto.


Formate un filone rettangolare, piatto e regolare, di circa cm 30 x 10, appoggiatelo su uno strato di farina di semola di grano duro con cui avrete cosparso un angolo della spianatoia, ungete abbondantemente con olio d'oliva la parte superiore ed i lati e cospargete il tutto con altra semola. Coprite a campana (utilizzando una teglia rettangolare rovesciata sopra) e lasciate lievitare per 50-60 minuti (2/3 ore nel caso abbiate usato il lievito madre).


Con un coltello a lama alta o con una spatola tagliate dal lato corto dei bastoncini della larghezza di un dito, quindi afferrateli al centro con le dita e allungateli tirandoli delicatamente verso l'esterno, spostando via via le dita man mano che la pasta si assotiglierà. Potete anche aiutarvi battendoli leggermente sulla spianatoia.

Disponeteli leggermente distanziati su una teglia rivestita di carta da forno e regolateli con le dita per uniformarne lo spessore.
Attenzione! Se il grissino si dovesse spezzare tirandolo, si cuoce così, a pezzetti; se invece prendete troppa pasta e il grissino dovesse risultare troppo lungo, tagliatelo al limite della teglia e il pezzetto che vi rimane cuocetelo così com'è, questo poichè non è possibile reimpastare. Infornate i grissini a 200° per 15-20 minuti, fin quando saranno dorati: appena usciti dal forno saranno delicati e un po' morbidi, ma si induriscono raffreddandosi.

Varianti:

- potete aggiungere all'impasto, a piacere, semi di sesamo (bianco o nero), semi di papavero, peperoncino o paprika in polvere, rosmarino, cipolla secca o tritata e soffritta, olive verdi o nere sminuzzate, sale nero etc.

- potete anche spennellare i grissini già formati di acqua e cospargerli di semini o di farina di polenta.


P.s. Capita a volte che, per buffa congiunzione astrale, due persone facciano le stesse cose negli stessi giorni, senza sapere niente l'una dell'attività dell'altra. Guardate qui la produzione della meringhetta Sara cosa ci offre ;)

giovedì 8 aprile 2010

Puntarelle saltate con uvetta e pinoli

Puntarelle saltate con uvetta e pinoli

Mentre continuano i miei esperimenti con il lievito madre (i miei amici di Facebook dovrebbero sapere che ne sono diventata mio malgrado mamma da una ventina di giorni - "colpa" di Sabrina che me l'ha infilato nella borsa vero?- ma che ora che siamo entrati in confidenza sono molto, molto contenta di averlo!) e mentre fervono i preparativi per andare, nella giornata di domani, al Vinitaly (chi ci sarà?), vi lascio un'altra idea veloce, gustosa e, diranno sempre i puristi, anarchica per preparare le puntarelle cotte.

L'avevo fatta con quelle che mi erano avanzate dalla preparazione degli gnocchi, ispirandomi a una ricetta trovata su Cucina Moderna di Aprile e avrei voluto averne a disposizione una dose decisamente più massiccia da tanto che erano buone. Il principio è un po' quello della scarola in agrodolce, con uvetta e pinoli a smorzare il sapore amarognolo di quelle che qui sono puntarelle, ma potrebbero anche essere bietole o cicoria, a seconda di cosa può spacciarvi il verduraio in giornata, insomma ;) A completare il tutto e a conferire croccantezza al piatto, una generosa sbriciolata di panbrioche tostato: yuhm!

PUNTARELLE SALTATE CON UVETTA E PINOLI

Ingredienti x 1 persona:

150 gr di puntarelle
1 piccolo scalogno
una manciatina di uvetta
una manciatina di pinoli
una fetta di panbrioche
una noce di burro
un pizzico di peperoncino
sale q.b.

Mettete in ammollo l'uvetta in una ciotolina di acqua calda per una decina di minuti. Affettate finemente lo scalogno e fatelo appassire dolcemente in una padella insieme alla noce di burro; unite, quindi, le puntarelle lavate, salate, alzate la fiamma e fate insaporire qualche istante. Coprite con un coperchio e fate cuocere una decina di minuti a fuoco lento, aggiungendo all'occorrenza un goccino d'acqua, poi unite i pinoli, l'uvetta ammollata strizzata e il peperoncino. Al momento di andare a tavola, tostate in una padellina il panbrioche sbriciolato con cui spolverizzerete le puntarelle.

martedì 6 aprile 2010

La mia colomba vola per 99 colombe: dentro a un trifle

Trifle con fragole, crema chantilly e colomba al cioccolato (Sorelle Nurzia)

Oggi, 6 Aprile 2010, è passato esattamente un anno dal terribile terremoto che ha devastato L'Aquila, portando con sè, posso solo immaginare, un anno di duro lavoro su se stessi e con gli altri per poter ricominciare la propria vita e lasciarsi alle spalle questa disgrazia. Questo è il giorno prescelto da 99 colombe per far spiccare il volo alla nostra personale colomba, quindi tanti blog riuniti posteranno all'unisono qualcosa che avranno realizzato con i prodotti acquistati dall'azienda che si è voluto (e si è riusciti ad) aiutare a re-ingranare, Sorelle Nurzia. Ecco qui il mio piccolo contributo: la mia colomba porta legato alla zampetta l'augurio che tutto torni al suo posto quanto prima, un sorriso di incoraggiamento :)
e un ringraziamento a chi ha ideato e permesso tutto questo!

