lunedì 29 novembre 2010

Alessia legge...


...la lista delle cose che avrebbe tanto voluto fare nell'ultima settimana (e anche prima) e che invece, manco a dirlo, non ha fatto:


"- sistemare le foto di Venezia e produrre altrettanti post da presentare ai suoi lettori;
- organizzare il prossimo weekend in quel dei mercatini di Innsbruck (consigli?);
- iniziare a pensare ai regalini mangerecci di Natale ed alle altre cose da preparare (biscotti et similia) per le imminenti festività natalizie;
- pensare a come decorare la casa per il suddetto Natale e magari creare anche qualcosa home-made, sul genere dei decori di carta de Il gatto goloso o la ghirlanda dell'avvento di Virginia;
- leggersi in santa pace, senza abbioccarsi regolarmente alla pagina 93, "Regali golosi" di Sigrid Verbert (non per noiosità del libro, anzi, ma per sonno irrefrenabile della sottoscritta che pare essere caduta in sempiterno letargo);
- cucinare-cucinare-cucinare-sperimentare-sperimentare-sperimentare-fotografare-fotografare-fotografare;

-a-ehm...fare un post apposito per non rendere del tutto inutile il giorno del suo compleanno (ormai il 23 novembre scorso), magari con qualche sorpresina per i lettori;
- preparare il post del lunedì con una delle ricette di ormai un mese fa - roba che di sto passo st'estate vi si presenterà ancora con biscotti allo zenzero, paste al forno e arrosti da 250mila calorie."

Aspettate. Forse per quest'ultimo punto si può fare qualcosa ora, dice...
Dice anche che l'ispirazione per questo piatto le è venuta durante il pranzo post-discussione di laurea in un ristorante di Modena dove, in piena estate (ricordiamoci che era il 15 luglio!), tra le altre pietanze tipiche, lei e i suoi cari hanno degustato un assaggio di costine al lambrusco talmente da urlo da far dimenticare che fuori ci fossero 40 gradi buoni. Tenerissime e profumate. Tagliate di traverso, quindi corte (non come quelle della di lei ricetta), da prenderle tra indice e pollice ed aspirarle garbatamente in un sol boccone. Burro allo stato puro, e ancora più godibili se servite con un buon purè di patate o della polentina morbida e pronta ad accoglierne il godurioso sughetto...
Costine di maiale brasate al lambrusco

Costine di maiale brasate al Lambrusco


Ingredienti x 4 persone:

8 costine di maiale
una carota
una piccola cipolla

una costa di sedano
uno spicchietto d'aglio
una bottiglia di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro o Campanone reggiano secco

farina q.b.

qualche foglia di salvia e rosmarino

olio e burro q.b.

sale e pepe


Tritate finemente la cipolla, la carota, il sedano, il rosmarino e la salvia e fateli soffriggere dolcemente unitamente allo spicchio d'aglio intero in olio e burro. Lavate le costine, asciugatele e infarinatele, quindi mettetele a rosolare nel soffritto rigirandole su tutti i lati. Quando saranno ben sigillate, aggiungete il lambrusco, salate e pepate, coprite con un coperchio e fate cuocere per circa 3 ore a fiamma bassa, girandole di tanto in tanto ed eventualmente allungando il sugo con un po' di acqua calda o di brodo qualora dovesse restringersi troppo. Servite con polenta morbida o purè di patate.

domenica 21 novembre 2010

Venezia - atto primo: i simboli

Venezia...


Alcune settimane fa, in occasione del terzo anniversario con la persona che condivide con me ogni giorno, siamo stati a Venezia. E' stata una sua sorpresa smascherata (giusto per rimanere in tema veneziano), ma comunque apprezzata visto che l'unica volta che vi ero stata risale ai miei 4 anni, nel lontano 1986, quando ero troppo piccola per poter ricordare altro oltre alle vetrerie di Murano e ai cagnolini di vetro che mi erano stati regalati all'uscita di una di esse. Sono stati due giorni molto tirati e intensi, con la macchina fotografica rovente per i tanti scatti e i piedi gonfi dal tanto camminare. A proposito di foto, senz'altro ricorderete quest'estate, quando i miei buoni propositi di mostrarvi i miei scatti croati si sono tragicamente infranti di fronte alla mancanza di tempo per sistemarli e realizzare dei post ad hoc, ragione per cui mi sono arenata dopo il primo reportage sulla bellissima Trogir. Ecco, a proposito di Venezia non ho voluto anticipare nulla perchè non ero sicura di riuscire a fare un post apposito, anzi, a dirla tutta, tutt'ora che sto scrivendo non so se ce la farò, quindi se leggerete queste parole vuol dire che tutto è finito per il meglio, ecco :)

