venerdì 30 gennaio 2009

Tortelloni di ricotta e spinaci conditi con burro fuso, salvia e parmigiano.


Tra i tanti piatti in cui la mia nonna paterna era veramente imbattibile c'erano i tortelloni di ricotta. In effetti, se la memoria non m'inganna, credo di essere stata cresciuta fondamentalmente a tortelloni di ricotta e formaggini Mio (non ditemi che non ve li ricordate?!) e poco, pochissimo altro. Non perchè mi tenessero a stecchetto, sia chiaro (al tempo non ve n'era d'altronde alcun bisogno, sigh!), semplicemente perchè non mangiavo: ricordo certi inseguimenti, piatto alla mano e cucchiaio sguainato come una minacciosa spada di Damocle sulla mia testolina...
Coi tortelloni non si correva questo pericolo, li adoravo letteralmente. E anche ora rimangono in assoluto uno dei miei piatti preferiti, a patto che siano fatti con tutti (o quasi) i crismi e che li si condisca in bianco (no sughi, no ragù for me).
Quando la nonna è mancata, io e mia mamma abbiamo fatto di necessità virtù e abbiamo imparato a farci i tortelloni da sole; certo, non sono eccezionali come quelli della nonna, ma sono davvero molto buoni. Per la ricetta, che prevede gli stessi ingredienti di nonna, usiamo, giusto per la comodità di avere delle dosi più precise, questa tratta da un opuscolo sulla cucina modenese scritto da Sandro Bellei, celebre giornalista mio concittadino che da sempre pubblica libri e partecipa a conferenze sul dialetto, la cultura e la gastronomia modenese.
Qui e qui potete comprare i suoi libri, tra cui "Cucina modenese": vi assicuro che sono veramente validi, specialmente se sbavate all'idea di gnocco fritto, tigelle, stria, borlenghi, tagliatelle al prosciutto e piselli, tortellini, tortelloni, maltagliati coi fagioli e così via.


(immagini tratte da www.spaghettitaliani.com e www.ibs.it)

TORTELLONI DI RICOTTA E SPINACIconditi con burro fuso, salvia e parmigiano
Ingredienti:

Per la pasta:
6 uova
600 grammi di farina 00 per pasta fresca
(alcuni mettono anche un pizzico di sale)

E' consigliabile comunque stare abbondanti con la pasta, poichè per fare tortelloni e tortellini avanzano molti scarti, comunque perfetti per realizzare dei maltagliati o dei quadretti da fare in brodo. Per questa dose di ripieno, infatti, io ho usato 9 uova.

Per il ripieno:
400 gr di spinaci
100 gr di parmigiano grattugiato
250 gr di ricotta
1 uovo
sale
noce moscata

Pulire gli spinaci e lavarli accuratamente fino a che avranno perso tutto il terriccio, quindi lessarli in poca acqua bollente. Lasciarli raffreddare, strizzarli bene e tritarli. Se li tritate grossolanamente (con la mezzaluna) il ripieno rimarrà più chiaro, se invece li tritate molto finemente (con il mixer) il ripieno risulterà più verde, come nel mio caso.
Unirli alla ricotta,al parmigiano e all'uovo, sale e una grattugiata di noce moscata a piacere, quindi mescolare con cura.

Per la sfoglia, versare nel mixer la farina e le uova, poi lavorare l'impasto velocemente a mano fino a che non sarà liscio ed omogeneo. E' consigliato fare poco impasto per volta e lasciarlo riposare una mezzoretta in una ciotola coperta da un canovaccio umido o da un piatto prima di tirarlo.

Prendere un pezzo di pasta alla volta, conservando il restante nella ciotola coperta, e tirarlo con la macchinetta dal primo fino all'ultimo buco, eventualmente cospargendolo di poca farina laddove fosse troppo umido e rischiasse di "stracciare". Qualora questo accadesse, raddoppiare la pasta e ricominciare dall'inizio.

Con la rotella tagliapasta apposita da tortellone ottenere tanti quadrati, porre su ciascuno di essi una nocciola di ripieno, chiudere a triangolo, sigillando bene intorno al ripieno, e poi a tortellone congiungendo i due lembi verso il basso intorno alla punta del dito indice, stando attenti a non raddoppiare la pasta.

Disporre su dei vassoi coperti di un canovaccio o spolverizzati di farina, lasciarli leggermente asciugare, quindi congelare i tortelloni. Quando sono congelati è possibile riporli in sacchetti per alimenti e conservarli in freezer.

Al momento di cuocerli vanno tuffati, ancora congelati, in abbondante acqua bollente salata, scolati con una schiumarola dopo un paio di minuti che sono a galla e conditi in una padella con burro fuso con foglioline di salvia e parmigiano grattugiato.