Ma veniamo alle origini della mia scelta. Mi stavo scervellando su cosa preparare in occasione di questa iniziativa con la colomba ordinata da Sorelle Nurzia. Ero arrivata ormai ad una decisione in ordine agli ingredienti e alla loro associazione: scartata tutta una
serie di dolci che tradizionalmente utilizzo per fare fuori gli immancabili avanzi di pandoro e panettone (muffin, crumble, tiramisù, tanto per dirne alcuni) doveva essere uno zuccotto con colomba alle gocce di cioccolato, ripieno di fragole e crema chantilly. Poi l'idea, venuta da un flashback improvviso: mi sa che faccio un trifle, ne avevo visto uno con ingredienti simili tempo fa...E cosa ci poteva di essere di meglio, per rendere giustizia a quella favolosa colomba alle gocce di cioccolato che sostava ben incartata su un ripiano della mia cucina, che un dolce che letteralmente significa "cosa di poco conto"? Già, una goccia nell'oceano, la mia, ma che riunita a tutte le altre gocce che hanno preso parte a questo circolo virtuoso, può smuovere le terre.

TRIFLE CON CHANTILLY, FRAGOLE E COLOMBA AL CIOCCOLATO

Sarà la trifle o il trifle? Comunque sia, si pronuncia traifl e, per chi non lo sapesse, significa letteralmente "cosa di poco conto". Si tratta di un voluttuoso dolce al cucchiaio inglese, variamente composto e assemblato a strati in una ciotola di vetro che nei paesi anglosassoni vendono apposta, con il nome di trifle bowl
, o in coppe monoporzione trasparenti (ovvio che nella lungherrima lista delle cose da comprare ora mi sono segnata anche l'imprescindibile trifle bowl, associata alle sue figlioccie più piccoline monoporzione: tutte indispensabili, non è vero?) ma sempre e comunque a base di:
1) fettine di dolce tipo pandispagna (ma a seconda del periodo, vanno bene anche il pandoro o la colomba avanzati), se troppo secco bagnato con un qualche liquore;
2) cremina morbida all'uovo, tipo crema pasticcera o al mascarpone;
3) frutta fresca preferibilmente rossa, tipo fragole, lamponi o altri frutti di bosco, ciliegie etc. Alcuni utilizzano anche della confettura.
Il solo limite all'associazione degli ingredienti è dato dalla nostra fantasia; potremo accostarli per gusto, ma anche per cromatismo, dato che la ciotola trasparente serve proprio a rendere questo dolce maggiormente scenografico. Una curiosità: si narra che la nostra zuppa inglese prenda origine proprio da questo dolce...

Ingredienti, rigorosamente a occhio (a seconda di quanti siete):

crema chantilly* (fatta con 2/3 di crema pasticcera alla panna + 1/3 di panna fresca montata)

colomba alle gocce di cioccolato Sorelle Nurzia

fragole (di cui alcune intere per decorare)
poco liquore tipo Grand Marnier (o rhum, o cherry)
cioccolato fondente tritato di ottima qualità


Lavate le fragole, asciugatele e tagliatele a pezzetti dentro a una ciotola, bagnandole con un pochino di liquore; lasciatele macerare almeno una mezz'oretta.
Tagliate la colomba a fettine sottili di circa un cm di spessore e disponetele in coppette individuali, pressandole leggermente con le dita per compattarle tra loro, copritele con un po' di fragole e con uno strato di crema chantilly. A seconda della grandezza della ciotola, fate degli altri strati, sempre alternando gli ingredienti tra di loro. Completate con un po' di cioccolato fondente tritato grossolanamente al coltello e una fragola intera come decorazione.

* Alcuni inorridiranno a veder chiamare chantilly l'assemblamento della crema pasticcera alla panna montata, essendoci varie correnti a riguardo che portano a ritenere si tratti di semplice panna montata zuccherata. Io, per mia abitudine e mia tradizione&convenzione, continuo a chiamarla così :)

venerdì 2 aprile 2010

Buona Pasqua!

Solo una riga fugace per augurare a tutti i lettori di Muffins, cookies ed altri pasticci...

Buona Pasqua!