Venezia è di una bellezza struggente, ma questo già lo sapete tutti, senz'altro. Abbiamo deciso di viverla senza andare a infognarci, perdonate il termine poco aulico, in musei o luoghi di interesse artistico, ci siamo fatti trasportare dalle emozioni e ci siamo lasciati guidare dai nostri piedi, dai nostri occhi, dalle nostre pance... e da una cartina che ci impedisse di perderci, quella sì. Quello che segue è il mio personalissimo ricordo di Venezia. Per oggi vi porto a spasso tra i simboli di Venezia, poi seguirà una panoramica di palazzi, ponti e canali tra le calli cittadine, quindi un giro tra le bancarelle del mercato ortofrutticolo e del pesce di Rialto; infine, per non farsi mancare niente, qualche dritta utile su dove fermarvi a sbocconcellare qualcosa e una sbirciatina dalle vetrine dei negozi che mi hanno maggiormente colpito. Nulla di pretenzioso, solo qualche nota utile da appuntarsi. Enjoy!

Venezia è....

...Gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

Venezia e...gondole

...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

Venezia e...Piazza San Marco

...l'isola di San Giorgio Maggiore

Venezia e...l'isolotto di San Giorgio Maggiore

...il Ponte dei Sospiri

Venezia e.. il ponte dei sospiri

...la Biennale

Venezia e...la Biennale

... il teatro La Fenice

Venezia e...il teatro La Fenice

...la torre pendente della Chiesa di Santo Stefano

Venezia e...la torre pendente

Venezia e...la torre pendente

...l'Arsenale

Venezia e... la darsena

...i leoni

Venezia e...leoni

Venezia e...leoni

...i gabbiani

Venezia e...gabbiani

Venezia e...gabbiani

Venezia e...gabbiani

...le maschere

Venezia e...maschere

mercoledì 17 novembre 2010

Zwiebelkuchen (per gli amici italiani torta di cipolle tedesca)

Zwiebelkuchen - torta tedesca di cipolle

A volte penso di non essere propriamente una brava foodblogger. Mi piacerebbe partecipare più attivamente a determinate iniziative, essere presente e recettiva verso le novità, provare cose nuove che mi riprometto di fare da millenni (a quanto pare ho avuto una serie di vite precedenti in epoca egiziana, greca, romana e via in avanti, altrimenti non si spiegherebbe la quantità di cose che vorrei provare che sto accumulando da soli 5 anni a questa parte), reperire e sperimentare con ingredienti di qualità ma più di nicchia, organizzare il mio primo contest o creare una raccolta di ricette presenti sul mio blog e via dicendo. La realtà è, come vi accennavo, che arrivo a sera che ho voglia sì e no di mettere su un brodino. C'è di fondo che mi piace informarmi e conoscere ricette nuove, tradizioni gastronomiche regionali italiane ma anche straniere, mi incuriosiscono le storie che ci stanno dietro; in teoria cucinerei non appena ho un attimino libero, in pratica mi ritrovo a guardare ricette su web e/o sfogliare libri e riviste senza concludere poi niente. Vivo sommersa di foglietti volanti con appuntati i miei programmi di cucina per il weekend a venire, resta il fatto che ogni tanto ne riesumo persino di risalenti ad annate passate.

Comunque sia, ora la finisco di autocommiserarmi - del tutto scherzosamente, sia chiaro!- e vi dimostro che a volte riesco anche a essere bravina, dai. Prima però ne approfitto per scusarmi con tutte le persone che mi mandano delle e-mail con richieste e proposte varie a cui riesco a rispondere spesso dopo tanto, troppo tempo e, a volte, persino perdendole per strada. Vorrei confortarle che prima o poi arrivo, purtroppo ora non ho più i ritmi di un tempo! Non sono incluse nel discorso, invece, le e-mail che propongono scambi di link e partecipazione ad aggregatori vari di cui, francamente, scusate la schiettezza, ho un po' piene le scatole, ecco :)

Venendo a noi, sapete cos'è la Zwiebelkuchen? Sì? No? Beh, ve lo dico io, guardate come sono buona oggi :) Si tratta di una torta salata tedesca (ma và?) a base di cipolle, in particolare tipica della zona di Stoccarda. Nello specifico, è una torta di pasta lievitata, farcita con cipolle cotte a vapore o soffritte dolcemente, uova, panna acida, dadini di speck o di pancetta affumicata e semi di cumino. Si mangia principalmente in autunno per accompagnare il Federweißer, un vino novello in cui il mosto d’uva ha appena iniziato la fermentazione, quindi piuttosto acidulo.