Mi scuso in anticipo se non sarò puntuale nelle risposte e mancherò dai vostri blog. Sono giorni molto intensi perchè ho iniziato a reperire, organizzare e leggere il materiale per la tesi, attività che mi sta assorbendo ogni energia vitale. Non a caso sto scrivendo questo post...in notturna (sbadiglio). Insomma...aspettatemi! Intanto auguro a tutti un buon fine settimana!

martedì 27 gennaio 2009

Tomini alla frutta secca


Se come me avete una notevole predilezione per gli antipastini sfiziosi e stuzzicanti non potete perdervi questa ricetta, la dovete assolutamente provare. E' semplicissima, veloce e saporita, l'ho preparata per la cena di sabato ed è stata mooolto gradita...ma che dico...spazzolata!!
Ovviamente, vista la ricchezza calorica della ricetta, potete proporla anche come secondo o addirittura come piatto unico,accompagnata da un bel piatto di verdura fresca...a voi la scelta!
La ricetta l'ho trovata su Cucina Moderna di Febbraio, appena l'ho intravista ho pensato che non potevo lasciarmela scappare, anche perchè io stravedo per il tomino alla griglia, potrei tranquillamente camparci :-) E poi scusate, ma chi resisterebbe davanti a quella colata di filante formaggio qui sopra?!?


TOMINI ALLA FRUTTA SECCA


Ingredienti x 4 persone:
4 tomini
8 prugne secche denocciolate
8 mandorle
un po' di senape rustica* (in mancanza, quella a disposizione)

8 fette di pancetta affumicata (essendo nel mio caso molto sottile, ho aggiunto 4 fette di pancetta steccata)


Per accompagnare: rucola selvatica

Farcire ciascuna prugna secca con una mandorla. Tagliare i tomini in due strati, spalmarli all'interno con un velo di senape, inserire in ciascuno due prugne e ricomporli nella loro forma. Avvolgere ogni tomino con due fette di pancetta e cuocerli sulla piastra molto calda per 3-4 minuti per lato. Servirli con la rucola selvatica.

*La Senape rustica, o Moutarde rotisseur, equivale grossomodo alla Senape all'antica, o Moutarde a l'ancienne: è quella in cui i grani di senape sono stati tritati grossolanamente. La prima la potete trovare di Louit Freres (commercializzato in Italia dalla Berni).



lunedì 26 gennaio 2009

Cozze gratinate


Che mia mamma detesti il pesce e che quindi in casa mia lo cucini (poco) solo io ormai lo sanno anche i muri, per tante volte che ve l'ho detto. Non sto qui a tediarvi ulteriormente, però questa ricetta non potevo non pubblicarla, sebbene le foto risalgano ormai alla vigilia di Natale...
Si tratta infatti di una delle ricette di pesce che preferisco: sin da piccola, quando non mangiavo assolutamente niente (e se dico niente fidatevi!) non mi tiravo mai indietro quando il papà ci portava al mare e, mentre mia mamma si gustava fieramente la sua cotoletta con le patate fritte, io e lui ci sbafavamo senza batter ciglio un mega vassoio di cozze gratinate!

Fu così che tre anni fa decisi che ero grande abbastanza da provarci da sola, a fare ste benedette cozze, anche se devo ammettere che il fatto che in casa mia il pesce sia praticamente tabù non mi ha molto aiutato dal punto di vista della preparazione/pulitura dello stesso, ragion per cui per questa ricetta mi avvalgo sempre di cozze mezzoguscio surgelate. Il risultato è comunque apprezzabile, anche se immagino che con molluschi freschi sarebbe tutta un'altra cosa, quindi se voi siete più pratiche di me con quegli esserini non proprio gradevoli d'aspetto...non siate titubanti, pulitevi ben bene delle cozze fresche e saltatele in padella per farle aprire, conservando poi solo la metà di guscio con il frutto.


Per questa ricetta faccio tutto a occhio. Dispongo le cozze mezzoguscio su di una placca foderata di carta forno. Preparo un composto di pangrattato, pecorino romano grattugiato, prezzemolo fresco e aglio tritati, sale e una generosa macinata di pepe, compattandolo con un po' di olio extravergine. A questo punto riempio le cozze col trito e le irroro con abbondante olio extravergine, quindi le metto a gratinare sotto il grill per 5 minuti o fino a che non formano una bella crosticina dorata. Sono ottime sia tiepide che fredde.

venerdì 23 gennaio 2009

La Compagnia del Cavatappi...finalmente!!



Oggi parliamo brevemente della Compagnia del Cavatappi. Ohhh, finalmente anche io riesco a partecipare a quella splendida iniziativa, di cui ormai ho letto su quasi tutti i blog che seguo, che è la Compagnia dei blogger.
Purtroppo la posta elettronica mi ha fatto penare non poco: non so per quale motivo non ricevevo la risposta del gentilissimo e pazientissimo signor Giovanni Putignano, responsabile di questo negozio online, ragion per cui non potevo procedere a pubblicare questo post.Dopo un'interminabile epopea, eccomi dunque a parlarvi di questa iniziativa, riservata ai blog che parlano di gastronomia e di vino, che permette di ottenere, con una semplice recensione, fino a 60 euro di buono spendibile sul sito medesimo, con spese di spedizione omaggiate oltretutto. Fantastico, vero? Se non avete ancora aderito, affrettatevi a partecipare!

La Compagnia del cavatappi, il cui sito presenta una concezione grafica chiara, pulita e facilmente fruibile, tratta prevalentemente vino, infatti dispone di un'enoteca virtuale molto ben fornita e ricca di informazioni anche per una non-veterana come me; sempre nell'ambito della cantina, giusto per non farsi mancare niente, troverete anche un'ottima selezione di champagne e grappe. Ma non è finita qui: curiosando nel sito, infatti, incontrerete interessanti prodotti di gastronomia, come olio, pasta, conserve, mieli, cioccolata, tutte tentazioni golose da cui lasciarsi piacevolmente ammaliare.

Unica pecca è, a mio avviso, il fatto che non siano indicate le spese di spedizione se non ad ordine ultimato: sicuramente preferirei, dal punto di vista dell'acquirente qualunque, una maggiore trasparenza su questo punto :-)

Buon weekend a tutti!

giovedì 22 gennaio 2009

Crescente al prosciutto


Quando vidi per la prima volta questa ricetta
sul blog di Camomilla ed ebbi poi modo di parlarne con lei in privato mi si aprì la porta di un ricordo. Perchè quella che a Bologna si chiama crescente, a Modena non è altro che il gnocco ingrassato, quel gnocco ingrassato che il mio nonno paterno, che da giovane lavorò come panettiere ed era un mago dei dolci da forno, faceva tanto buono. Ricordo ancora il profumo che pervadeva la casa quando lo aveva sfornato e noi arrivavamo per salutarli, si capiva subito al volo cosa avesse preparato e cosa custodiva tanto gelosamente avvolto in un burazzo pulito e riposto dentro al forno spento.

La ricetta l'abbiamo da allora, ma come tutte le ricette di un tempo è pressochè priva di dosi, tanto si faceva tutto ad occhio. Tra un q.b. e l'altro, non mi ero mai azzardata a provarci, finchè appunto non ho trovato la ricetta delle
sorelle Simili come riproposta da Camomilla, che tra l'altro per il compleanno mi ha regalato proprio il tanto desiderato "Pane e roba dolce", unitamente all'altro volume "Sfida al matterello". Potevo rimandare ancora? Certo che no!

Il risultato è stato idilliaco. Ho sfornato una focacciona gustosa e sofficissima che ci siamo prontamenti spazzolati in quattro domenica sera a cena, accompagnata da salame, prosciutto crudo, mortadella e formaggi. Il papà, il più vicino conoscitore della ricetta del nonno, ha confermato quanto fosse riuscita bene e questo è stato per me motivo di immenso orgoglio.


Come imparo da Camomilla, la crescente bolognese, oltre che nella versione con prosciutto o pancetta (quella che appunto io chiamo gnocco ingrassato o gnocco al forno) si può trovare anche al rosmarino, alle cipolle, al gorgonzola, tutte varianti che mi ispirano e che conto di provare presto. In passato la versione con il prosciutto veniva fatta con le cotiche del maiale, ora sostituite da quello che qui chiamiamo "gambetto" o "gambuccio" di prosciutto (la sua parte finale, per intenderci) che è poi quello che usiamo per fare il ragù di prosciutto per condirci un succulento piatto di tagliatelle.Se vi state ancora chiedendo se vale la pena provarla, posso solo aggiungere che la crescente si presta benissimo ad ogni occasione: come spezzafame di metà mattina o pomeriggio, come aperitivo/stuzzichino, come antipasto, come accompagnamento al posto del pane o ancora come piatto unico. Il tutto, si intende, da sola o arricchita da salumi e formaggi. E' una ricetta veramente preziosa di cui, una volta provata, non potrete più fare a meno!


CRESCENTE AL PROSCIUTTO (O PANCETTA)


Ingredienti:


500 g di farina 00
250 g circa di acqua

25 g di lievito di birra
150 g di prosciutto crudo o pancetta, tritato grossolanamente