A noi è piaciuta moltissimo e si è conservata benone per un paio di giorni. Unico inconveniente, beh, indovinate un po'...cipolle...cipolle...cipolle...vi dice niente "alito che resusciterebbe i morti" per un paio giorni? Non mi resta che augurarvi buon appetito e...che le mentine siano con voi!

Zwiebelkuchen - torta tedesca di cipolle

Zwiebelkuchen - Torta di cipolle tedesca

Ingredienti:

Per la pasta:
250 gr di farina
mezzo cubetto di lievito di birra
110-120 ml di latte tiepido
25 ml di olio d'oliva
1 pizzico di zucchero
un cucchiaino di sale

Per il ripieno:
400 gr di cipolle bionde o bianche
130-150 gr di speck o pancetta affumicata a dadini
2 uova
100 ml di panna acida
150 gr di emmenthal o edamer grattugiati grossi
olio extravergine d'oliva q.b.
sale e pepe
un cucchiaino di cumino* (facoltativo)

* il cumino non è da confondere con il kummel o carvi (da Carum Carvi, cumino dei prati), dall'aroma completamente differente.

Sciogliete il lievito di birra e lo zucchero nel latte tiepido. Versate la farina e l'olio nella ciotola dell'impastatrice o del mixer, aggiungete il latte con il lievito disciolto e azionate la macchina; quando sará tutto ben amalgamato, aggiungete il sale e continuate ad impastare finché non risulterà una palla omogenea. Prelevate l'impasto dall'impastatrice, lavoratelo ancora brevemente a mano, raccoglietelo a palla e mettetelo a riposare in una ciotola coperta con pellicola alimentare per un'ora e mezza/due, fino al raddoppio.

Nel frattempo pulite e tagliate le cipolle come preferite, a fette oppure tritate (io le ho tritate con il mixer). Mettete un filo di olio in una padella e fate stufare lentamente lo speck/la pancetta affumicata a dadini e la cipolla fin quando non risulta lucida e trasparente. Se vi piace, aggiungete un po' di cumino a piacere, tenendo conto che si tratta di una spezia piuttosto forte che potrebbe non piacere a tutti: un cucchiaino mi pare un buon compromesso.
Nel frattempo sbattete le uova con un pizzico di sale, una macinata di pepe e la panna acida.

Quando l'impasto sará lievitato fino al raddoppio, foderatevi una teglia di 26 cm di diametro leggermente unta, tenendo i bordi alti: potete utilizzare tranquillamente le mani perchè l'impasto è morbido e l'operazione vi risulterà abbastanza agevole. Se tendesse a ritirarsi, fate riposare la pasta una decina di minuti e riprendete a tirarla dentro lo stampo. Distribuite omogeneamente sulla pasta il soffritto di cipolla e speck/pancetta affumicata, versatevi sopra il composto di uova e panna, cercando di farlo arrivare in tutti i punti ruotando e battendo delicatamente la teglia e ultimate ricoprendo il tutto con il formaggio grattugiato. Infornate in forno statico preriscaldato a 180/200 gradi per 30- 35 minuti o, comunque, fino a doratura.

Nota:
se preferite un risultato più delicato, potete usare i porri al posto delle cipolle.

mercoledì 10 novembre 2010

Spiedini di manzo alla coreana

Spiedini di manzo alla coreana

Mi davate per dispersa, eh? Beh, in effetti non avreste tutti i torti...sono già passati dieci giorni dall'ultimo post e, che dirvi, sono letteralmente vo-la-ti. Complice un romantico quanto costoso (sigh!) weekend nella bella Venessssia, sono tornata lunedì al lavoro con ancora tutto da fare in casa, ohibò. Ma siccome ora sono qui (in casa per l'appunto), avendo amabilmente paccato il corso di nuoto e sto imprecando in giapponese contro quello strano essere che risponde al nome di "moroso" che ieri sera, mentre ronfavo bellamente sul divano, con la scusa di sistemare il desktop troppo affollato del mio pc, m'ha fatto secco Photoscape...dicevo, dato quanto sopra, per evitare di fare stragi al di lui ritorno dal corso di nuoto, sto cercando di raggiungere il karma scrivendo un post per voi. In alternativa, cercherò di recitare l'ohm fino ad abbioccarmi o potrei prendere a testate il televisore, visto che stan passando il programma di Frizzi che è notoriamente simpatico come un gatto nero aggrappato agli zebedei. Quando sono arrabbiata do il meglio di me, si vede? :)))