50 g di strutto o burro

8 g di sale (1 cucchiaino colmo)
mezzo cucchiaino di zucchero


Inoltre: 1 uovo per spennellare la superficie

Tritate grossolanamente con un coltello da cucina (o tagliuzzate con le forbici) il prosciutto crudo o la pancetta fino ad ottenere dei dadini.
In un contenitore fate sciogliere il lievito di birra nell'acqua tiepida.
Setacciate la farina sulla spianatoia per farle prendere aria e fate la classica fontana. Mettete il sale in una fossettina sul bordo (la c.d. "casina del sale") e versate al centro della fontana lo zucchero e l'acqua con il lievito,cominciando a impastare. Aggiungete quindi lo strutto/burro e il prosciutto, impastando velocemente il tutto e formando una palla ben amalgamata. Fate lievitare l'impasto all’interno di una ciotola coperta con pellicola trasparente per 50-60 minuti.
Trascorso questo tempo, stendete la pasta con il mattarello senza rilavorarla, formando un ovale di circa 1,5 cm di spessore.
Trasferite l’impasto su di una teglia foderata di carta forno, pizzicatelo con la punta delle dita e, servendovi di una lametta o di un tagliapasta affilato, tracciate sulla superficie dei rombi. Spennellate con un uovo sbattuto e fate lievitare per altri 50 minuti, il volume dovrebbe quasi raddoppiare. Se desiderate una consistenza più soffice lasciatelo raddoppiare totalmente.
Cuocete nel forno già caldo a 200-210° per 40-45 minuti (a me ne sono bastati 30 a 190°, valutate in base al vostro forno!). Trascorso questo tempo sfornate e lasciate raffreddare su di una griglia.

Nota:
potete conservare la crescente (sempre ci arriva!!) per alcuni giorni dentro ad un sacchetto di carta o per un periodo più lungo congelandola dopo averla avvolta in alluminio o pellicola alimentare: in questo caso basterà scongelarla al microonde o a temperatura ambiente, magari dandogli una scaldatina per farla tornare "come nuova".

martedì 20 gennaio 2009

Linzertorte di Christophe Felder


La Linzertorte è un dolce che mi ha sempre estremamente ispirato quando lo osservavo sui ricettari che giravano per casa ma che, essendo lontano dalla mia tradizione, non avevo mai assaggiato. A dire il vero lo scorso anno, quando andai ai mercatini di Natale di Bolzano, comprammo una fetta di Sacher e una di Linzertorte da portare a casa, ma appurai dopo che quella che mi presentarono con questo nome era invece un'altrettanto golosa torta di grano saraceno con marmellata di mirtilli, non la vera Linzer, che è in tutto e per tutto una crostata.

L'occasione per prepararla mi è stata servita su di un piatto d'argento quando M. mi portò da
Stoccarda delle marmellate di frutti di bosco, tra cui una meravigliosa ai frutti rossi, così l'altro giorno ho reputato fosse giunto il momento propizio per depennare dalla mia "to do list" la Linzertorte di Christophe Felder che avevo visto prima da Sigrid e poi da Camomilla e su cui avevo sbavato copiosamente.

Per le presentazioni storiche vi rimando al blog di Camomilla (che addirittura vi ha fatto una ricerca sopra!). Per il resto mi limito a dire che si tratta di una famosa crostata austriaca che deve il nome alla città di
Linz.
La versione di
Christophe Felder, celebre chef-patissiere alsaziano, si caratterizza per un guscio di pasta frolla al cacao, arricchita di mandorle tritate e aromatizzata con scorza di limone e un pizzico di cannella, il tutto per un contrasto di sapori, profumi e consistenze decisamente eccezionale (la pastosità del cacao, infatti, è stemperata dalla croccantezza delle mandorle tritate grossolanamente e l'abbinamento con la scorza di limone, con quel vago sentore di cannella, è da pace dei sensi!).
Il ripieno è invece costituito da marmellata di lamponi (sostituibile in tutta serenità con marmellata di ribes, di mirtilli rossi o di frutti di bosco rossi), da scegliere preferibilmente non troppo zuccherata, per garantire il giusto contrasto con la dolcezza della frolla.
Nel blog di Sigrid leggo, tra i commenti, che si può addizionare una marmellata troppo dolce con un po' di succo di limone, in modo tale da renderla un po' più asprigna e adatta all'uso.

LINZERTORTE DI CHRISTOPHE FELDER


Ingredienti:


250 g di farina
125 g di zucchero
125 g di burro

2 uova intere

65 g di mandorle tritate non troppo finemente

10 g di cacao in polvere
la buccia grattugiata di 1 limone
½ bustina di lievito per dolci
1 pizzico di cannella
1 presa di sale
200/225 g di marmellata di lamponi (io ho utilizzato quella di frutti rossi - ribes, lamponi, etc)

Nel mixer lavorate il burro a pezzetti insieme allo zucchero semolato, unite le uova, una alla volta, e quando saranno amalgamate al composto aggiungete la scorza di limone grattugiata e le mandorle tritate non troppo finemente. Aggiungete la farina, il cacao in polvere, il lievito e la cannella, tutti setacciati, quindi la presa di sale, continuando a lavorare fino a quando otterrete un impasto sufficientemente amalgamato.
Prendete la pasta, lavorandola brevemente a mano per amalgamarla perfettamente (io ho usato un po' di farina sul tagliere perchè l'impasto era un po' troppo tenero), formate una palla e mettetela a riposare in frigorifero, avvolta nella pellicola trasparente, per almeno due ore.

Su di una spianatoia stendete due terzi della pasta preparata con un mattarello in una sfoglia dello spessore di circa 3 mm, che vi servirà a rivestire lo stampo. Create prima il disco per la base che dovrà essere del diametro della vostra tortiera (io ne ho usata una da 24-26 cm), con il resto formate un salsicciotto che vi appoggerete sopra per formare il bordo.
Farcite con la marmellata livellando bene con un cucchiaio. Stendete il terzo di pasta rimanente e ricavatene delle strisce con le quali andrete a comporre la classica griglia da crostata. Cuocete nel forno già caldo a 180° per circa 15-20 minuti.


Ehm, ehm...ora lo posso dire...Oggi è il mio primo BLOG-COMPLEANNO!! Mamma mia come passa il tempo, mi sembra ieri che ho iniziato questo percorso! Quante amicizie ho stretto, quante cose ho appreso, quante ricette ho sperimentato in quest'anno...
Non posso che ringraziare di cuore tutti coloro che hanno creduto in me, passando anche solo una volta di qui e lasciando una loro traccia in queste pagine nate con umiltà e tanto amore per la cucina! Grazie a tutti voi dell'affetto, della stima e di avermi permesso di crescere fino a superare le 140mila visite (solo da quando ho inserito il contatore!!)

domenica 18 gennaio 2009

Lasagne con spinaci e brie


Venerdì scorso mi sono mio malgrado tramutata in "Lasagna Woman". Avete presente quando frigo e dispensa congiurano contro di voi ed i vostri impegni, decidendo che molti ingredienti DEVONO scadere tutti insieme, mandandovi nel panico più totale perchè ovviamente non avete la benchè minima idea di cosa farci combinandoli assieme? Di buttarli non se ne parla, mio padre provvederebbe al volo a diseredarmi, allora mi sono armata di buona pazienza e mi son messa a preparare delle lasagne.

Solitamente preferisco fare da sola la pasta all'uovo, è già qualche anno che la impasto e ormai non mi intimorisce più, anche se ammetto di tirarla sempre prettamente con la "Nonna Papera" (alias l'Imperia). Purtroppo tra gli ingredienti da consumare c'erano delle sfoglie di lasagna secche che mia mamma aveva utilizzato tempo addietro, quindi ho deciso di usare queste ultime per levarmele finalmente dai piedi.

Uno dei due tipi di lasagna che ho preparato è stata questa con spinaci e brie. Un abbinamento molto garbato, non c'è che dire (io, poi, ho un'autentica venerazione per questo tipo di formaggio!), anche se la prossima volta provvederò a spolverizzare di parmigiano ogni strato (non solo quello finale) perchè, c'è poco da fare, io adoro il parmigiano e la lasagna ha da sapere di parmigiano! Occhio anche alla besciamella, non so voi ma io la salo sempre troppo poco, col rischio di lasciarla troppo dolce. Ovviamente voi potete usare spinaci freschi (anche in questo caso volevo tirar via degli spinaci surgelati) e pasta fatta in casa, ma anche in questo modo è risultato un piatto gradevole e assai gradito, oltre che bello da vedere, concordate?


LASAGNE AGLI SPINACI E BRIE

Ingredienti:

8 sfoglie di lasagne secche
12 cubetti di spinaci surgelati
200 gr di brie
mezza cipolla bianca
1 spicchio d'aglio
olio evo
besciamella *
parmigiano grattugiato q.b. per spolverizzare
burro a fiocchetti

Lessare le lasagne in acqua bollente salata con un goccio di olio. Dopo 5 minuti, scolarle e lasciarle asciugare su un burazzo.
Cuocere gli spinaci nella pentola a pressione, strizzarli bene e tritarli leggermente con la mezzaluna. Tritare finemente la cipolla e l'aglio, farli rosolare in olio d'oliva e aggiungere gli spinaci, lasciandoli insaporire per alcuni minuti.
Preparare la besciamella con la ricetta solita.
Rivestire con le sfoglie di pasta il fondo di una teglia da forno rettangolare cosparsa di poca besciamella. Condire lo strato di pasta con spinaci, brie a pezzetti, besciamella e continuare fino ad esaurire le sfoglie di pasta.
Cospargere l'ultimo strato (spinaci-brie-besciamella) con abbondante parmigiano grattugiato e fiocchetti di burro.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180°C per ca. 30 min.

*Per la ricetta della besciamella, io uso sempre questa e mi trovo bene.

Ingredienti:

50 gr di burro
50 gr di farina
500 gr di latte
sale
pepe
noce moscata

Mettere a fondere il burro in un tegamino della capacità di un litro circa. Fare sciogliere a fuoco lento, togliere dal fuoco, e aggiungere la farina setacciata.
Mescolare con un cucchiaio di legno per stemperare tutti i grumi, rimettere sul fuoco e fare cuocere finchè non assuma un colore leggermente marroncino.
Aggiungere quindi il latte "a filo", facendolo cioè cadere in modo lentissimo nel tegame, e proseguire la cottura continuando a mescolare fino a raggiungere la consistenza desiderata.
Togliere quindi dal fuoco e aggiungere sale, pepe e noce moscata.