Ma veniamo a noi. Un'altra ricetta di carne, che sto cucinando molto da quando sono andata a convivere (la carne, non la ricetta in sè e per sè). O meglio, la cucino molto, sperimentando s'intende, nel weekend, mica la sera che è già tanto se non strino due braciole di coppa o due fettine di pollo. Non vi sto a spiegare in questa sede il totale disallineamento fra le mie previsioni pre e post convivenza in materia di cucina perchè mi sento un pelo in imbarazzo a confessarvelo. Anzi, sì, ve lo spiego. Sono passata dall' "Amore, quando andremo a vivere assieme ti preparo questo, ti preparo quello e poi ancora quell'altro" (segue sguardo scettico del fetentone che -va detto- si è rivelato più lungimirante della sottoscritta) alla mera sopravvivenza fatta di pietanze veloci e ben navigate. Ormai si campa di risotto pere e gorgonzola o quiche di tutti i tipi, qui: e questo quando va
bene, attenzione! I miei pranzi solitari, poi, sono di una tristezza infinita: si passa dalla piadina cotto e formaggio alla piadina crudo e stracchino, dalla pasta al pomodoro alla pasta all'olio e parmigiano. Riuscirò mai a saltarci fuori?! Intanto beccatevi questa ricettina sfiziosa, che potrebbe far pensare -erroneamente, badate bene!- che nella mia cucina girino sempre prelibatezze di siffatta sorta... pfui! [Non fatevi ingannare, quando sono arrabbiata divento più logorroica del solito: in verità questa ricetta è estremamente facile e veloce e potete farla davvero in qualsiasi istante voi vogliate perchè richiede un impegno minimo :)]

Spiedini di manzo alla coreana

ricetta tratta da Sale & Pepe - Luglio 2008

Ingredienti:
800 gr di carne da roast beef a fettine un po' spesse (circa 8 fette)

2 cucchiai di sesamo
4 cucchiai di salsa di soia
mezzo cucchiaio di zucchero
un bicchiere di vino bianco

qualche goccia di tabasco

uno spicchio d'aglio

prezzemolo
(sale)


Per accompagnare:
riso basmati lessato
fagiolini o taccole cotte al vapore


Tostate il sesamo in un padellino antiaderente, smuovendolo leggermente. Schiacciate l'aglio sbucciato con lo spremiaglio e raccoglietene la polpa in una ciotolina: unite la salsa di soia, lo zucchero, il vino, il tabasco e il sesamo tostato.
Tagliate la carne a striscioline e infilzatele, cinque alla volta, su coppie di stecchini di legno tenuti in acqua per mezz'ora. Adagiate gli spiedini in una pirofila, irrorateli con la marinata e fateli insaporire al fresco per un'ora, bagnando di tanto in tanto con il fondo.

Sgocciolate gli spiedini e grigliateli su una piastra rovente un paio di minuti per lato, bagnandoli con altra marinata. Insaporiteli con poco prezzemolo tritato (nella foto me lo sono scordata!) un pizzico di sale (che io eviterei, vista la sapidità della salsa di soia) e servite accompagnando, a piacere, con del riso basmati lessato e dei fagiolini o delle taccole cotte al vapore.

lunedì 1 novembre 2010

2 Novembre + Puglia + biscotti: i Pupurati

Pupurati - biscotti pugliesi per il 2 Novembre

Complice il weekend lungo, io e M. ieri abbiamo fatto i Pupurati, i biscotti che al suo paese natale, San Severo (Foggia), si preparano tipicamente per il 2 novembre, giorno dei morti. La mamma di M., grazie alla quale si porta avanti la tradizione di anno in anno anche qui a Modena, in questo periodo è in ospedale perchè le hanno messo una protesi al ginocchio, così abbiamo deciso di scendere in campo noi...e a buon rendere, perchè per essere la prima volta sono venuti davvero favolosi!