NOTA BENE:
Volendo ottenere una salsa un po' più densa è sufficiente aumentare la quantità di farina. Volendo, invece, ottenerla più fluida, va aumentata la quantità di latte.

giovedì 15 gennaio 2009

Biscotti di vetro (...per Natale 2009?!)


"Francamente...me ne infischio!" No, non ho appena finito di vedere per la diecimilionesima volta quel mega polpettone tragi-romantico di "Via col vento", ne ho solo carpito una nota frase per sottolineare che dopo tanto pensare ho deciso di infischiarmene bellamente del fatto che Natale sia già passato e che probabilmente questi biscotti, ultimi della produzione natalizia da regalare, non interesseranno proprio a nessuno. Quantomeno fino a Natale prossimo, ovvio! Chiaramente sono arrivata lunga, non sono riuscita a postare tutto quando doveva essere postato, ma a che pro conservare delle foto per un anno intero nei meandri del disco fisso, con tutta la probabilità che me ne dimentichi di qui a un paio di settimane?

Ecco allora l'ennesima ricetta carpita da quel mostro sacro della produzione dolciaria che è Night. Ricordo che li avevo visti quando ancora non avevo il blog e avevo scovato per puro caso il suo, riconoscendola nella Night di Cookaround: presa dall'entusiasmo avevo passato buona parte della nottata a sfogliare all'indietro il suo blog, salvando all'impazzata le ricette che più mi colpivano. Tra queste la ricetta dei biscotti di vetro, ne ero rimasta affascinata!


Come racconta Night, si tratta di biscotti irlandesi, a base di pasta frolla e con un cuore a vetrata ottenuto con briciole di caramelle dure. Sono ideali da appendere all'albero con un bel nastrino colorato (in questo caso praticate un foro nel biscotto prima di infornarlo, con l'ausilio di una cannuccia) o per completare raffinatamente un pacchetto Natalizio.

Devo dire che sono così belli da vedere (anche se a me le finestrelle non sono venute belle colorate come le sue...) e così divertenti da realizzare che non potranno che piacere ai vostri bambini anche fuori dal periodo Natalizio, magari realizzati con altre forme meno festaiole.


BISCOTTI DI VETRO

Ingredienti:

Per la pasta frolla:
300 gr di farina
150 gr di zucchero
150 di burro
1 uovo
1 pizzico di sale
(scorza di limone grattugiata o vaniglia se la volete aromatizzare, io ho preferito lasciarli "nature")

Per il cuore di vetro:
caramelle dure belle colorate (io ho usato quelle rosa al lampone e quelle rosse alla fragola della Dietorelle)

Impastare leggermente la frolla con l'ausilio di un mixer/impastatrice, lavorarla velocemente a mano quel tanto che basta ad ottenere una palla ben amalgamata, avvolgerla in pellicola trasparente e riporre in frigo per un'oretta.

Stendere la pasta abbastanza spessa, tagliare i biscotti con gli stampini che preferite e con degli stampini più piccoli creare un buco della forma che volete.

Tritare delle caramelle dure, fino a ridurle in cristalli un pò più piccoli del sale grosso (basta dare qualche colpo di mixer).
Mettere i cristalli nel buco: ne è necessaria una bella "montagnola"e anche se vi sembra che strabordi, non temete, perché la caramella si scioglie e si allarga sul fondo, creando una lastra sottilissima.

Infornare a 180° per 7-8 minuti. Devono rimanere belli chiari.

Togliere dal forno e lasciare raffreddare direttamente sulla piastra; bastano una decina di minuti affinchè i cristalli tornino duri, della consistenza della caramella che avete triturato.

martedì 13 gennaio 2009

Filetto di maiale ai pistacchi


Questa sarebbe stata una ricetta apprezzatissima se solo M. non fosse stato come me ammalato per una settimana intera. La sera che gliel'ho preparata, alla domanda "Allora, ti piace?" la risposta è stata "Eh, se solo sentissi un sapore...".SOB!
Immediatamente ho pensato e riferito che anzichè il prelibato e succulento filetto avrei potuto più adeguatamente propinargli una corroborante minestrina in brodo, riservando il raffinato piatto a più indicati (e meno intasati) momenti, ma ormai era fatta.
Io il profumo ed il sapore, comunque, li ho sentiti ed apprezzati, e direi che anche M. alla fin fine non abbia disdegnato, dato che ha ripassato il piatto col pane rendendolo così lucido che quasi quasi non sarebbe nemmeno servito lavarlo! ;-)


La ricetta l'ho trovata sul sito Bronte Insieme e proviene dall'Enciclopedia della cucina italiana edita da Mondadori (2007). L'ho accompagnata, molto semplicemente, con spinaci lessati e saltati in padella con burro e parmigiano.



FILETTO DI MAIALE AI PISTACCHI

Ingredienti (x 2 persone):

300-400 gr di filetto di maiale in quattro medaglioni
1 foglia di alloro
1cucchiaio di olio evo
1 noce di burro
30 gr di pistacchi di Bronte sgusciati
75 ml di vino bianco
sale e pepe

Scottare i pistacchi in acqua bollente leggermente salata, privarli della pellicina, lasciarli asciugare e tritarli grossolanamente nel mixer.
In una padella scaldare l'olio ed il burro, adagiarvi i filetti di maiale e rosolarli a fuoco vivo, facendoli dorare da entrambe le parti, girandoli con l'ausilio di due cucchiai di legno per non forarli e far uscire così i succhi. Salarli e peparli.
Sgocciolarli, distribuirvi sopra i pistacchi premendoli leggermente perché aderiscano; adagiarli in una teglia e porli nel forno già caldo a 180 °C per 5 minuti.
Nel frattempo sgrassare il fondo di cottura della carne, versandovi il vino e aggiungendo l'alloro lavato, sale e pepe. Fare ridurre un poco la salsa a fuoco dolce.
Servire i medaglioni caldi, nappandoli con la salsa di cottura.

venerdì 9 gennaio 2009

Muffins alla panna e miele


Questa ricetta risale agli ultimi giorni del "lontano"....2008 :-) per la precisione il 30 dicembre eravamo io e questo mezzo bric di panna fresca avanzata da non ricordo che
(ah ecco, si, dal brownie cheesecake) e ci guardavamo a dir poco in cagnesco. A dire il vero, ad alimentare la disputa, c'era anche mia mamma, tutta infervorata per l'imminente partenza per la Croazia, che continuava a ripetermi che al ritorno non voleva più trovare quell'avanzo di panna in frigo (anche perchè immagino che lo avrei buttato appena fosse uscita di casa, molto banalmente...).
Ormai esasperata, mi sono messa in azione e ho provato a pensare a un dolcetto veloce per finirla lì. Ed ecco che, memore del titolo del mio blog, mi sono ricordata che non solo sono secoli che non facevo dei muffins, ma che oltretutto da quando ho il blog ne ho sfornati pochissime volte, vittima come sono di bombardamenti (subconsci o meno) di ricette da ogni donde.

San Google mi ha suggerito
questa ricetta, che come ogni ricetta non sperimentata che si rispetti fa sempre insorgere in me il sacro dubbio del foodblogger (ne uscirà una ciofeca o sarà qualcosa di quantomeno dignitoso e presentabile?). Ispirata, ho deciso di lanciarmi e posso a consuntivo affermare che si tratta dei muffins migliori che io abbia mai preparato! Il sapore è semplicemente spaziale, profumano tantissimo di latte, di panna e di miele e ricordano alla perfezione quei biscotti al latte e miele della Mulino Bianco, credo che si chiamino Rigoli... Insomma: approvati con lode!



MUFFINS ALLA PANNA E MIELE

Ingredienti (x 12 muffins):


285 g di farina
120 g di zucchero

115 g di burro

150 ml di latte
100 g di panna fresca
4 cucchiai di miele
1 uovo

1 bustina di lievito

2 cucchiai di uvetta

la punta di un cucchiaio di bicarbonato di sodio


Preparazione:


Ammollate l’uvetta in acqua tiepida.

Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente e poi lavoratelo con le fruste elettriche insieme allo zucchero ed al bicarbonato fino ad ottenere la consistenza di una crema.
Aggiungete il miele, la panna, il latte appena tiepido, e l’uovo.

Aggiungete ora la farina setacciata con il lievito e poi l’uvetta ben strizzata, mescolando quel poco che basta ad amalgamare gli ingredienti secchi a quelli liquidi.

Ripartite il composto negli appositi stampini foderati con i pirottini di carta, riempiendoli per circa 3/4, e cuocete per 20 minuti nel forno già caldo a 180 gradi.



Ringrazio, per il materiale fotografico ;-) Camomilla, che mi ha fornito questo bellissimo cartoncino rosa e che mi ha regalato il fantastico piattino (unitamente a una ciotolina identica) che vedete in foto. Love at first sight.

mercoledì 7 gennaio 2009

Quiche con speck, funghi e semi di papavero


Il 27 dicembre siamo stati invitati da Camomilla e dal suo ragazzo a cena per passare una simpatica serata assieme e scambiarci con breve ritardo auguri e regali di Natale. A dire il vero io ho ricevuto un sacco di regali perchè Camomilla mi doveva anche consegnare il regalo di compleanno, quindi potete ben immaginare, da ragazza precisa e carina qual è, quante sorprese mi abbia riserbato, tutte a tema culinario, dubitavate? Ovviamente questo mi ha fatto sentire in forte imbarazzo e ha reso insufficiente il mio misero presentino (che spero vedrete comunque presto nelle sue prossime creazioni) ma ho promesso di rimediare in occasione del suo futuro compleanno.