Questi biscotti sono incredibili: hanno dei sentori speziati tipicamente nordici (cacao, cannella e chiodi di garofano) uniti a un tratto tipicamente meridionale, quello del mosto cotto (che qui in Emilia chiamiamo "saba" o "sapa"), anche questo gentile omaggio homemade dei miei "suoceri" davvero multitasking. Io li trovo buonissimi, profumano di Natale (di già?! Ebbene sì...), sono croccantini all'esterno ma pastosi all'interno, con i granellini di mandorle a fare capolino nell'impasto. Uno tira l'altro, proprio così. La loro forma tipica è quella a tarallo, ma per fare prima potete anche tagliarli a tozzetti proprio come si fa per i cantuccini. Cos'altro dirvi di questi deliziose ciambelline? Che ogni famiglia, come tradizione vuole, ha la sua ricetta; che la stessa cambia di paese in paese, ciascuna con le sue peculiarità: chi ci mette più latte, chi omette le uova, chi non aggiunge le mandorle (un tempo ingrediente costoso, riservato a pochi fortunati), chi ci mette anche pezzetti di cioccolata (idem come sopra). La versione originale, quindi, era fatta di pochi ingredienti poveri (farina, zucchero, cacao, mosto cotto, olio di famiglia, lievito e spezie): tutto il resto è un'aggiunta successiva che varia a discrezionalità di chi li prepara.

Dal canto mio posso solo consigliarvi di non lasciarveli scappare perchè sono davvero ottimi e di abbinarli, come da gentile suggerimento di un mio collega di lavoro sommelier, ad un Moscato di Scanzo passito, DOCG bergamasca da un paio d'anni, che si abbina perfettamente con il cioccolato
(grazie Ago!).

Pupurati (Pupurat')
Ingredienti (per taaanti biscotti, all'incirca 4 placche da forno):
1 kg di farina 00

400 gr di zucchero

100 gr di cacao amaro

250 gr di mandorle non pelate
2 uova

un bicchiere di mosto cotto

75 ml di olio extravergine d'oliva, preferibilmente pugliese*

mezzo cucchiaio di bicarbonato di sodio

4 gr di chiodi di garofano 8 gr di cannella
2 bustine di vanillina

2 bustine di lievito per dolci

latte q.b.


* solitamente non amo usare l'olio extravergine nei dolci perchè lo trovo molto forte, quindi tendo a sostituirlo con quello di semi; in questo caso, però, vi consiglio caldamente di attenervi alla ricetta perchè essendo un biscotto della tradizione è utilizzando l'olio tipico di quella regione che si raggiunge il risultato più fedele alla realtà.

Per prima cosa tostate leggermente le mandorle in una padella antiaderente, smuovendole di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Quando inizieranno a emanare profumo, mettetele nel mixer e riducetele a pezzetti grossolani.

Versate nella ciotola dell'impastatrice o del mixer (io questo procedimento l'ho fatto in due tranche, vista la quantità di farina della dose intera) la farina, lo zucchero, il cacao, le mandorle tritate, il bicarbonato, le spezie (cannella, chiodi di garofano e vanillina) e il lievito; aggiungete l'uovo e l'olio e cominciate a impastare lentamente, quindi aggiungete a filo il mosto cotto e latte q.b. ad ottenere un composto leggermente umido ma non troppo appiccicoso.

Versate il composto ottenuto sulla spianatoia leggermente infarinata e impastate ancora velocemente, fino ad ottenere un composto omogeneo. Ricavatene un grosso filone e, prelevandone una fettina alla volta, realizzate dei cordoncini di pasta grossi poco più di un dito, schiacciandoli e compattandoli un po' stringendoli tra le mani qualora tendessero a sbriciolarsi. Formate con i cordoncini di pasta dei taralli del diametro di 5-6 cm, che disporrete sulla placca foderata di carta da forno ben distanziati. Per fare più veloce, potete anche ottenere dei filoncini piatti di impasto e ridurli a tocchetti tagliandoli di sbieco con una spatola, come si fa per i cantucci.

Infornate le placche con i biscotti nel forno preriscaldato a 180 gradi per 15 minuti, avendo cura di cambiare di posizione alle teglie a metà cottura. E' importante che i biscotti non cuociano troppo altrimenti diventano duri: devono risultare croccanti all'esterno e pastosi all'interno. Quando escono dal forno saranno ancora morbidi e fragili, ma si induriscono raffreddandosi.