Per questa cena Camo non ha voluto sentire ragioni, ha preparato quasi tutto lei, sono riuscita giusto a strapparle la concessione di portare un antipasto a tema e una bottiglia di buon vino (la scelta è caduta su un Valpolicella, ed è piaciuto). Per accontentarmi, visto che avevo rivelato intenzioni "bellicose" (culinariamente parlando, si intende) a riguardo già da un po' di tempo, le pietanze sono state tutte ispirate alla cucina dell'Alto Adige. Per questo motivo come antipasto mi è stata data ampia libertà di scelta con un solo limite: che fosse qualcosa con dentro dello speck.

Gira che ti rigira (in rete), sfoglia che ti risfoglia (a casa) la scelta - subito approvata a gran voce da Camo - è ricaduta su questa splendida torta salata di Kja. Speck, funghi e semi di papavero costituiscono un abbinamento davvero stuzzicante, saporito e sfizioso, ben calibrato tra morbido e croccante. La mia passione per le quiches, d'altronde, credo di non averla mai mascherata...vivrei di stuzzicherie, cosa che in questo post-ferie purtroppo non sarà possibile: come leggo da varie parti...qui urge depurarsi, gente!


QUICHE CON SPECK, FUNGHI E SEMI DI PAPAVERO

Ingredienti:

un rotolo di pasta sfoglia stesa
300 gr di funghi misti, anche surgelati
100 gr di speck a pezzetti
4 uova
1 dl di panna fresca
50 gr di groviera o emmentaler
30 gr di burro
1 scalogno
1 cucchiaio di semi di papavero
sale e pepe q.b.

Tritare finemente lo scalogno e farlo appassire in padella con il burro, quindi unire i funghi e portarli a cottura. Regolare di sale e pepe e lasciarli raffreddare.
Sbattere le uova con la panna e il formaggio grattugiato con una grattugia a fori larghi; unire lo speck ed i funghi.
Disporre la pasta sfoglia con il suo foglio di carta forno in uno stampo a cerniera di 24 cm di diametro, bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta, versare il composto livellandolo con un cucchiaio e spolverizzare la farcia con i semi di papavero.
Cuocere per 45 minuti a 180 gradi e consumarla preferibilmente tiepida.

lunedì 5 gennaio 2009

Mousse au chocolat (senza panna)


Spero di tutto cuore che il vostro 2009 sia iniziato in modo migliore del mio. Sommersa di studio sin dal 3, con ritmi a dir poco allucinanti di 11 ore al giorno sui libri, mi sono ritrovata ieri sera con una bella influenza sul groppone, di quelle toste, con febbre alta, tosse e raffreddore. Risultato: antibiotici, antinfiammatori e mi salta l'esame previsto per il 2 febbraio, dato che da brava furbona mi sono come al solito ridotta all'ultimo e perdere anche solo un giorno a letto mi sfasa irrimediabilmente il programma :-( E' proprio il caso di dire "Chi è causa del suo mal, pianga se' stesso". Pazienza, mi rimetterò da questa influenzaccia e poi sotto con lo studio in vista della sessione estiva...

Il periodo natalizio è stato molto produttivo, tant'è che molte sono le ricette e le foto rimaste incolonnate nel pc in attesa di trovare adeguato spazio sul mio blog. Oggi, giusto per consolarmi virtualmente, vi propongo la mia storica mousse au chocolat. Dovete sapere che per me, da che mondo è mondo, la mousse al cioccolato è fatta rigorosamente senza panna; già, perchè sarà sicuramente un dolce altrettanto buono, non lo discuto...ma per me non sarebbe mousse al cioccolato, quella con tutti i crismi.

La ricetta la trovai decenni fa sulla rivista "Tu", che stranamente mi ha lasciato tante buone ricette quando ancora disconoscevo forum, foodblog e riviste patinate di cucina.


MOUSSE AU CHOCOLAT (SENZA PANNA)


Ingredienti x 4-6 persone:

250 gr di cioccolato fondente
4 uova
25 gr di zucchero
25 gr di zucchero vanigliato
30 gr di burro
1 pizzico di sale

Per decorare:
scaglie di cioccolato bianco

Tritare grossolanamente con un coltello a lama grossa il cioccolato e farlo sciogliere a fuoco molto basso in una casseruola a bagnomaria.
Mettere il cioccolato fuso in una ciotola dai bordi alti, aggiungere il burro a temperatura ambiente fatto a pezzettini e lasciare intiepidire.
Unire i tuorli e lo zucchero al cioccolato fuso e amalgamare bene.
Montare a neve gli albumi con lo zucchero a velo e un pizzico di sale, poi unirli al cioccolato, mescolando dal basso verso l'alto per non smontarli.
Disporre la mousse nei bicchieri individuali e decorare con le scaglie di cioccolato bianco, ottenute "grattugiandolo" con un pelapatate.
Mettere in frigo, coperta da pellicola trasparente, per almeno 3 ore prima di servire.